venerdì 24 ottobre 2014

CONTRO LA DISSIMULAZIONE

Non so se Renzi (e i renziani) conoscano il volumetto "Della dissimulazione onesta" di Torquato Accetto, e se ne stiano applicando i principi alla politica di questi mesi. La strategia renziana, in realtà, sembra tanto una macedonia di machiavellismo da wikipedia, gustoso senso comune, grande abilità comunicativa e un continuo tatticismo che costringe il suo leader ai soliti zig zag (forse poco percepibili a chi non fa politica) per raggiungere obiettivi per il momento al di sotto delle aspettative. Il tono usato nel discorso pubblico è quello di chi se ne infischia delle critiche, pronto invece a trattare la sostanza delle riforme che vuole far passare (questo è il suo grande merito in realtà, la determinazione e la caparbietà con cui persegue i suoi obiettivi) con l'unico vero potere che oggi lo può condizionare. Che è il voto parlamentare. Giocando con abilità e coraggio su tutti i tavoli possibili, ma di fatto, almeno fino ad oggi, governado con FI. Lo sapevamo dalla sua elezione che così sarebbe andata: di volta in volta tentare un forno diverso in cui cuocere il pane ed anche un pò di companatico. Ma se da una parte la sirena sedutrice di Berlusconi non vedeva l'ora che questo si avverasse (e si sta puntualmente avverando) dall'altra Polifemo 5 Stelle con un occhio solo e pure accecato, preferisce sottrarsi alla mediazione e aspettare, invano, che il cadavere passi lungo il fiume. Esco dal gioco dei riferimenti e cerco di spiegarmi facendo l'esempio di quanto sta accadendo sul tema del riconoscimento dei diritti e dei doveri delle coppie formate da persone dello stesso sesso (mi ostino a usare la definizione più lunga ma anche più corrretta delle sbrodolature su unioni civili che si leggono sulla stampa) dicendo subito che in questo caso (come in molti altri) il gioco della dissimulazione mostra tutti i suoi limiti. Il tema è chiarissimo ormai a tutti coloro che vogliono comprendere cosa stia accadendo: se da una parte l'ostacolo a qualsiasi cosa (ripeto a qualsiasi cosa, se non le sciocchezze sui diritti individuali di ruiniana memoria e rutelliana cronaca) si sta riducendo ai confini della parte più confessionale della politica italiana, dall'altra la mossa renziana di ingelosire (e impensierire) Ncd con i contatti con Berlusconi sta producendo i risultati che abbiamo sotto gli occhi: annunci di grandi riforme. Ma solo annunci. Se proprio non vogliamo fare il processo alle dichiarazioni e andiamo alla sostanza dissimulativa appare chiaro il rischio altissimo che stiamo correndo. Non è difficile interpretare le parole dei due leader, che non perdono occasione per definirsi distinti e distanti ma, di fatto, si accordano su tutto. O perlomeno fanno intendere che sia così. E questo produce (sempre) uno slittamento dell'obiettivo da quello virtuale (riconoscimento delle unioni) a quello reale (nuova legge elettorale). Non nego che qualcuno da qualche parte si stia accordando su cosa realmente si intenda per unione cvile alla tedesca, ed ora più che mai dobbiamo attendere il testo scritto annunciato dal Governo senza farci imbambolare dai twitter. Scalfarotto da una parte ( che dissimulando dissimulando è diventato il rappresentante del Governo italiano sulle tematiche lgbti ormai quasi ufficialmente, manca solo il decreto di delega) e la Carfagna dall'altra di cosa avranno mai parlato nel loro incontro (sempre che ci sia stato ....)?. Ovviamente noi sappiamo tutto di cosa è accaduto e di cosa si è parlato nella cena ad Arcore .......... Ma il problema sta tutto qua: entrambi i leader sono molto più interessati alla strategia politica piuttosto che all'obiettivo. Almeno sul tema delle unioni civili. E lo stesso tema è diventato merce di scambio nel balletto di cortesie e dispetti di PD, NCD e FI, dove l'obietivo vero è la sopravvivenza politica, sia di questo parlamento che dei singoli partiti. E non spenderanno nemmeno un minuto (Renzi compreso) a ritardare il sacrificio di una qualche buona legge in cambio di un qualche interesse particolare. La dissimulazione, in altre parole, non è lo strumento per raggiungere obietivi difficili, ma quello per imporre la propria leadership su uno schieramento o un altro. Non mi stupisce che sia così. Ma mi preoccupa molto perchè potrebbe sortirne una legge più che orribile, inutile. Ecco perchè continuo a pensare testardamente che di cose concrete dobbiamo parlare: il testo del disegno di legge del Governo dove sta? Perchè non lo tirano fuori anche se si discuterà ala fine delle riforme? Tempi certi per la sua approvazione? Differenze con il testo Cirinnà? E non inseguire le quotidiane e narcisistiche dichiarazioni , da una parte all'altra. Enzo Cucco 24 ottobre 2014 PS: Non mi stupisce, anzi sono lieto che le posizioni di Berlusconi stiano cambiando, ma certo un pò di preoccupazione ce l'ho di fronte a tanta sicumera nell'affermare addirittura che FI è sempre stata per le unioni civili e lo ius soli: è stato presidente del Consiglio per anni, a capo di una maggioranza che quando voleva essere tetragona lo è stata. Perchè non ci ha pensato prima?

martedì 16 settembre 2014

DICIAMOCI LA VERITA'

E' necessario spendere qualche parola sulle notizie che dilagano sui media in merito alla trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero. Mi riferisco alle iniziative assunte dal Comune di Bologna perchè sono le più documentate e commentate in questo periodo. Intanto per non ingenerare false aspettative tra le tante coppie sposate. In secondo luogo per non copiare quel fastidiosissimo (ed in alcuni casi colpevole) metodo tipico del fronte del NO (fondamentalisti vari) che sulle false informazioni costruiscono vere e proprie campagne. La menzogna della libertà di espressione o quella della lobby vincente son lì a dimostrarlo. Se vinceremo sul matrimonio egualitario bisogna farlo in verità. Ovviamente non mi riferisco ai comunicati del Sindaco di Bologna e delle coppie interessate che hanno mantenuto abbastanza il senso dell'iniziativa, ma soprattotto ai media nazionali che senza andare fino in fondo (poche eccezioni ....) hanno fatto passare questo atto come una vera e propria trascrizione. Non è così, e lo dice lo stesso Sindaco nelle sue Disposizioni molto chiaramente ( http://www.comune.bologna.it/sites/default/files/documenti/Disposizioni%20del%20Sindaco%20su%20trascrizione%20matrimoni%20omosessuali.pdf ): in quarta pagina, prima del dispositivo, si dice esplicitamente " Precisato che la trascrizione negli archivi informatici dello stato civile non ha effetto costitutivo di diritti e obblighi giuridici soggettivi, limitandosi ad avere, invece, efficacia meramente dichiarativa, idonea a rendere pubblica l'esistenza di un atto già di per se valido, secondo la legge dello Stato in cui è stato posto in essere ....". Questo significa che dalla trascrizione non scaturirà alcun diritto o dovere equiparabile a quello che capita con la trascrizione dei matrimoni tra persone di sesso opposto. Per il semplice motivo che in Italia non esiste alcun status giuridico equivalente, ne matrimonio ne unione civile. Io non so se il Comune ha approvato un atto che riconosca a questi matrimoni la natura di famiglia ed applicchi anche a queste i diritti e i doveri che prevede come Comune nell'ambito delle sue competenze. Perchè è tutto quello che può fare di concreto. In più il Comune di Bologna può, così come tutti gli altri Comuni d'Italia, costituire tutti gli elenchi ed i registri che ritiene (che è il motivo fondamentale per cui i Registri delle Unioni sono stati ritenuti legittimi) ma la ricaduta del riconoscimento di questi atti è competenza eclusiva dello Stato, perchè così funziona in Italia lo stato civile. Ridicolo quindi che il Prefetto di Bologna si opponga a questo gesto, che rientra tra le iniziative ad altissimo valore politico, ma non viola alcunchè. Chiarito quindi che il valore giuridico di queste cosidette trascrizioni è paragonabile a quello della Istituzione del Registro, rimane la questione politica, che invece è notevole. E' la prima volta che i Sindaci di grandi cità si muovono su questo tema. Parlo di Napoli, Bologna e di alcuni altri Comuni medi e grandi. E purtroppo spiccano il silenzio delle azioni, non quello delle dichiarazioni, di Milano, Roma, Palermo, Bari e soprattutto Torino il cui Sindaco, come sapete è anche Presidente dell'ANCI ed il Comune svolge le funzioni di segretariato della Rete READY. Forse ricorderete l'importanza che la campagna lanciata negli USA proprio dai Sindaci delle grandi città sul matrimonio egualitario ha avuto per l'avanzamento di questa battaglia in quel paese ( http://www.freedomtomarry.org/pages/mayors-for-the-freedom-to-marry ) e la mia associazione si è ispirata proprio a questa iniziativa proponendo ad alcuni Sindaci il lancio di un manifesto appello in favore del matrimonio egualitario. Ma a parte De Magistris nessuno ha colto l'iniziativa. Ora sembra che le cose si muovano un poco. Ed è la vera notizia positiva, perchè è una ottima notizia che Sindaci di grandi città italiane prendano posizione esplicita su questo tema. A condizioe che ci sia una maggiore chiarezza su quale è l'obiettivo di queste iniziative dimostrative, cioè il matrimonio egualitario, senza le ambiguità su generici richiami ad una legge parlamentare che si preannuncia tutto tranne che la semplice estensione del matrimonio. Niente più ambiguità, che le parti si esplicitino fino in fondo. E la valutazione verrà data (da chi vota così come da chi fa parte di quei partiti) più chiaramente su cosa esattamente stiamo discutendo. Enzo Cucco Associzione radicale Certi Diritti 16 settembre 2014

lunedì 11 agosto 2014

FRITTATE VELENOSE

La riforma della costituzione appena votata al Senato può essere criticata per molti motivi, ma ce ne è uno che mi sta a cuore, e dovrebbe esserlo per tutti e tutte coloro che attendono da anni quelle riforme nel campo del diritto di famiglia di cui il Paese ha bisogno. Parlo di quella vera e propria frittata velenosa servitaci con un emendamento della Lega Nord ( primo firmatario Candiani, sottoscritto da Casson e votato dalla maggioranza dei senatori, con l'apporto del voto di alcuni PD, SEL e M5S). L'emendamento, cioè, che definisce per il nuovo Senato anche la competenza sui cosiddetti temi etici è davvero velenoso. Tanto più perchè non è così evidente come una delle solite stupidaggini alla Giovanardi ( obiettivo privilegiato dell'indignazione sui media) ma più sottile e infititamente più pericoloso. Mi spiego: leggete con attenzione il testo della riforma costituzionale approvato in prima lettura al Senato ( http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLMESS/800851/index.html?stampa=si&part=ddlmess_ddlmess1-articolato_articolato1&spart=si&parse=si ). Come potete vedere grazie a quell'emendamento l'articolo 55 della costituzione restringe le aree di competenza del nuovo Senato, facendo salve, tra le altre, quelle relative all'articolo 29 (matrimonio) ed all'articolo 32, secondo comma (obbligatorietà dei trattamenti sanitari) della costituzione. Alcune riflessioni per non abbandonarci alle solite contumelie a vanvera: La prima, più evidente, è che si tratta di un emendamento mirato, non alle "questioni etiche" in generale, ma a quelle che più stanno a cuore l'ìntegralismo cattolico odierno, ovvero matrimonio egualitario e fine vita. Niente di più falso quindi sostenere che si tratti di un emendamento di salvaguardia, ma un estemporaneo tentativo di zeppare i processi di riforma possibili con un intoppo in più, che è l'unica strategia che si legge dietro questo emendamento. Il richiamo al secondo comma dell'art. 32 è francamente incomprensibile, limitando il diritto di intervento del Senato non a tutto il tema della salute, bensì' solo a quello relativo all'obbligatorietà di certi trattamnenti sanitari (come per esempio il TSO o i trattamenti sanitari per epidemie). Va da se che una definizine dell'ambito specifico di ricaduta di questo principio non è affatto limitata alla sfera della normativa sanitaria, bensì anche di quella ambientale e dell'agricoltura: c'è qualcuno, infatti, che si sognerebbe di escludere la ricaduta sulla salute delle persone di eventuali trattamenti sanitari obbligatori in questi ambiti? E non è evidente anche ai bambini che l'obiettivo è quello di salvaguardare le competenze del Senato proprio a quegli atti che, al fine vita come all'inizio vita, fanno riferimento? Non certo al TSO.... La seconda: ancora più amnbiguo è il richiamo all'articolo 29 della costituzione: anche qui, qualncuno sano di mente, potrebbe escludere con certezza che buona parte del diritto civile (regime fiscale, tributario e patrimoniale) non abbia ricadute sulla famiglia? Non è chiaro forse che l'intento dei presentatori è quello di mettere una zeppa nel processo di interpretazione che l'articolo 29 deve necessariamente prevedere per la riforma del diritto di famiglia stante le attuali, anacronistiche e discutibilissime posizioni della corte costituzionale? Come vedete il bicameralismo è rientrato dalla finestra dopo essere uscito dalla porta. E tanti auguri per gli anni di interpretazioni e sentenze di legittimità costituzionale. Non c'è bisogno di ripescare il vecchio adagio che il diavolo si nasconde nei particolari (ed i cattolici hanno ottima esperienza dei diavoli) perchè da sempre la strategia dell'integralismo cattolico (oggi condito alla celtica grazie l'attivismo leghista, ancora più conformista del dovuto grazie al complesso di colpa nei confronti della chiesa catolica sulle proprie posizioni anti-immigrati) ha fatto perno sulla famosa "strategia della zeppa". Riassumibile in poche parole: rendere difficile, irto di difficoltà, tortuoso ogni percorso riformatore, con il solo obiettivo di ritardare e diluire l'effetto delle stesse. Prove: basta guardare a tutta la storia recente dell'Italia per capire come si tratta di una vera e propria strategia, raffinata nella sua semplicità, ed a suo modo efficace. Che passa dalla natura "punitiva" della legge sul divorzio (quanti anni ci vorranno per il divorzio breve?), alle piccole false riforme sui cosiddetti figli naturali. E il doppio cognome? E, cambiando ambito, la mega questione del pagamento delle tasse (tutte) per gli istituti religiosi e le loro opere? E la questione delle scuole paritarie, compresa la scleta delìgl insegnanti? E tutta la melina fatta pe ril posizionamento dell'ora di religione nell'orario delle scuole statali? Ultimo: la vergognosa posizione del Governo, non solo del Ministro NCD alla salute, sulla necessità di un dibattito parlamentare per emanare un Regolamento sulla fecondazione eterologa, dopo le sentenze delle corti, insieme al blocco "cautelativo" di ogni libera e legittima iniziativa. Tutto sempre con lo stesso obiettivo: traccheggiare, prendere tempo, studiare ulteriori zeppe in nome della libertà di espressione, uno dei diritti fondamentali di gran moda nel mondo della maggioranza cattolica quando esso può tornare utile per agire in modo coercitivo contro una parte della popolazione, maggioranza o minoranza che sia. Ma, come ripeto da anni, la cosa più incomprensibile per me, è la posizione di chi a sinistra fa finta di non capire. Anzi magari capisce e condivide ma ti guarda con la supponenza di chi la sa più lunga di te e ti risponde: si certo pero.... I primi sono quelli che sono contrari alla riforma costituzionale. Posizione legittima, e visto il risultato della prima votazione, non affatto priva di pezze giusitificative. Ma perchè, di grazia, farsi ancora più male con l'emendamento approvato? Perchè sostenerlo e con esso la strategia del fronte del NO? Non è forse questo un atto di masochismo politico pernicioso a cui la sinistra ci ha abituato da anni ed a cui non riesco ad assuefarmi? Poi ci sono quelli che ci credono, e rispondono che va bene così perchè un secondo livello di approfondimento è necessario per materie di così grande rilievo etico. Ora, di grazia, ci spiegate perchè sarebbero di grande rilievo etico le due questioni citate e non tante e tante altre? Ed in base a quale ragionamento davvero perverso (nel senso etimologico del termine) voi potete credere che un Senato di 100 persone selezionate con quei criteri che la legge ha individuato (prive cioè sia di competenze specifiche e della legittimazione che arriva dal voto popolare) dovrebbe essere garantista? Non abbiamo forse di fronte agli occhi una storia di bicameralismo che, almeno dagli anni '80 (per quanto ci riguarda dall'approvazione della Legge 164) ha dimostrato che in realtà le uniche due funzioni dello stesso sono nel ritardare anche sine die ogni riforma, od agire affinchè il compromesso sia al massimo ribasso possibile? La posizione di chi mi guarda paterno e mi fa pat pat sulla spalla dicendomi "stai tranquillo tanto il nuov senato sarà sempre a maggioranza di sinistra visto che è espressione dele autonomi locali" mi indigna ancor di più, se possibile. Siamo di fronte alla stessa posizione di sempre: quello che davvero interessa è far dispetto alla propria moglie attraverso la ben nota pratica castratoria. Che cosa succederà adesso? Abbiamo di fronte due strade, tanto per semplificare: la prima è che la maggioranza PD, FI ed NCD vada avanti col suo compromesso, blocchi ogni ulteriore aggiustamento e tiri dritto per le tre votazioni che rimangono. E non me lo auguro. La seconda è che abbiano ragione i tanti soloni che sorridendo in questi giorni dicevano sottovoce "tranquilli, tanto alla Camera si aggiusta tutto". E allora spero che qualcuno si ricordi di questo obbrobrio di emendamento, che abbia il coraggio di cancellarlo e sappia smascherare la sceneggiata sulla libertà di espressione e la rilevanza dei temi etici che ad esso sono collegati. Sta a tutti e tutte noi, alla nostra capacità di iniziativa politica, far si che il detto "La speranza è 'ultima a morire" non sia solo consolatorio. Ma impegno. Enzo Cucco presidente Associazione radicale certi diritti 11 agosto 2014

lunedì 14 luglio 2014

LA VIA PER IL MATRIMONIO EGUALITARIO. LA SITUAZIONE IN ITALIA OGGI.

Nell’ultimo mese sono accadute tre cose rilevanti per il futuro del matrimonio egualitario in Italia: 1. La sentenza della corte costituzionale n. 170 ( http://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?anno=2014&numero=170 ) 2. il deposito del disegno di legge unificato in Commissione Giustizia al Senato sulle unioni civili ( http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=17&id=781308 ) 3. le dichiarazioni di Berlusconi (un articolo per tutti http://www.ilgiornale.it/news/interni/unioni-civili-lapertura-berlusconi-e-dibattito-nel-1033280.html ) Rilevanti ma non decisive, ovviamente. Ed appare ormai chiaro che, OGGI, l’obiettivo del matrimonio egualitario ottenuto in QUESTO Parlamento stia diventando sempre più remoto. Ed i motivi sono tutti politici, non giuridici. Ma questo non toglie che debba essere riaffermato dalle nostre richieste e rimanere il vero punto di arrivo della nostra strategia. In questo sono quasi del tutto d’accordo con il fronte del NO. E mi spiego tra un poco, dopo qualche riflessione che vorrei condividere con voi. Le due strategie Come è ormai chiaro, in Italia si sono sviluppate, spesso senza parlarsi, due differenti strategie per il riconoscimento della parità piena delle famiglie composte da persone dello stesso sesso: una è quella delle cause pilota, l’altra è quella che agendo su advocacy e lobbismo lavora sui partiti che, seduti in Parlamento, devono produrre le leggi necessarie. La seconda strategia, ad oggi, non ha prodotto nulla, la prima qualcosa si (la sentenza della corte costituzionale n. 138/2010, la sentenza del Tribunale di Reggio Emilia, la sentenza della cassazione n. 4184/2012, per alcuni versi anche l’ordinanza del Tribunale di Grosseto). Molti pensano che le strade siano separate o addirittura inconciliabili, o che siano condannate entrambe al fallimento: nè partiti né corti accoglieranno mai la piena uguaglianza. Io penso che questo sia un errore, davvero grave, per chi si trova nella situazione italiana che non ha pari tra i paesi europei. Nessuno come l’Italia ha un Vaticano così pervasivo e manipolatore, ma soprattutto nessuno ha una classe dirigente (tutti, giornalisti compresi e non solo politici e magistrati) così supina e facilmente manovrabile come la nostra. Credo che il perseguire entrambe le strade sia necessario, anzi siamo condannati a questo doppio percorso, e provo a spiegarmi offrendo qualche riflessione sulle tre novità citate. Perché l’alternativa è abbandonarsi al pessimismo autodistruttivo (di cui i social media sono uno straordinario moltiplicatore) o all’infantilismo politico tipo: “se vince Tizio (e metteteci pure il nome che volete voi) tutto si risolve”. Le cause pilota e la sentenza della corte costituzionale 170/2014 Dire che la sentenza 170/2014 non abbia conseguenze sullo sviluppo della strategie delle cause pilota in Italia sarebbe da miopi. Dire che l’intera strategia è fallita, altrettanto. Non discuto di questioni giuridiche nel dettaglio ma è chiaro che siamo di fronte ad una corte che si rifiuta di fare soprattutto due cose: connettere il tema del matrimonio egualitario al principio di uguaglianza e continuare con l’equivoco di interpretare l’art. 29 in senso storico e non evolutivo. Agli occhi dei più questa sentenza è sembrata un grande passo indietro rispetto alla sentenza n. 138 del 2010; io credo invece che la corte sia semplicemente rimasta sugli stessi pregiudizi: anche un bambino sa che i costituenti quando hanno scritto l’articolo 29 avevano in mente un matrimonio tra persone di sesso opposto. Ma la corte si ostina a non fare un altro passo, ovvero stabilire che questa interpretazione storica non sia per nulla ostativa ad una riforma della legge che estenda il matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso. O per lo meno: la 138 lo diceva abbastanza esplicitamente che il Parlamento ha tutte le opzioni possibili. La 170 no, anzi. La società si è evoluta, la maggioranza dei paesi europei anche, noi siamo bloccati nel limbo giuridico di chi non nega la possibilità teorica che il Parlamento possa legiferare sui matrimoni egualitari ma si nasconde dietro un codice civile superato da decenni. Scaricando tutte le responsabilità sul Parlamento (ed il Parlamento ha sicuramente tutte le responsabilità del caso) mentre non fa mai quel passo in più che dovrebbe. L’avrebbe potuto fare, infatti, proprio nel caso di una coppia dello stesso sesso formata da due donne, una delle quali ha scelto la strada dell’intervento chirurgico, ed invece ha fatto l’esatto contrario, dicendo in modo esplicito che l’unico istituto che il Parlamento può assumere per sanare l’evidente incostituzionalità della legge 164 sia quello del riconoscimento delle unioni civili. Questo infatti è il passo più pericoloso, sul piano politico, della sentenza. Perché escludere che il caso possa essere sanato inserendo nell’ordinamento italiano il matrimonio egualitario? Non ha un obiettivo politico-culturale questo indirizzo, visto che giuridicamente si fonda su poche e superatissime teorie? Non è un caso infatti che il fronte del No abbia gioito di fronte a questa interpretazione costituzionale e rinforzato il muro contro il matrimonio. Lascerei da parte gli argomenti di chi critica la scelta di andare davanti alla corte su questo caso: io questa scelta la condivido in pieno perché è solo continuando azioni di questo tipo che si sollecitano le corti in una nuova direzione, non il contrario. Certo bisogna essere cauti nel cercare di calcolare le conseguenze delle azioni giudiziarie intraprese, e credo che si debba stare all’erta sulle prossime nomine di giudici costituzionali ed anche sull’applicazione, inasprita, delle norme contro l’abuso del processo (si veda l’art. 41 del DL di riforma della Pubblica Amministrazione). Ma ritengo che la strategie delle cause pilota con la sentenza 170 abbia semplicemente accusato uno stop, non certo il fallimento finale. E’ stato così per molti altri casi del passato, e lo sarà anche su questo tema visto che i Paesi le cui civiltà giuridiche sono comparabili alla nostra sono ormai quasi tutti schierati a favore dle matrimonio egualitario. Peraltro la strada è obbligatoria perché io tutta questa fiducia nell’azione del Parlamento francamente non ce l’ho, e se si vuole da una parte spingere il legislatore ad intervenire e dall’altra cercare di ottenere per via giudiziaria quello che per via normativa ci è negato, la via delle cause pilota è quella che deve essere perseguita con forza e determinazione, senza farsi scoraggiare da stop temporanei. Si sente, invece, molto forte il bisogno di confrontarsi per fare strategia. E da questo punto di vista la freddezza delle associazioni accompagnata da inutili contrapposizioni tra gli avvocati patrocinanti, non facilita questo lavoro che potrebbe aiutarci, e tanto, nel cercare cause sempre più imprtanti, condurre processi, affrontare le spese necessarie, fare campagna di comunicazione…. Il testo unificato sulle unioni civili e le convivenze L’altra grande novità, pochissimo commentata, è il parto della Commissione Giustizia in merito a un testo unificato tra i vari presentati per il riconoscimento delle unioni civili. Ovvio che su questo rogetto pesa il suo stesso futuro: sarà votata dalla Commissione con o senza emendamenti? E quali? E come si comporterà l’aula del Senato? E alla Camera? Tutte domande che ci riempiono di preoccupazione, soprattutto alla luce di come è andata alla Camera la discussione sulla proposta di legge contro omo e transfobia, entrata in un modo ed uscita in un altro (e meno male che giace ancora in Senato). Se poi aggiungete anche l’ultima suspense rispetto alla posizione specifica di Renzi, che non ha ancora espresso il suo parere su questo testo (è questo quello che si augura che passi o lascia lavorare le Camere?) voi capirete come i margini per esaminare seriamente il testo siano pochini. Eppure i passi avanti fatti con il testo sono importanti, per l’Italia. Soprattutto questi: - l’aver preso in considerazione due istituti differenti, che delineano un accenno di riforma del diritto di famiglia complessivo accogliendo forme di unioni (per tutti e tutte) basate su accordi; - l’aver di fatto equiparato le unioni civili (solo per le persone dello stesso sesso) ai matrimoni, con l’eccezione dell’art. 6 della Legge 184 (adozioni). Per il resto si possono avanzare critiche anche molto profonde al testo presentato, e l’Associazione radicale certi diritti ha assunto una posizione che pur riconoscendo i passi avanti coglie tutti i limiti potenzialmente segregazionisti di tale legge ( http://www.certidiritti.org/2014/07/13/unioni-cicvili-nel-testo-unificato-presentato-al-senato-un-passo-avanti-ma-verso-il-segregazionismo-giuridico/ ) Per il momento credo sia necessario sottolineare che, sul piano politico, una associazione che si ponga l’obiettivo di far concreti passi avanti nella direzione del riconoscimento di diritti e doveri delle famiglie formate da persone dello stesso sesso non si può chiudere nell’angolo dei NO a prescindere, ma tenere aperti e coltivarli ( se è il caso chiederli ) gli spazi di interlocuzione con Governo e Parlamento su questa proposta, per tentare la strada dell’advocacy al fine di ridurre al minimo i danni che una cattiva legge può produrre. Compresi gli anni di cause che ci aspettano se passa una cosa di questo tipo. Volete una prova? Guardate alle differenze tra il testo unificato ufficiale approvato nella seduta del 2 luglio e quello presentato nella seduta del 24 giugno sempre in Commissione: le piccole modifiche apportate sono in realtà grandi passi avanti per un testo meno confuso e attaccabile. Segno che spazi di intervento ci sono, fino all’ultimo secondo possibile. Questo significa che le associazioni fanno bene a incontrarsi (come si è fatto a Roma e spero si faccia di più nel futuro) per discutere e, possibilmente, definire strategie comuni. Magari questa è la volta buona che si trova una quadra per formare alleanze su obiettivi concreti (poi ognuno si faccia il suo Pride e si prenda cura della sua identità). E fanno soprattutto bene a chiedere, privatamente e pubblicamente, confronti sulla proposta con tutti (dico tutti) i partiti seduti in Parlamento. Abbandonando i pregiudizi che tutti noi abbiamo (“con quello non parlo”, oppure “o matrimonio civile o nulla”) per ragionare in termini di obiettivi concreti da raggiungere. Quello che cambia in questi giorni, infatti, non è tanto il nostro obiettivo finale (il matrimonio egualitario), ma la nostra capacità di con-vincere che si tratti di un obiettivo fattibile e utile, l’unico capace di superare le contraddizzioni anche forti che questo tipo di legge porterebbe con se. Siamo certi che ci saranno prezzi da pagare, e già si profilano all’orizzonte interventi del Governo “a favore della famiglia” (le avete lette bene le ultime dichiarazioni di Alfano?). Ma l’alternativa quale è? Stare alla finestra e aspettare che il Parlamento partorisca, grazie al compromesso peggiore possibile, e onanisticamente accontentarsi delle invettive e dell’ironia che sui social riversiamo. Quindi anche in questo caso l’obiettivo è sempre lo stesso: discutere con tutti, fino all’ultimo secondo, sostenere le nostre tesi e argomentare (produrre fatti non solo teorie) sulla bontà della nostra soluzione e sui pericoli che certe vie mediane possono rappresentare. La cosidetta novità Berlusconi Non mi esprimo sulla tessera ad Arcigay per Feltri e la Pascale perché si tratta di questioni interne a quella Associazione, che ha uno Statuto, delle regole quindi, alle quali fare riferimento in questi casi. Ma francamente faccio fatica a considerare le posizioni ribadite da Berlusconi come nuove e interessanti. Quelle della Pascale si, e mi spiego. Berlusconi ha ripetuto quello che ha detto tante altre volte: sì ai diritti delle coppie gay, no a matrimoni e adozioni. Non c’è alcuna novità in questo se non nell’averlo detto con chiaro intento di spiazzamento della compagine conservatrice cercando di mettere nell’angolo NCD e riaffermare che le vere riforme si fanno tra PD e FI. Giochetti, insomma, dove il centro della questione è tattico, non sostanziale. E che comunque rischia di infrangersi sulle sutupidaggini di un Brunetta qualsiasi. La Pascale invece ha detto non soltanto cose molto più forti (si al matrimonio) ma sta cercando in modo più incisivo del suo fidanzato di svecchiare l’immagine del principale partito di centro destra su questi temi. Forse si sono accorti di quello che accade nella CDU, tra i Tory e i Repubblicani statunitensi. Forse ci sono anche questioni tattiche interne (di certo la fidanzata non si esprime con tanta pubblicità se il fidanzato non è d’accordo … ). Ma a chi ha a cuore la crescita dei diritti per le persone lgbti in questo paese, deve saper utilizzare le parole ed i gesti della Pascale come un cacciavite, un apri bottiglie, insomma, un aggeggio per sbloccare la nostra destra. Vero ostacolo di ogni cambiamento perché la destra del PD di fronte a una Forza Italia che cambia non avrà tutto il potere che oggi ha. Io, la Pascale, la porterei in giro come una Madonna pellegrina, facendone una icona dei diritti veri, e non delle moine e dei bacetti che in queste occasioni ci cadono addosso come il riso sugli sposi. Perché noi ab biamo tutto l’interesse che anche la destra cambi e dobbiamo smetterla di fare l’esame del sangue a chi cambia idea. Quello che dobbiamo fare Lo hanno ben detto i cattolici del fronte del NO: il testo presentato nella Commissione Giustizia del Senato potrebbe essere il primo passo verso il matrimonio egualitario. Io penso che loro abbiano ragione, nel senso che si deve lavorare perché di questo si tratti. E sono anche stufo dei pissi pissi bau bau che arrivano da un sacco di fronti, che ci chiedono di abbassare i toni, di essere più arguti, più attenti a non alimentare la polemica del conservatori. Loro non ne hanno bisogno perché tutto quello che sarà concesso lo vedranno come l’apertura di una crepa nella diga della conservazione. Mentre noi vogliamo che questa diga, nel modo meno cruento e più disciplinato possibile, si spezzi una buona volta. Ci aspettano mesi durissimi, il cui esito finale non è né certo né facilmente raggiungibile. Quindi ci servono forti argomenti, tante iniziative, trasparenza e buona comunicazione, oltre a tanta unità di obiettivi. Ci servono molte cause pilota, perché quella via è necessaria, e tanta advocacy intelligente e sensibile. Possibilmente insieme a tutti e tutte coloro che hanno a cuore la Riforma del Diritto di famiglia nel nostro Paese. Enzo Cucco Presidente Associazione radicale certi diritti 14 luglio 2014 (la presa della Bastiglia….)

giovedì 5 giugno 2014

LE MANIPOLAZIONI DI AVVENIRE E LE TIMIDEZZE DELLA MINISTRA GIANNINI

Avvenire di oggi titola che la Ministra Giannini avrebbe detto alla Camera ieri "mai più gender a scuola": http://www.avvenire.it/famiglia/Pagine/basta-gender-a-scuola.aspx : falso. Leggetevi lo stenografico del suo intervento e vedrete che non dice nulla di più di quanto abbia detto nei mesi passati sulla vicenda della lotta alla omofobia nella scuola italiana e il ruolo di UNAR: http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0239/stenografico.pdf pagina 42. Qualche riflessione però la farei su questa risposta della Ministra Giannini: 1. non difende mai l'operato di UNAR, nè sul caso specifico nè in generale, dal quale prende solo le distanze. Perchè? 2. parole generiche, anche se giuste, di impegno contro l'esclusione sociale e le iniziative a favore delle diversità, ma mai una volta che gli scappi la parola esplicita della lotta all'omofobia e alla transfobia come parte integrante, anzi importante, della lotta contro il bullismo. Com se ci fosse paura a esprimere questo concetto che anche le pietre ormai sanno. Da questo punto di vista bisogna stare all'erta sulle prossime linee guida del Ministero su come trattare il bullismo a scuola. Ed ovviamente il tema non è quello di tenere escluse le famiglie e gli organi colleggiali dalle scelte che si fanno (mai avvenuto per altro) ma stare attenti che all'interno della circolare non siano nascosti meccanismi censori. Come ho spesso detto la grande battaglia è su questo, ovvero sull'accesso alle scuole da parte dell'associazionismo e il controllo su come il Ministero spenderà i prossimi 10 miloini contro il bullismo. 3. nella risposta si fa riferimento alla Strategia lgbti del Ministero (ricordiamocelo, è stata assunta con Decreto ministeriale, quindi è del Ministero non "solo" dell'UNAR .....) ma permangono tutti i dubbi sul suo completamento integrale. Per esempio si farà l'attività di formazione ai dirigenti del Ministero dell'Istruzione, prevista e sospesa dal Ministero stesso? E continuerà a farla il Comune di Torino? Saranno escluse le associazini lgbti dal etestimonianze previste, come a gran voce richiesto dai fondamentalisti vari, compresi qualche ministeriale? 4. per favore toglietevi lo sfizio di leggere sia il testo dell'interrogazione a risposta immediata (ma era ammissibile?) http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=19454&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+IMMEDIATA+IN+ASSEMBLEA%27 sia gli interventi del deputato Rampelli sulla materia: sono un vero campionario di supeficialità e ignoranza. 5. la Ministra trova il tempo di incontrare tutti: associazioni ipercattoliche, deputati e senatori vari, ma non le associazioni lgbti. Non ne trova il tempo? O la voglia? E il suo Ministero, i suoi Dipartimenti, investono un decimo della solerzia che usano per tenere a bada i fondamentalisti per offrire altrettante risposte alle associaizioni lgbti? 6. le manipolazini di Avvenire sono evidenti: non solo la Ministra non ha mai procunciato le parole "mai più gender nelle scuole" ma non c'è traccia nel suo intervento di alcuna affermazione favorevole al cosiddetto "contradditorio" nelle scuole su questo argomento. Come a dire che ogni qual volta si parla di antisemitismo bisogna garantire il "diritto" ai negazionisti di parlare, o quando si parla di astrofisica il diritto ai vetero-creazionisti di sostenere che il sole giri intorno alla terra. Un ulterior esegno della manipolazione e della strumentalizzazione che questo fronte riesci a costruire su ogni stormir di fronda. Una ultima affermazione. Come è sempre stato evidente, e come dicciamo da anni, la lotta contro omofobia e transfobia o diventa patrimonio della società o si trasforma nel capriccio di una minoranza petulante e poco concludente. Garantire un corretto trattamento della materia nelle scuole che lo richiedono, è essenziale, per non cadere nel tranello retorico dei fondamentalisti che con il cavallo di troia della libertà di espressione tentano di ri-sdoganare teorie inesistenti e vecchie crociate. Ora più che mai, quindi, i Consiglii di Istituto, i Collegi docenti, le associazioni familiari, le Istituzioni devono far sentire la loro voce contro queste interessate e pacchiane manipolazioni ed a favore di indipendenza e libertà di espressione autentiche. Ora più che mai. Enzo Cucco Presidente Associazione radicale Certi Diritti http://gayindependent.blogspot.it/ 5 giugno 2014

mercoledì 14 maggio 2014

LA DIFFERENZA TRA LE PAROLE E I FATTI NELLA LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI

Chiedo scusa da subito se questa piccola notarella risulterà pesante e parziale, ma la questione merita, e vi chiedo la pazienza di andare fino in fondo perchè molto di quello che si riuscirà a fare nella lotta contro le discriminazioni in Italia fino al 2020 dipende da come questa vicenda verrà risolta. Allora: forse sapete anche voi che i fondi strutturali (soprattutto Fondo Sociale Europeo, FESR e Fondo per l'Agricoltura) sono le principali fonti di finanziamento per le politiche nazionali. Il FSE è fondamentale per le politiche del lavoro e parte delle politiche dell'istruzione. Nello scorso anno sono stati approvati i regolamenti della nuova programnmazione comuniteria ( qui trovate quello per il FSE: http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:32013R1304&from=IT , guardate articolo 3, e qui trovate quello per tutti i fondi strutturali http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:32013R1303&from=IT , guardate articolo 9) e tutti abbiamo salutato come un grande passo avanti l'approvazione dell'articolo 8 del Regolamento FSE (n. 1304/2013). Lo riporto integralmente, tanto per farvi capire che proprio non si può far finta di non averlo capito: " Gli Stati membri e la Commissione promuovono pari opportunità per tutti, senza discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale, mediante l'integrazione del principio di non discriminazione conformemente all'articolo 7 del regolamento (UE) n. 1303/2013. Attraverso l'FSE gli Stati membri e la Commissione sostengono altresì azioni specifiche nell'ambito delle priorità di investimento definite all'articolo 3 e, in particolare, all'articolo 3, paragrafo 1, lettera b), punto iii), del presente regolamento. Tali azioni sono volte a lottare contro tutte le forme di discriminazione nonché a migliorare l'accessibilità per le persone con disabilità al fine di accrescere l'integrazione nell'occupazione, nell'istruzione e nella formazione, migliorando in tal modo l'inclusione sociale, riducendo le disuguaglianze in termini di livelli d'istruzione e di stato di salute e facilitando il passaggio da un'assistenza istituzionale a un'assistenza di tipo partecipativo, in particolare per quanti sono oggetto di discriminazioni multiple." E, ancora più chiaramente, lo stesso Regolamento prevede che all'obiettivo tematico di combattere l'eslusione sociale e l'eliminazione "di tutti i tipi di discriminazione" (art. 4 del Regolamento n. 1304/2013) siano dedicate almeno il 20% del totale delle risorse finanziarie a disposizione. Fate un semplice calcolo: una Regione come il Piemonte più o meno avrà a disposizione circa 1 miliardo in sette anni, molto di più le regioni del Sud..... Non che le passate programmazioni non lasciassero spazi per interventi antidiscriminazioni: il Piemonte lo ha fatto, ed anche altre regioni, sempre tenendo in considerazioni la versione più ampia della definizione di descriminazione sulla base dell'art. 19 del TFEU che, per chi non lo sapesse, elenca le ormai famose (o famigerate) aree di potenziale discriminazione entro le quali i Paesi dell'Unione devono operare per rimuoverne le cause. E questo articolo riporta esplicitamente l'orientamento sessuale tra le sei cause. Ma chi si occupa di queste materie sa come la dizione esplicita di questa area tematica consente più direttamente e senza blocchi burocratico-interpretativi l'accesso a questi fondi da parte degli enti gestori, ovvero Ministeri e Regioni. E non stiamo parlando di bruscolini, ma di miliardi che sono le uniche fonti di finanziamento di cui disporremo nei prossimi sette anni. Parte pagati dall'UE, parte dalle Regioni e parte dallo Stato. Comprensibile, quindi, la corsa ad ostacoli di tutte le amministrazioni, centrali e regionali, per infilare dentro alla programmazione prevista ogni tipo di previsione per far si che sia più facile nel futuro finanziare quello e quell'altro. Ed anche molto più che comprensibile che si ritenga la coperta sempre troppo corta, se pensate al mare di problemi che con questi fondi si devono affrontare, dalla lotta alla povertà, alla disoccupazione, ecc. ecc. Ma perchè la lotta tra poveri deve sempre finire con la messa in un angolo delle politiche antidiscriminatorie che con questi fondi possono essere attivate? Visto che altri fondi lo Stato non trova? Seguitemi. Il meccanismo dei fondi strutturali prevede, tra le mille cose, che si approvi tra UE e paesi membri il cosiddetto Accordo di Programma. Solo dopo l'approvazione di questo importante documento sia lo Stato, attraverso i PON, che le Regioni, attraverso i POR, potranno cominciare a investire. L'Accordo di Programma è un documento importante perchè, tra l'altro, usando una specifica previsione dei Regolamenti che parlano di "concentrazione tematica" (articolo 18 del Regolamento n. 1303/2013 ) consente agli stati membri di individuare le priorità dei propri interventi, di fatto scegliendo tra i tanti obiettivi possibili quelli che meglio si adattano al raggiungimento degli obiettivi tematici, e qui dovete leggere in modo incrociato l'art. 9 del Regolamento 1303, soprattutto l'obiettivo 9, e l'articolo 3 del Regolamento 1304. L'Italia ha inviato all'esame dell'Unione Europea una versione di Accordo di Programma (credo sia la seconda) che, guarda caso, ha cancellato insieme a tante altre cose, anche l'obietivo tematico 9.iii) proposto dalle Regioni: "Lotta contro tutte le forme di discriminazione e la promozione di pari opportunità". Le pari opportunità rimangono all'obiettivo 9.i) a con questa formulazione: "inclusione attiva, anche per promuovere le pari opportunità e la partecipazione attiva e migliorare l'occupabilità". Come risulta evidente da chiunque legga il documento dall'obietivo 9 sono stati chirurgicamente tolti tutti i riferimenti alla lotta alla discriminazione, lasciando solo una blanda citazione della questione rom. E badate io mi sto concentrando solo sulla lotta alle discriminazioni, ma il documento potrebbe essere criticato per molte altre cose che mancano. A cascata, se il documento fosse approvato, sia lo Stato che le region si sentiranno autorizzate a NON inserire la lotta a tutte le discriminazioni tra le priorità indicate, mettendo obiettivamente più di un freno a chi nelle regioni e nello stato, intendessero operare con iniziative specifiche. Che significa, tra l'altro, punire il Dipartimento Pari Opportunità e l'UNAR. L'Unione Europea deve esaminare questo documento ed esprimere il suo accordo, ed io spero vivamente che la Commissione usi tutti i suoi mezzi per mettere in evidenza come la lotta a tutte le forme di discriminazione, così chiaramente indicata nei regolamenti, non sia per nulla citata con la stessa chiarezza nell'Accordo di Programma proposto dall'Italia. Certo possiamo consolarci pensando che le regioni virtuose comunque troveranno il modo di inserire iniziative antidiscriminatorie in questo contesto, ma non è questo il miglior modo per facilitare chi rema contro e dare sponda a chi ripete come un mantra che mancano le risorse? Certo possiamo sostenere che le politiche antidiscriminatorie debbano sostenersi con altre risorse, sia europee che nazionali. Ma dove sono queste risorse? E perchè per mesi ci siamo sentiti rispondere dai responsabili nazionali che la fonte d ogni possibile risorsa sarebbe stata quella dei fondi strutturali se poi tentano di nascondere sotto il tappeto questa opportunità? Ed ancora possiamo benevolmente pensare che tutto questo non sia dovuto ad una mente cattiva e discriminatoria, che con dolo abbia operato questa esclusione. Ma se si pensa alle centinaia di milioni che le regioni, soprattutto quelle del Sud, non sono state in grado di spendere in questi anni, ed alla esiguità dei fondi necessari per attivare iniziative virtuose in questo campo (una manciata di milioni contro le centinaia e centinaia di milioni che la formazione professionale drena, tanto per esemplificare ..... ..) vien davvero da pensare che di buone intenzioni è lastricato l'infermo. In altre parole: se questo Accordo di Programma passa in questo modo sarà più difficile in Italia fare investimenti concreti, e non solo parole, nella lotta contro tutte le forme di discriminazioni, soprattutto in ambito lavorativo (ma con importanti possibilità anche in quello dell'istruzione). Credo sia il caso di parlarne. Ministro Poletti e Presidente Renzi: nulla da dichiarare? Enzo Cucco Associazione radicale certi diritti

domenica 30 marzo 2014

COSA HANNO IN COMUNE BAGNASCO PUTIN E THATCHER?

Dovete aver pazienza, ma le menzogne si costruiscono sull'informazione parziale e manipolata. Dunque è necessario ricostruire quanto appare sui quotidiani, e quanto non appare: il 28 marzo scorso il sottosegretario Silvia Velo (PD, Ambiente) ha risposto ad una nuova interpellanza dell'NCD ( Alessandro Pagano) sulla questione dei materiali prodotti dall'Istituto Beck contro le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere, e commissionati dall'UNAR. Sono i materiali su cui si è scatenata una campagna denigratoria di tanti fondamentalisti cattolici, culminata dalle dichiarazioni di Bagnasco. Come ricorderete la parziale promozione di questi materiali era stata censurata dall'allora Vice Ministro alle Pari Opportunità Guerra, ed aveva prodotto una lettera di censura al direttore UNAR. Perchè? Nella risposta (molto burocratica) del Governo si annida una mezza bugia: si richiama un Protocollo di Intesa tra Dipartimento Pari Opportunità (di cui UNAR è parte) e Ministero Istruzione, rinnovato dal Governo Monti il 30 gennaio 2013, dove è previsto un articolo 7 che stabilisce il coordinamento tra Ministero e Dipartimento per le iniziative realizzate all'interno del Protocollo http://www.pariopportunita.gov.it/images/prot_dpo-miur_2013.pdf Una dizione amplissima, come potete leggere anche voi, ed un protocollo molto generico che non stabilisce affatto che TUTTE le azioni rivolte alle scuole rientrino in questo Protocollo. Figuratevi cosa accadrebbe se tutti i materiali didattici usati nelle scuole dovessero passare al vaglio del Ministero. Leggetevi la lettera di incarico dell'UNAR che non cita affatto il Protocollo http://www.governo.it/AmministrazioneTrasparente/BandiContratti/Archivio/Beni_servizi/pari_opportunita_unar/ISTITUTO_BECK.pdf Certo, tra Amministrazioni dello Stato ci si dovrebbe comportare in modo collaborativo: ci si confronta sui temi, si condividono i materiali, si riuniscono i gruppi di lavoro e si lavora. Sarebbe interessante sapere se il Comitato attuativo del Protocollo si sia mai riunito ed abbia prodotto qualcosa. Magari se ha deciso in qualche sua seduta la produzione di quesi materiali (la lettera di incarico all'Istituto Beck risale al 19 dicembre 2012). Ma se non lo avesse fatto non c'è nessuna norma, ripeto nessuna norma, che prevede che i materiali didattici extra curriculari proposti alle scuole debbano passare il vaglio del Ministero. Per il semplice motivo che si tratta di attività facoltative (e non potrebbe essere diversamente) la cui realizzazione sta nella piena libertà degli isegnanti. Che le assumono secondo le procedure ordinarie, ovvero proponendole ai Consiglio di Istituto (dove sono presenti genitori e allievi, oltre che docenti) ed ai Collegi docenti. Che sono gli unici organismi che hanno potesta decisionale su quesrta materia. Tutto ciò a salvaguardia di un diritto fondamentale sempre salvaguardato nella scuola italiana, che è la libertà di insegnamento che, al di fuori delle attività curriculari per le quali esistono programmi definiti è assoluta, a garanzia di ogni intervento censorio o autoritativo degli organi centrali. Tutto quello che produce il Ministero è sussidiario alla libera iniziativa dei protagonisti della scuole, che sono docenti, allievi e genitori. Il limite sta nel diffondere informazioni errate od offensive. Dico di più: i materiali autorizzati e prodotti da una amministrazione dello Stato passano il vaglio degli organismi di controllo che ne certificano l'adeguatezza all'incarico approvato. Sostenere che questi materiali siano inadeguati significa mettere in discussione i controlli della Presidenza del Consigio dei Ministri, del DPO e dell'UNAR a tutti i livelli, e non solo quelli formali ma quelli sostanziali. Chi contesta quei materiali sta dicendo che Presidenza del Consiglio, DPO e UNAR hanno approvato materiali sbagliati nella sostanza od offensivi nei confronti di qualcuno. E siccome questo è difficile da sostenere si scaricando tutto sull'UNAR. Ora, possiamo essere critici quanto vogliamo sull'istituzione e il funzionamento di questo organismo, ma non capire che in questo caso l'UNAR è diventato lo scaricabarile di una grana che nessuno vuole affrontare è miope, cinico, poco intelligente e oggettivamente pericoloso. E qui si arriva al punto: ma li avete letti i materiali? Io ne sono venuto a conoscenza dopo le polemiche, e li ho recuperati di straforo, ma spero che a breve possano essere disponibili sul sito di certi diritti, come già accade su altri siti, alla faccia del blocco degli stessi. Vi prego leggeteli senza pregiudizio e cercate di scoprire informazioni scorrette od offensive nei confrotni di qualcosa o qualcuno. Non ne troverete. Ma SEMPLICEMENTE troverete l'uso di un linguaggio positivo nei confronti di omosessualità e transessualità. Al di là di ogni falsa polemica formale sollevata da questo e quello, e dalle autentiche menzogne che NCD e Curia stanno diffondendo a piene mani senza alcuna prova fattuale, il nodo di tutto sta nella cosiddetta PROPAGANDA che i fondamentalisti vari leggono in quelle pagine. Il gioco retorico su cui si costruisce tutto ciò si costruisce su due affermazioni apodittiche, prive di riscontri concreti: 1, ogni discorso contro l'omofobia limita la libertà di espressione 2. ogni discorso positivo su omosessualità e transessualità è propaganda Se non si riesce a censurare (come vorrebbero) queste affermazioni almeno si garantisca la voce di chi la pensa diversamente. Ovverso si riportino le tesi sostenute dalla gerarchia cattolica che considerano tutto questo come violazione dei principi della libertà individuale e della famiglia. Cioè l'esatto contrario della realtà. Quando ci racconteranno la verità sullo stop dei corsi rivolti ai dirigenti MIUR su tali materie verrà fuori evidente che il problema era questo, e nessun altro. Impedire che questi temi siano affrontati in modo scientifico e oggettivo, ma ridurle ad una contrapposizione di opzioni culturali. E via con l'elencazione di stupidaggini sulle "scelte omosessuali", ecc. ecc. L'ossessione di combattere contro la Propaganda omosessuale unisce Putin e le leggi russe contro la progaganda, Thatcher e la follia che fu la section 28 del 1988 e gli argomenti usati da Bagnasco & C. su questi argomenti. La realtà è questa, senza sfumature. Contro la Thatcher si schierò un fronte vastissimo di forze politiche, che non riuscirono a impedire l'approvazione della norma, ma almeno la sua non applicazione. Fallimento completo, almeno fino ad oggi, l'azione contro le leggi della federazione russa. Ora ci prova Bagnasco, attraverso l'influenza mediatica e culturale. Perchè la sinistra italiana fa finta che non sia così? Perchè i cosiddetti liberali e laici italiani chiudono occhi orecchie e bocche su questo tema? Credo che sia ora di svegliarsi, davvero. Enzo Cucco presidente Associazione radicale Certi Diritti 29 marzo 2014

martedì 25 marzo 2014

UN BRUTTO SEGNALE DA TORINO

Non credo che Piero Fassino sia consapevole della gravità simbolica del suo gesto. In breve: lunedì 24 marzo nel consiglio comunale torinese l’Assessore Ilda Curti difende il lavoro del Servizio lgbt del Comune, in particolare alcune schede didattiche prodotte dal Servizio a sostegno degli interventi contro omo-transfobia nelle scuole. Le difende contro l’attacco sferrato dal consigliere comunale Magliano, giovane esponente di CL, consulente di Cota e presidente del Centro Servizi volontariato VSSP (qui trovate l’interpellanza http://www.comune.torino.it/consiglio/documenti1/atti/testi/2014_00912.pdf sullo stesso sito dovrebbero pubblicare la risposta dell’Assessore). La storia sembrava chiusa lì, invece martedì 25 il Sindaco chiede ed ottiene la rimozione delle schede dal sito comunale, sconfessando il lavoro della struttura, della dirigente e la posizione dell’Assessore stessa. Perché? Pare che le schede contengano dichiarazioni offensive nei confronti della chiesa cattolica. Addirittura, e dove? Cerca che ti ricerca io francamente non ho trovato nulla di offensivo. Ora le schede non le trovate più lì ma potete scaricarle e consultarle direttamente dal sito della mia associazione www.certidiritti.it . Un paio di schede sono dedicate all’ Antico e al Nuovo Testamento, ovvero alle fonti bibliche dell’odio nei confronti delle persone omosessuali, e sembra che questo sia il materiale incriminato. Aiutatemi anche voi: in che cosa dovrebbe essere offensivo affermare che le parole di Paolo di Tarso sono alla base della condanna contro le persone omosessuali che ha causato (e le schede non lo dicono peraltro) veri e propri crimini: roghi, violenze, discriminazioni, e via elencando ogni nefandezza di cui la chiesa, si la chiesa cattolica, si è macchiata nel corso dei secoli contro le persone omosessuali. C’è uno storico che può contestare questa cosa? Perché dovremmo cambiare il passato sulla base di un presente di accoglienza e moderazione (si fa per dire….)? Tutto qui, direte voi? Si, tutto qui: il Sindaco fa la parte del solerte amico dell’Arcivescovo, Magliano ha una stelletta in più per la sua prossima campagna elettorale regionale e chissenefrega dei cittadini. Non si dovrebbero fare delle verifiche prima di un gesto simile? Anche perché la conseguenza diretta di una tale presa di posizione, all’indomani delle ottime dichiarazioni dell’Assessore, non può che essere una sconfessione politica dell’Assessore stesso e un procedimento disciplinare a carico dei responsabili del fatto. O no? Niente di tutto questo. Da domani l’ufficio di comunicazione cercherà di minimizzare, il Sindaco, nel chiuso del suo ufficio, sacramenterà un po’ contro i gay rompicoglioni e i vari fondamentalisti faranno festa. Alla faccia della verità dei fatti, della indipendenza della struttura comunale e del suo fin eccessivo scrupolo nei confronti di tutto e di tutti. Tanto i gay elettoralmente non contano nulla, meglio tenersela buona la curia, non si sa mai…. A me rimane una rabbia addosso che non vi dico… e cercherò di farmela passare tenendomi lontano dai dolci e dalle cose contundenti. Rabbia per gli anni e anni di militanza, di rapporti col Comune e di toni “bassi” sulle tante cose che pure la nostra Città, capitale dei diritti, fatica a fare. E trovo inaccettabile la sintonia di questa presa di posizione del Sindaco con tutto quello che succede contro l’UNAR, la Strategia nazionale lgbti, i Corsi MIUR e via elencando. Una pesantissima coincidenza dei tempi politici di chi persegue lo stesso obiettivo, con dolo o per colpa: metterli a tacere sti rompi…. dei gay. Il gesto in sé è poca cosa, ma il valore simbolico a cui il Sindaco non ha pensato è enorme: a sua insaputa (sic!) si è schierato anche lui a fianco di chi, sotto la menzogna della lotta per la libertà di espressione, difende solo potere, ideologia e falsità. Che fare adesso? Semplice: non demordere e chiedere un incontro urgente col Sindaco per chiedere il ripristino delle schede contestate. E continuare a voce più alta nella contestazione di chi, stravolgendo la realtà e maramaldeggiando con le parole, continua ad avere la stessa paura di sempre: che i cittadini e le cittadine possano conoscere e scegliere, senza intermediari e interpretazioni. Non riuscirete a smontare il lavoro fatto a Torino! Enzo Cucco Presidente Associazione radicale Certi Diritti 26 marzo 2014

lunedì 24 marzo 2014

CATTOLICI NON FONDAMENTALISTI: DOVE SIETE?

Sono stupito dello stupore di tanti e tante alle parole del Sottosegretario Toccafondi e dal rinascente fondamentalismo cattolico sui temi lgbti, genere, omofobia, prostituzione e via elencando tutto "il peggio del secolarismo modernista". Le parole recitate oggi dal cardinal Bagnasco (sulla home page della CEI trovate il suo intervento integrale) sono la migliore sintesi del pensiero che unisce tutti costoro (altro che Toccafondi ...), dalla cupola intellettuale dei Ferrara/Roccella/Sacconi alla manovalanza dei vari movimenti che si richiamano a Cristo (a sua insaputa, ne sono certo...). Stupito perchè è come se queste persone non leggano i quotidiani da mesi, almeno dall'autunno del 2013, periodo nel quale prende corpo una campagna in grande stile dalle colonne di Avvenire, Tempi, Il Foglio, una miriade di blog e siti e le solite testate abbaianti de Il Giornale e Libero. Tante voci ma stesso obiettivo: trasformare la battaglia sulla legge contro l'omotransfobia nel tentativo di raggrumare una destra che dopo il Family Day si era un pò persa. Già perchè parte tutto da lì, da quella manifestazione del 2007 così sottovalutata da tutti e tutte, anche grazie a un fantastico Pride che si svolse lo stesso anno, quasi una risposta alla manifestazione che raccolse dal movimento per la vita ai cattolici alla Prodi. Vincenti nei numeri e complici il sarcasmo e la faciloneria con la quale la sinistra accolse questa novità (vi ricordate il silenzio e la supponenza con la quale fu accolta la manifestazione di radicali e sdi di piazza navona?) non si capì che quello era un segnale devastante di come proprio la sinistra cattolica e i tanti movimenti cristiani non fondamentalisti vivano la sudditanza ad una morale vaticana in materia sessuale antistorica, antiscientifica e antimorale. E come non riescano ad esprimere, pubblicamente e visibilmente, una posizione distinta: Giovanardi e Bobba, Gasparri e Patriarca uniti nella lotta ad accaparrarsi non quella manciata di voti che il fondamentalismo porta con se ma quella manciata di soldi e di potere che la vicinanza alla gerarchia vaticana favorisce. 2007 quindi, ben prima delle varie manif pour tot, sull'onda della mobilitazione spagnola pro-familia partita dal 2005 per opera diretta della locale conferenza episcopale, ma su una ispirazione radicata e tutta italiana, che affonda le sue radici nel cattolicesimo ruiniano (andatevi a ri-leggere il "Progetto culturale") e nella lotta senza quartiere al "secolarismo modernista" condotta con le stesse tecniche comunicative e negli stessi luoghi dove il secolarismo si è diffuso: il web, la tv, le piazze. L' "eccezione italiana", si diceva, preoccupati di come il mondo moderno avanzasse senza sosta, ma già disponibili agli infernali ed indicibili accordi con islamisti e ortodossi di varia natura per bloccare o almeno depotenziare il Consiglio d'Europa, l'OMS e l'ONU nella loro strada. In quel 2007 sembrava che il tema della difesa della famiglia potesse rappresentare il collante di quella presenza diffusa dei cattolici in tutto il sistema politico per impedire le riforme moderniste (appunto): non furono un caso le dichiarazioni che da allora alle ultime elezioni politiche si sono ripetute indentiche sulle labbra dei vari Monti, Bernasi e Berlusconi sulla famiglia "vera" formata da due persone di sesso opposto, con figli. I recenti sviluppi politici hanno infranto quella illusione ed ecco che parte la nuova menzogna, quella della libertà di espressione che sarebbe ferita dalla prevalenza della "teoria del genere" (ma cosa è....), della lobby gay, dell'UNAR fuori controllo (ma non era stato creato dal Governo Berlusconi e non è sempre stato gestito da persone molto vicine al Centro destra?). E siamo sempre di fronte alla stessa scena muta delle forze cristiane non allineate, cieche sorde e mute di fronte a tanto scempio della ragione e del senso comune. Il PD incapace di rispondere con senso dello stato a questi attacchi, che gioca come il gatto con il topo pensando che tutto si risolverà con le prossime elezioni eurpee (e poi le politiche, e poi.....), e che si deve lasciar passare qualche intemperanza NCD (in fondo sono al governo solo per i loro affari incidendo praticamente su nulla, dobbiamo pur dimostrare che anche loro contano qualcosa no?). Gli altri piccoli partiti della sinistra troppo schiaccianti su temi e parole vecchie, che non reggono il confronto con il ritmo e lo stile della menzogna infiocchettata sulla bocca di questi signori. tanto infiocchettata che pezzi da novanta del cosiddetto liberalismo italiano, dalle trombe del Corriere della Sera, hanno suonato a ritmo serrato contro gli "eccessi", "il lobbysmo gay", il "political correct", dimostrando che il vecchio adagio del guardare il dito e non la luna è sempr evalidissimo. La cosa più pericolosa, per me, è la risposta che a questo fronte si offre. Cosa sentono le nostre orecchie e leggono i nostri occhi? Parole stupite ad ogni Toccafondi che appare, gridi di allarme sul fascismo che torna (ma quale fascismo...) e poco più. Nessuna analisi continuativa delle posizioni e delle loro evoluzioni, nessun pensiero strategico su come muoversi per non farsi sommergere dalle bugie, niente di niente, solo la voglia di far male a questo o a quel deputato del PD che facendo finta di niente tiene il moccolo di questa politica cinica e bara. Trovo insopportabile che invece di chiedere, a gran voce, ai vari Renzi, Delrio, Formigoni e Bindi, ma soprattuto ai vari movimenti cristiani e cattolici non allineati a questo fondamentalismo, da Don Ciotti in su (o in giù) di prendere le distanze in mod netto e chiaro dalle farneticazioni antiscientifiche di questa banda, ci si nasconda dietro le parole esagitate e scioccamente anticattoliche di qualcuno che usa il web come il personale sachetto per il vomito. E' facile attaccare di anticlericalismo di maniera chi usa argomenti a sproposito, ma volete per favore dirci cosa significa garantire la libertà di pensiero a chi crede che l'omosessualità sia una malattia, o un peccato? Che direste per chi pensa la stessa cosa per gli ebrei, o i rom, o le persone di colore? E' la solita regola italiana: vince chi riesce a dividere il fronte opposto. E loro ci stanno riuscendo benissimo. Non mi rimane che tifare per Papa Francesco, che non guardando solo all'Italia potrebbe dire parole e fare azioni distoniche rispetto a questo fronte. E magari dare un pò di coraggio a chi questo coraggio non vuole o non può avere. Enzo Cucco presidente associazine radicale certi diritti http://gayindependent.blogspot.it/ 24 marzo 2014

domenica 16 febbraio 2014

Dobbiamo offrire la massima attenzione a quello che le dichiarazioni della Vice Ministra Guerra hanno reso pubblico, forse al di là delle sua stessa volontà. Ne va del futuro dell'UNAR e della lotta alle discriminazioni in Italia. E' tutto chiaro, basta saper leggere le notizie e interpretare le posizioni degli attori coinvolti. In poche parole: la Conferenza episcopale italiana riesce, in extremis, ad intervenire su Letta che interviene su Guerra il giorno stesso delle sue dimissioni, perchè sia dato un segnale contro la troppo evidente esposizione dell'UNAR nella lotta all'omofobia. E' una storia lunga, e ostinatamente un coacervo di forze sta concentrando i suoi sforzi su questo tema, diventato di interesse primario della CEI da quando si è reso conto che l'attività contro omofobia e transfobia si stava moltiplicando, rischiando di dilagare nella società ma soprattutto nelle scuole, anche grazie al Decreto Scuola ed ai 10 milioni contro il bulismo stanziati. Da qui la dichiarazione del Vice Ministro Guerra, maldestra nella sostanza e debolissima nella forma che altro non è che il segnale al fronte cattolico fondamentalista che il messaggio è stato ricevuto e che comincia un periodo di controllo stretto sull eattività dell'UNAR. Almeno su questa materia. Ma l'obiettivo della CEI è ben altro: di certo non si accontenta di una dichiarazione pubblica e punta ad ottenere dal nuovo Governo che verrà la rassicurazione che l'omofobia sia stralciata dalle competenze dell'UNAR. Lo ha già chiesto, sia pubblicamente che privatamente a più voci. Non si tratta quindi della questione della indipendenza e della autonomia dell'UNAR, la cui soluzione risiede nella formulazione di una legge oggi impossibile anche solo da immaginare. L'UNAR si trova nella "felice" situazione di essere ricattabilissimo così come è, essendo una parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quindi funzionalmente del tutto dipendente dalle decisioni del Presidente del Consiglio, del Segretario generale, del capo di Gabinetto, ecc. ecc. Oggi l'ampliamento del raggio di azione dell'UNAR alle sei aree di potenziale discriminazione previste dall'art. 10 e 19 del TFEU (quindi anche all'omofobia) si basa su un semplice Decreto Ministeriale. Niente di più evanescente nella procedura amministrativa: basterà che il nuovo Vice Ministro o Sottosegretario cambi la mission dell'UNAR, e per farlo non deve passare nemmeno dal parlamento, se non per una formale consultazione in Commissione. Avete presente l'influenza che su questa materia potrebbe avere una persona come Del Rio, possibile sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che dichiarò molto apertamente che la famiglia "vera" è formata da un uomo, una donna e dei figli? Con Bagnasco che dichiara ai giornali che gli opuscoli UNAR sono un attacco alla famiglia (guarda caso....). Ecco perchè è decisivo a chi Renzi offrirà il ruolo di referente politico sulle pari opportunità. Ne va del futuro della lotta contro le discriminazioni in questo paese, non solo della lotta all'omofobia. Perchè l'influenza di NCD nel Governo fa si che il tema della museruola all'UNAR sull'omofobia sacrificato sull'altare della nuova maggioranza. Magari attraverso un gioco politico molto conosciuto n el nostro paese: annunciare la riforma di UNAR, e della materia antidiscriminatoria, indicando una Agenzia o la Commissine di cui in Parlamento si discute da anni come soggetto che possa stare alla pari con gli equality body europei. E intanto si raggiunge l'obiettivo della museruola...... Un Sottosegretario o Vice Ministro palesemente indicato da quel partito come referente di UNAR e delle pari opportunità sarebbe quindi una sciagura, ben al di là del cognome che porta. Ma anche certi esponenti del PD sono altrettanto pericolosi, consapevoli o inconsapevoli che siano. Enzo Cucco http://gayindependent.blogspot.it/ 16 febbraio 2014

sabato 15 febbraio 2014

UNA GUERRA INCOMPRENSIBILE E PERICOLOSA

L'ex Vice Ministro alle pari opportunità Cecilia Guerra ha comunicato il 14 febbraio scorso di aver censurato il direttore dell'UNAR perchè avrebbe distribuito, senza un preventivo assenso del Ministero, tre opuscoli prodotti dall'Istituto Beck in base ad un contratto sottoscritto nel 2012, intitolati "Educare alle diversità a scuola". L'atto ha dell'incredibile perchè raramente un provvedimento discilinare viene comunicato attraverso un comunicato stampa, per di più l'ultimo giorno di Governo. Sconfessando, inoltre, una attività già ampiamente approvata dall'UNAR stesso. Che cosa è accaduto ? Nella prima parte del comunicato il viceministro dichiara che il materiale è stato distribuito nelle scuole senza il suo assenso. Non so se sia vero (non mi pare infatti che il materiale sia stato ancora distribuito), e soprattutto non so se sia necessario che il Vice Ministro debba autorizzare tale distribuzione. Chi ha un pò di dimestichezza con la pubblica amministrazione sa che l'autorizzazione all'uso di loghi, soprattutto quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri, prevede procedure precise, e controlli a tanti livelli. Il livello politico non ha e nemmeno potrebbe avere un controllo specifico di tutto il materiale prodotto dai vari Dipartimenti: i vari uffici passerebbero giorni a far questo lavoro. ma soprattutto la legge italiana prevede una differenza, ed una autonomia, del livello amministrativo da quello politico molto netta. Il controllo deve essere fatto dal Dipartimento e dagli Uffici della Presidenza del Consiglio che hanno autorizzato all'uso dei loghi, ed ancora prima hanno sottoscritto il contratto. Se qualcuno ha sbagliato è sicuramente anche a quel livello. In più la distinzione tra livello amministrativo e livello politico (che non vuol dire assenza di controlli, sia chiaro) è tanto più dovuta essendo innanzi ad una struttura, l'UNAR, nata da una Direttiva comunitaria che ne chiede esplicitamente indipendenza ed autonomia. Anche solo ipotizzare controlli del ivello politico sui prodotti dell'UNAR è una chiara sconfessione dell'autonomia e della indipendenza di cui UNAR si è sempre vantata. La seconda parte del comunicato illumina, senza spiegare, il vero motivio che si intravvede dietro ad una decisione tanto discutibile. Parlo delle affermazioni che l'ex Vice Ministro esprime: "Sono convinta che l’educazione alle diversità sia cruciale nel percorso educativo dei nostri ragazzi. La finalità non deve mai essere quella di imporre un punto di vista o una visione unilaterale del mondo, quanto piuttosto sollecitare nei giovani, attraverso i loro educatori, senso critico, consapevolezza,fratellanza, rispetto di ogni specificità e identità a partire da quelleche coinvolgono l’ambito affettivo e valoriale." Pericolose queste parole della Vice Ministra, perchè non esplicitano puntuali riserve sul testo, magari contestandone passi precisi, ma riprendono pari pari la critica che da più di un mese sulle colonne di Avvenire e su una infinità di siti e blog del cattolicesimo integralista viene sostenuta, ovvero che tutta la lotta all'omofobia condotta da UNAR sia ideologica e volta a censurare le legittime credenze cattoliche sull'omosessualità. Negli anni passati gli attacchi all'UNAR erano esclusiva della Lega, che lo considerava troppo esposto a difesa degli immigrati e dei ROM. Oggi l'UNAR è nel mirino del cattolicesimo integralista che, attraverso la contestazione delle iniziative contro l'omofobia e della Strategia nazionale individuata su impulso del Consiglio d'Europa, ha finalmente aperto (sia pur con pochissimi mezzi e qualche timidezza) anche questo fronte antirazzista. Ed i materiali dell'Istituto Beck sarebbero colpevoli di aver assegnato anche alle religioni (tutte) un atteggiamento sessuofobo e omofobo. Quella che dovrebbe essere considerata uan affermazione di semplice constatazione della realtà (basta leggere i documenti ufficiali e i quotidiani degli ultimi 20 anni) viene vissuta come attacco alla libertà religiosa. Continuando nella menzogna che censurare l'omofobia significhi censurare la libertà di espressione. Impressionanti le energie spese dal fronte fondamentalista, sostenuto ovviamente dai soliti quattro deputati capitanati dalla coppia di fatto Giovanardi-Roccella, che seguono passo dopo passo non solo le iniziative dell'UNAR ma dello stesso Ministero dell'Istruzione da sempre considerato "cosa nostra" dal cattolicesimo retrivo. L'obiettivo, anche esplicito, è quello di evitare che nemmeno un euro dei 10 milioni previsti da una recente legge sulla scuola a favore di iniziative contro il bullismo sia spesa sui temi del genere e del bullismo onofobico. Questo fronte tutto italiano che dal Family Day ed il caso Eluana ad oggi ha costruito sull'ideologia e sulla menzogna un vero e proprio centro di potere, che spesso infastidisce la stessa gerarchia cattolica, e comunque ne realizza il "lavoro sporco" che questa non vuole o può fare, deve esseer studiato e monitorato esattamente come loro fanno con UNAR e Dipartimento Pari Opportunità. E nemmeno si comprende quanto il Vice Ministro sia consapevole del significato delle sue dichiarazioni, così attente ad imbonire un sottosegretario del Ministero dell'Istruzione (guarda caso) che già protestava contro l'invasione di campo dell'UNAR. Come se non esistesse una Convenzione tra i due soggetti (firmata in epoca Berlusconi) e come se il ruolo del Ministero (di tutti i Ministeri) possa essere confuso con quello di un censore. In attesa che l'ex Vice Ministro spieghi le sue dichiarazioni rimane da capire cosa accadrà ai materiali dell'Istituto Beck ed alla indipendenza ed autonomia dell'UNAR. Di certo oggi il fronte di chi vuole l'UNAR normalizzato (a destra e a sinistra) segna un punto a suo favore. Enzo Cucco Associazione radicale certi diritti 15 febbraio 2014

martedì 7 gennaio 2014

IL TRAPPOLONE

E' come nel proverbio del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: al netto di malafede e strategie (ci sono entrambe, statene sicuri) la proposta di Renzi del riconoscimento delle unioni civili la si può vedere da una parte e dall'altra. O come un inizio, o come un disastro. Purtroppo le premesse sono pessime, e parlo della proposta di legge approvata dalla Camera contro omo-transfobia: è stato scelto un testo di partenza molto discutibile, è stato peggiorato dal combinato disposto dei vari fondamentalisti presenti in tutti i partiti e il PD (la parte più vicina a Renzi) cerca di vendercelo come una cosa positiva, il bicchiere mezzo pieno appunto. Mentre sappiamo bene che si tratta, nel testo approvato, di un clamoroso passo indietro, di una pericolosissima virata contro una Legge mai attuata appieno, e senza spendere una parola (e un euro) nella direzione della prevenzione. Con queste premesse e un Parlamento ostaggio della prima Bindi che passa c'è poco da sperare. Anzi c'è solo da verificare cosa sarà scritto nella proposta che verrà posta alla discussione. Consapevoli che Renzi ha già detto di essere contrario alle adozioni e ad affrontare tutto il grande tema dei diritti dei figli di coppie lgbti e dei doveri delle coppie nei confronti degli stessi. E consapevoli che nel gioco al massacro che il Parlamento è capace di imbastire, le possibilità che la proposta di legge in uscita sia peggiore di quella in entrata sono altissime. Che dire? Attendiamo di leggere le carte, e spero di essere contraddetto, ma prontissimi a chiedere nessuna legge piuttosto che una leggina monca, che certifica la serie B in cui i "buoni" ci vogliono incasellare. Se Renzi guardasse un pò di più a quanto accade in Europa e smettendola di fare Pimpinella la sbruffoncella si ispirasse, che so, al Labour post Blair o alle democrazie del Benelux, capirebbe che il tempo delle unioni civili è passato da un pezzo. Ma il suo accordo con i cattolici interni (da Del Rio alla Bindi) andrebbe in pezzi, e con esso partito e nuovo governo. Dopo la doccia fredda su amnistia e carceri (temi incredibilmente scomparsi dall'agenda delle priorità del prossimo anno in tema di diritti) e la timidissima, forse inutile apertura sulle unioni civili, c'è poco da sperare su Legge 40, ricerca scientifica e modernizzazione del paese. Ho l'impressione che si dovrà attendere il prossimo Parlamento per vedere riforme strutturali in tema di diritti. Prima possibile. Enzo Cucco Associazione radicale certi diritti 7 gennaio 2014 PS: Non dimenticate, da venerdì a domenica a Milano il 7 Congresso dell'Associazione radicale certi diritti. Un buon luogo per discutere di questo e di molto altro http://www.certidiritti.it/home/item/1733-vii%C2%B0-congresso-associazione-radicale-certi-diritti