martedì 7 gennaio 2014
IL TRAPPOLONE
E' come nel proverbio del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: al netto di malafede e strategie (ci sono entrambe, statene sicuri) la proposta di Renzi del riconoscimento delle unioni civili la si può vedere da una parte e dall'altra. O come un inizio, o come un disastro.
Purtroppo le premesse sono pessime, e parlo della proposta di legge approvata dalla Camera contro omo-transfobia: è stato scelto un testo di partenza molto discutibile, è stato peggiorato dal combinato disposto dei vari fondamentalisti presenti in tutti i partiti e il PD (la parte più vicina a Renzi) cerca di vendercelo come una cosa positiva, il bicchiere mezzo pieno appunto. Mentre sappiamo bene che si tratta, nel testo approvato, di un clamoroso passo indietro, di una pericolosissima virata contro una Legge mai attuata appieno, e senza spendere una parola (e un euro) nella direzione della prevenzione.
Con queste premesse e un Parlamento ostaggio della prima Bindi che passa c'è poco da sperare. Anzi c'è solo da verificare cosa sarà scritto nella proposta che verrà posta alla discussione. Consapevoli che Renzi ha già detto di essere contrario alle adozioni e ad affrontare tutto il grande tema dei diritti dei figli di coppie lgbti e dei doveri delle coppie nei confronti degli stessi. E consapevoli che nel gioco al massacro che il Parlamento è capace di imbastire, le possibilità che la proposta di legge in uscita sia peggiore di quella in entrata sono altissime.
Che dire? Attendiamo di leggere le carte, e spero di essere contraddetto, ma prontissimi a chiedere nessuna legge piuttosto che una leggina monca, che certifica la serie B in cui i "buoni" ci vogliono incasellare.
Se Renzi guardasse un pò di più a quanto accade in Europa e smettendola di fare Pimpinella la sbruffoncella si ispirasse, che so, al Labour post Blair o alle democrazie del Benelux, capirebbe che il tempo delle unioni civili è passato da un pezzo. Ma il suo accordo con i cattolici interni (da Del Rio alla Bindi) andrebbe in pezzi, e con esso partito e nuovo governo.
Dopo la doccia fredda su amnistia e carceri (temi incredibilmente scomparsi dall'agenda delle priorità del prossimo anno in tema di diritti) e la timidissima, forse inutile apertura sulle unioni civili, c'è poco da sperare su Legge 40, ricerca scientifica e modernizzazione del paese.
Ho l'impressione che si dovrà attendere il prossimo Parlamento per vedere riforme strutturali in tema di diritti. Prima possibile.
Enzo Cucco
Associazione radicale certi diritti
7 gennaio 2014
PS: Non dimenticate, da venerdì a domenica a Milano il 7 Congresso dell'Associazione radicale certi diritti. Un buon luogo per discutere di questo e di molto altro
http://www.certidiritti.it/home/item/1733-vii%C2%B0-congresso-associazione-radicale-certi-diritti
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