sabato 17 settembre 2016

NOI TRE, E NOI TUTTI

Giovedì 22 settembre 2016 alle ore 18 alla Libreria Luxemburg di Torino insieme ad Angelo Pezzana, Gianluca Polastri e l’autore, presentiamo “Noi tre”, l’ultima opera di Mario Fortunato edita da Bompiani. Lo dico subito: ero un un pò stranito da questa richiesta esplicita di venire proprio alla Luxemburg. Non abbiamo mai avuto grandi rapporti con l’autore. Stima certo, ed attenzione alla sua opera e alle sue vicende (tra tutte, quella legata all’Istituto di Cultura di Berlino è stata la principale) ma son mancati dei temi in comune, e forse occasioni. Leggendo il libro, però, mi son ricreduto, ed è un grande libro che consiglio vivissimamente a tutti e tutte. E vi dico brevemente perchè. Si tratta di un libro di Memorie e di questo genere letterario fa parte, anche se le capacità narrative di Fortunato prevalgono sul modello, producendo un opera originale e commovente. Se avete in mente i classici libri di memorie su cui ci siamo formati, scordateli: nulla a che vedere con Rosseau, Agostino ed altre amenità del genere. Non somiglia nemmeno un pò alle altre opere di memorie che vi possono venire in mente, quelle a cui 80/90 enni affidano i ricordi di una vita. Si tratta di una opera breve, intensissima, che segue le regole delle memorie ma le supera, diventando un imperdibile punto di vista sugli anni ‘80 e su come li abbiamo vissuti, non solo sui personaggi e sugli avvenimenti che ne sono stati protagonisti. Si, come li abbiamo vissuti, perchè in tanti fra di noi hanno atraversato il decennio e quello che lo ha caratterizzato (AIDS innanzitutto) senza avere quello che americani e francesi hanno avuto, ovvero una letteratura all’altezza dei sentimenti che abbiamo vissuto. Non è una biografia, come ho detto, e nemmeno un’opera di storia, quindi se siete alla ricerca di una ricostruzione completa, magari originale, degli ultimi anni di vita di Pier Vittorio Tondelli, o di Filippo Betto, non la troverete. Invece è un’opera colma di ironia e tatto, di sentimenti e nostalgia, e come tutte le opere di memorie ci dice molto più sull’autore di quanto non appaia. Ecco, quella sensazione che ci fosse qualcosa di non detto e che bisognava dire, almeno privatamente. Quel sentirsi in imbarazzo con le persone che hai amato. Quello stare in silenzio al posto che ti hanno assegnato, quando vorresti fare e dire molto di più: io queste cose le ho provate negli anni dell’Aids, e sono grato a Mario Fortunato che le ha raccontate con tanta maestria letteraria e sapienza narrativa. Sempre un passo indietro rispetto alla denuncia politica, sempre un passo avanti sulla via della consapevolezza. E senza giudicare le scelte dei propri amici, quali siano state. Grazie a Mario Fortunato. E leggete il libro, ne vale davvero la pena. Enzo Cucco 17 settembre 2016

domenica 3 luglio 2016

LA PROVA

Ho atteso qualche giorno per commentare una delle migliori novità della Giunta Appendino/M5S per Torino, ovvero la nomina di Marco Alessandro Giusta ad Assessore alle Pari Opportunità (ed anche Politiche Giovanili, Piani dei tempi e orari della Città, Coordinamento Politiche per la multiculturalità e per l’integrazione dei nuovi cittadini, Politiche per le famiglie, Politiche a sostegno di Torino Città Universitaria) perchè speravo di non fare solo gli scontati ( ma autentici) auguri al neo Assessore, bensì di poter commentare qualche elemento programmatico in più. In realtà sono stato ingenuo, questa Giunta (giustamente) a parte le emergenze, farà le scelte strategiche che riterrà più opportune dandosi tempo. E forse avrei fatto la stessa cosa, perchè il rischio che si proponga, troppo maldestramente, cose che nel passato sono state già sostenute è altissimo. Vale per tutti gli Assessorati e vale a maggior ragione per il suo Assessorato, perchè sui temi lgbti abbiamo visto nel passato, è oggettivo, tra le migliori e concrete iniziative italiane in tal senso. Parlo innanzitutto del Torino Gay and Lesbian Film Festival e del Servizo lgbt del Comune stesso (nato nel 2001 su richiesta del Coordinamento delle associazioni torinesi), con le tante iniziative che hanno promosso, sostenuto, organizzato. Ma potrei parlare anche del Coordinamento Torino Pride lgbt e delle tante realtà associative che fanno della nostra Città un autentico e, per il momento, ricco e resiliente esempio di quanto in Italia si è prodotto in questi anni. Potrei anche parlare della storia, e raccontare che qui nacque il Fuori! (1971), qui si è svolto il primo incontro con un Sindaco (Novelli 1979), qui è nata la prima discoteca gestita da un gruppo gay (Fuori! 1978), qui è nato il primo Centro pubblico per le persone transessuali, presso il Mauriziano, e via elencando.. Ma credo che sia più interessante parlare del futuro, e di quello che concretamente può essere raggiunto come obiettivo. Non che non ci siano un sacco di cose da dire sulla nuova Giunta (anzi....) ma bisogna stare sui territori che meglio si conoscono. Il primo punto di partenza è che se Marco vuole realizzare qualcosa sui temi di cui è responsabile dovrà sviluppare una capacità tutta speciale, ovvero condividere i suoi progetti con gli Assessori e le Assessore che hanno la borsa e le competenze utili: Assessore al Lavoro, Assessora all’Anagrafe, Assessora alle Politiche sociali, Assessore alla Casa, Assessora all’Istruzione e ovviamente Assessore al Bilancio e Sindaca. Potete leggere anche voi le possibili sovrapposizioni esistenti a questo indirizzo http://www.comune.torino.it/ucstampa/comunicati/article_371.shtml Marco lo sa che le politiche di parità di trattamento (pari opportunità e non discriminazione) sono per eccellenza politiche trasversali, e si realizzano attraverso Assessori/e capaci di mobilitare tutte le risorse esistenti, modificando pratiche e procedure. E Marco sa anche che l’Amministrazione ha dedicato poche (quasi nulle) risorse economiche su queste materie nel passato, non per cattiveria ma per scelta, perchè così si fa. Ora da anni (almeno dal 2007, anno europeo per le pari opportunità per tutti, ve lo ricordate ancora?) che diciamo che queste politiche devono essere trasversali, diventare mainstreaming, con tutte le conseguenze anche organizzative del caso. Per esempio dove sono collocati i servizi che praticamente attuano queste politiche? Ci saranno sedi e modalità per sviluppare (già il Comune lo ha fatto nel passato) questa sinergia tra settori diversi? Ha calcolato Marco i tempi tecnici, questi si, che sovrintendono a queste cose? Che convocare una riunione o raccogliere una firma è spesso una corsa ad ostacoli? (concretamente ....). Ha stabilito quindi che ci debbano essere obiettivi a breve, medio e lungo termine da raggiungere? Il secondo punto di partenza è la provenienza di Marco: essere stato presidente di Arcigay Torino non gli da la patente di tecnico (per favore non ripetete la storia che lui sia stato scelto tra le centinaia di curriculum arrivati ..... ) : lui è un esterno scelto eminentemente per ragioni politiche. Scelta intelligente per il contesto nel quale ci troviamo, molto azzeccata dal punto di vista elettorale, ma non c’entra nulla con le competenze. E non sto dicendo che Marco non le ha le competenze giuste per ricoprire quel ruolo, sto solo dicendo che è stato scelto per altri motivi. Questo è oggettivamente un punto di debolezza (quanto ci metterà Marco per diventare un Assessore competente sulle materie che non conosce? Che significa capire come funziona la macchina, di quali politiche stamo parlando ed in esse innestarci le novità di cui si è portatori? Chi farà parte della sua squadra, oltre alle persone supercompetenti che troverà nell’Amministrazione?) che è bene ricordare quando, passato l’effetto novità si valuterà l’Assessore per quello che avrà realizzato. E qui arriviamo al terzo punto: vale per tutti e per tutte, quindi vale anche per lui. Non si aspetti clemenza o considerazione particolare. Sia dagli oppositori che dalla maggioranza. Chi più ha potere più ha responsabilità. Ed il fatto che sia dicharatamente gay è simbolicamente rilevante ma non concretamente importante, visto che abbiamo avuto Assessore, Sindaci (e ricorderei anche Presidenti ed Assessore di Regione e Provincia) che non essendolo hanno fatto fare al nostro territorio decisi e salutari passi avanti, mettendoci la faccia. Bisogna saper scegliere tra le opposizioni che guferanno su tutto quanto viene realizzato (e ci saranno) e la maggioranza che crede di aver nominato un Assessore “nuovo” come Marco, e basta. E si deve anche tener conto che il tema dei diritti non è, come si dice in politichese, divisivo tra le forze politiche. Ma quello che le forze politiche non dicono, e sann0, è che non è nemmeno elettoralmente così significativo. Non si vince se si è più o meno a favore dei diritti, perchè se no la maggioranza uscente avrebbe dovuto stravincere (e lo dico senza ironia). Questo da una relativa libertà di azione su questi temi ma poca rilevanza elettorale (e i partiti pensano molto a questa). In altre parole si è a favore dei diritti “a prescindere”, e bene lo ha dimostrato la Sindaca Appendino scegliendo Marco come Assessore e reagendo subito, ed in prima persona, contro i manifesti sfregiati del Pride 2016. E’ una buona partenza che fa ben sperare per il futuro. Ma che non da, di per se, garanzie. Perchè si valuteranno i Progetti messi in campo, e la capacità di realizzarli: è giunto il momento che dopo le belle dichiarazioni che tutti, ma proprio tutti, i candidati Sindaco vincenti hanno fatto nel passato su questi temi, si debba passare ai fatti. Sui fatti verrà valutata, questa Giunta come le precedenti, questo Assessore come le precedenti. Ed il fatto che Marco sia nostro amico ci rassicura un pò di più sul futuro ma la prova è cominciata, anche per lui. Enzo Cucco 3 luglio 2016

martedì 21 giugno 2016

DOPO LA PACE NEL MONDO

Leggendo in questi giorni le dichiarazioni degli Assessori in pectore e della Sindaca di Torino mi viene in mente il ritornello (il tormentone) che si affibbiava alle candidate Miss quando dovevano esprimere l’augurio personale più importante. Ecco, vogliono tutti la Pace nel Mondo. ed anche io la voglio, non perchè pensi di vincere il titolo di Miss (anche se non si sa mai ....) ma perchè mi è sempre sembrato giusto, oltre che sano e semplice, credere in essa. Lascerei perdere quando è stato dichiarato contro Profumo, e quanto si dichiarerà sul cosiddetto “Sistema Torino” e su coloro che di questo sistema ne hanno beneficiato: fa parte della componente identitaria del M5S che prescinde (e loro lo sanno) dal merito vero ma si occupa solo di segnali comunicativi importanti “ abbiamo detto di essere contro il Sistema Torino, eccovi la prova .....”. In fondo un pò di Robespierre alberga in tutti noi e per quanto la Sindaca ci tenga alla forma, e sarà attentissima a non incappare nelle trappole burocratiche, qualche testa verrà tagliata, ops ... cambiata. Tutto questo non è un bene e non è un male.Mi permetto di dire che è superfluo: governare una Città è cosa complessa e si basa su un concetto il quale (forse tardivamente) Fassino ha molto insistito: scegliere. La Sindaca e la sua Giunta dovranno fare delle scelte. Dalle più piccole (a chi dare un contributo.....) alle più complesse (il posizionamento della Città della Salute ed il Sistema dei Trasporti). E fare appello al “parere dei cittadini” è solo un abile diversivo per rinviare o camuffare ciò che ciascuna Amministrazione deve saper fare, ovvero scegliere. Sulle scelte si crea consenso e dissenso, e su questi si crea quello che si chiama Sistema. Punto. Tutto il resto sono farlocche esternazioni buone in campagna elettorale perchè dichiarare che si distrugge il “Sistema Torino” e lo si sostituisce col merito e con la partecipazione è una falsità. E lo sanno soprattutto coloro che lo dicono. Al “Sistema Torino” gestito dagli altri si sostituisce il “Sistema Torino” gestito da loro. Senza populismi e senza retorica (mio padre diceva “i politici son tutti uguali ...) questo capiterà e questo deve capitare. Perchè una Città “senza” un Sistema è una città morta. Con questo non voglio affatto difendere le rendite di posizione che il Sistema Torino ha garantito a un sacco di nomi noti in Città. Anzi consiglio loro caldamente di fare le valigie e presentare una bella lettera di dimissioni da quei posti che la politica (smettetela di parlare di cariche istituzionali, please ....) ha loro garantito. A parte il casino che si troverà a gestire il M5S nel sostituire improvvisamente decine di nomi con altrettanti competenti e “fuori” dal giro (tanti auguri neh!?....) mi sembra una ottima misura per salvaguardare il vostro fegato e il vostro sistema nervoso, e la nostra pazienza per non dover affrontare ozione e noiose discussioni su chi caccia chi..... Detto questo beiamoci ancora per un pò della Pace nel Mondo. Poi arriveranno i conflitti, cioè le scelte, cioè il Governo, con la g maiuscola. Perchè le Giunte comunali (il Governo?) non deve essere solo simpatico per raccogliere voti, ma deve essere determinato nel fare delle scelte. E lì vedremo come reagiranno le periferie, della città o dell’anima. Enzo Cucco 21 giugno 2016 http://gayindependent.blogspot.it/

mercoledì 13 aprile 2016

IRAN, RENZI E SCALFAROTTO

Torno sull'argomento perchè ci sono domande a cui si dovrebbe avere risposta e perchè penso che si debba discutere delle cose importanti e non abbandonarsi soltanto alla protesta. Come sapete Renzi è andato in Iran, a seguito della visita del loro Presidente del Consiglio e dopo l'Accordo sulla riduzione del nucleare (si spera) e la fine dell'embargo. L'Italia è stato uno dei Paesi che più crede in questo approccio con l'Iran, e non da adesso. Tutti i Governi, nessuno escluso, non hanno mai fatto mistero di questa posizione: apertura per fare affari, accordi economici e culturali, e basso profilo sui diritti umani. La stragrande maggioranza dei nostri politici quando si solleva la questione dei diritti (e del terrorismo) fa spallucce, e sotto sotto si sente il solito ritornello del business is business. Ci sono state delle eccezioni, ed alcuni politici consapevoli del gravissimo problema dei diritti umani in quel Paese puntano proprio su queste aperture perchè si tratta della strada più concreta per ottenere dei miglioramenti su questo fronte. Ha ragione la nostra diplomazia (almeno coloro che credono realmente in questa strategia)? Riuscirà l'Iran attraverso questa strada a chiudere con il terrorismo internazionale, riconsocere Israele, smetterla con la politica orrenda sui diritti umani? Spero di si: le cose concrete sono più importanti delle ideologie, anche quelle di pace e per i diritti. E se questo approccio produrrà risultati bisognerà esser grati a chi ha lavorato su questo. Permettetemi però qualche dubbio: non è che siamo caduti nelle spire diplomatiche iraniane che usano questa strategia per allentare la morsa economica ma non ci pensano nemmeno a fare passi avanti sui diritti? Ci sono accordi concreti su questo ambito? Si è legata la prosecuzione degli accordi sul nucleare ed economici ad una chiara road map sui diritti? I segnali vanno tutti verso il pessimismo, e l'ostinazione con la quale non vogliamo credere a questa ipotesi (andate a risentire le dichiarazioni di Mogherini e di Renzi su queste vicende ...) la dicono lunga sul quanto quella che appare una strategia politica sia soltanto "wishfull thinking". Ci sono poi due cose che francamente non riesco a mandar giù. La prima è legata a Renzi ed alle sue dichiarazioni: ha detto alla stampa italiana che ci sono “discussioni aperte” tra noi e l’Iran sui diritti umani e sul riconoscimento di Israele. Dove? Come? Quando? Con quali obiettivi e con quali risultati? Son queste "il tavolo di discussione sui diritti" di cui Renzi stesso ha parlato nella conferenza stampa con Rohuani? E proprio in questa conferenza ha dichiarato che tra Iran e Italia c’è “tradizionale amicizia” e ci sono “valori universali” che ci accomunano, elencando solo valori culturali. Quindi non ci sono i valori sui diritti umani. Possibile accettare questo? Non si rende conto il Presidente Renzi dell’effetto di queste parole? E che fine hanno fatto tutti i documenti e le posizioni ufficiali dell’Unione Europea su questo? La seconda cosa riguarda Scalfarotto: credo che Ivan sia la seconda persona italiana dichiaratamente omosessuale che entra nell’Iran posto rivoluzione khomeinista. Il primo fu Enzo Francone che nel 1979 compiendo una azione coraggiosa, denunciò al mondo intero la natura criminale di quel regime contro le persone omosessuali. Non è possibile non fare questo paragone e non è possibile non chiedere a Ivan cosa sia capitato e stia capitando sul serio con l’Iran sui diritti umani. Se le dichiarazioni ufficiali siano solo un contentino all’opinione pubblica italiana (che nella stragrande maggioranza se ne frega in realtà....) o ci sia qualcosa di concreto. Spero che vogliano darci informazioni su questo tema e magari colmare quelle lacune che probabilmente abbiamo sullo stato dell’arte dei rapporti con l’Iran. So perfettamente che si può benissimo lavorare su questi obiettivi dietro le quinte, ma so anche perfettamente (e sia Renzi che Scalfarotto lo sanno) che ciò che non si comunica non esiste. Ed ogni supposizione è giustificata. Questo lo devono non a me ovviamente ma agli italiani ed alle italiane che invece non se ne fregano di quello che succede realmente in Iran. Enzo Cucco 13 aprile 2016

venerdì 22 gennaio 2016

AI VESCOVI PIEMONTESI

I Vescovi piemontesi hanno preso posizione contro il ddl Cirinnà dicendo un sacco di sciocchezze, ed alcune gravità. Ho cercato di rispondere ed inviato a La Stampa questa replica, che per ora non è stata pubblicata. L'ho fatto anche perchè c'è una sproporzione evidente e massiccia da parte dei giornali nazionali a favore del fronte del NO. E questo è un problema, per tutti e tutte e non solo per le persone lgbti. Ecco a voi Caro Direttore, una presa di posizione improvvida e ignorante dei vescovi piemontesi (nel senso etimologico del termine) ripropone alcune argomentazioni che meritano di non passare inosservate. Innanzitutto: lo sanno i vescovi che sono definite FAMIGLIE quelle formate da persone dello stesso sesso non solo dal buon senso e dalla morale corrente ma anche dalla Corte costituzionale italiana? (sentenza 138/2010). La loro posizione, sia pur legittima (esattamente come chi pensa che il Sole giri intorno alla Terra) è antistorica, antiscientifica e anticostituzionale. Lo possiamo dire? Avere dei figli non è un desiderio trasformato in diritti, ma una delle parti essenziali del fare famiglia, per etero e per gay senza esclusione. Se si stabilisce che le persone lgbti non possono svolgere le funzioni genitoriali si devono citare le fonti scientifiche e non solo quelle divine, di tale affermazione. Le seconde sono discutibili. Le prime inesistenti: vogliono citare fonti che non siano la natura, o la normalità, visto che sul piano storico, sociologico e scientifico non c’è cosa più cangiante della famiglia stessa? In terzo luogo la gerarchia cattolica (Chiesa e cattolici sono ben altra cosa e si stano esprimendo in questi giorni, speriamo che abbiano spazio altre voci) ha deciso di giocare il doppio gioco di essere contraria alla manifestazione del 30 e prendono posizione a favore sia informalmente (promuovendo la presenza di parrocchie intere) sia formalmente con Bagnasco, Ruini & C. Ora, non voglio troppo semplificare, ma è mai stata organizzata una tale manifestazione e son stati spesi tanti soldi contro i casi di pedofilia e di malversazione economica di cui sono piene le cronache? Questo non è qualunquismo ma la perfetta fotografia del ritardo storico mostruoso che la gerarchia cattolica ha sui temi della sessualità e della autodeterminazione. Noi aspettiamo sereni le loro scuse, che prima o poi arriveranno. Perché non si rendono conto che accogliere i peccatori e condannare il peccato è cosa anacronistica e grave. Il problema come spesso detto, non sta nella religione, ma nell’antropologia e nella scienza che questa Chiesa ufficiale sostiene ancora. Aggiornatevi perché non solo non c’è pace ma nemmeno pacificazione senza giustizia. Enzo Cucco Presidente Associazione radicale Certi Diritti 21 gennaio 2016

mercoledì 6 gennaio 2016

I NOSTRI VERI AVVERSARI

Quanto sta capitando in Parlamento sul ddl Cirinnà è la dimostrazione di quello che ho sempre sostenuto ed è stato chiaro da sempre: il princiale ostacolo ad una chiara, esplicita, europea, presa di posizione di riforma del diritto di famiglia e di estensione del matrimonio egualitario arriva da dentro il PD, e non da fuori. I numeri infatti lo hanno sempre reso evidente: il problema era al Senato e la somma dei voti PD, M5S e SEL è sufficiente per avere la maggioranza. E magari altri singoli senatori e senatrici si aggiungeranno. Ma la maggioranza potrebbe scricchiolare se avremo il voto segreto sugli emendamenti contro la cosiddetta stepchilde adoption, già annunciati e presentati da Lepri & C. Molto si deciderà in aula, e molto dipenderà dalla sostanza degli emendamenti che saranno presentati e da come reagirà il fronte del SI, ed è quindi prematura ogni valutazione definitiva del Cirinnà. L’Associazione radicale Certi Diritti insieme a tantissime altre Associazioni italiane ha già espresso forti riserve su questo ddl, passato dalle forche caudine del percorso di compromesso che è stato attivato e perdendo per strada la sua carica più forte di riforma. Un percorso inutile per recuperare NCD (ma lo sapevamo che avrebbero votato NO a qualsiasi cosa seria, la loro è una posizione ideologica e identitaria che non ammette altro che quelle fesserie giuridiche che hanno proposto) ed utile solo per smussare le opposizioni interne al PD e forse qualche altro mugugno di casa liberale. E senza parlare di FI, in balia di se stessa anche su questo tema. Ma evidentemente non basta, ed in aula gli stessi renziani si apprestano ad una sceneggiata indegna proprio sulla adozione da parte del coniuge dello stesso sesso, forti della posizione recentemente assunta anche da molti intellettuali di area, contrari alla GPA (ma cosa pensano sulle adozioni?) e dalla fortissima posizione assunta dalla Chiesa su questo tema. Ovvero: per evitare una cosa (la GPA) ne distruggono un altra (il ddl Cirinnà). I renziani, apparentemente contro la posizione del loro leader, si apprestano quindi a privare questa riforma di una parte importante e si assumono una responsabilità storica sull’azzoppamento di una riforma necessaria. Lasciando i diritti sociali (reversibilità, assistenza in ospedale, ecc) che peraltro non potevano essere ulteriormente negati, e facendo pasticci sulla parte dei patti di convivenza, giusto per renderli meno accessibili e quindi meno concorrenziali al matrimonio eterosessuale. E rinviando di anni la piena equiparazione dei figli e delle figle nati dentro ad una unione dallo stesso sesso. Già perchè il referendum abrogativo lo hanno già annunciato, e quindi il sistema politico (quello giudiziale?) starà fermo fino a quando si celebrerà questo evento, un paio di anni da oggi, più o meno. La notizia di oggi (i più informati già lo sapevano da molto tempo) è che i renziani hanno un potente alleato nel Presidente della Repubblica: non fatevi infinocchiare dalle solite dichiarazioni sul “non tirare la giacchetta”, “indipendenza” e stupidaggini varie: le pressioni ci saranno eccome, bisogna vedere quanto il Presidente farà da terzo muto tra i contendenti (la chiesa cattolica e il parlamento) o quanto vorrà intervenire nelle forme che riterrà più efficaci. Ma di certo questa è una carta potente che il fronte del NO camuffato (i cattolici del PD intendo) hanno nella loro faretra, anche solo nella sua forma di pressione indiretta. Che fare? Abbandonare ogni velleità di incidere direttamete sul dibattito attuale del Parlamento. Forse si sarebbe potuto intervenire con più decisine prima (forse...) ma il sistema politico è impermeabile rispetto alle posizioni del movimento lgbti, e segue logiche del tutto diverse. Facciamocene una ragione: le posizioni pià adeguate alla realtà non passeranno e non serve a nulla fare gli indignati da facebook. La carta vincente sono gli elettori, è l’opinione pubblica, è la società che sta cambiando ed è giàmolto cambiata su questi temi. Dobbiamo ricordarci degli anni del divorzio e dell’aborto, invece. Prepararci ad un referendum abrogativo che i cattolici trasformeranno in una ira di Dio (appunto) del “giù le mani dai bambini” ed attrezzarci al meglio con argomenti e soldi (quanti ne ha spesi ad oggi il fronte del SI, e quanti il fronte del NO ?) per gli anni a venire di riforme da attuare. Abbiamo tempi lunghi davatnti a noi, e non possiamo permetterci nessun calo di tensione, ed anzi dobbiamo affinare al meglio le nostre armi strategiche e comunicative. Per trasformare i cattolici del PD da nostri avversari a nostri alleati. Proprio come capitò per il divorzio e per l’aborto. Enzo Cucco 5 gennaio 2016