domenica 30 marzo 2014
COSA HANNO IN COMUNE BAGNASCO PUTIN E THATCHER?
Dovete aver pazienza, ma le menzogne si costruiscono sull'informazione parziale e manipolata.
Dunque è necessario ricostruire quanto appare sui quotidiani, e quanto non appare: il 28 marzo scorso il sottosegretario Silvia Velo (PD, Ambiente) ha risposto ad una nuova interpellanza dell'NCD ( Alessandro Pagano) sulla questione dei materiali prodotti dall'Istituto Beck contro le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere, e commissionati dall'UNAR. Sono i materiali su cui si è scatenata una campagna denigratoria di tanti fondamentalisti cattolici, culminata dalle dichiarazioni di Bagnasco.
Come ricorderete la parziale promozione di questi materiali era stata censurata dall'allora Vice Ministro alle Pari Opportunità Guerra, ed aveva prodotto una lettera di censura al direttore UNAR. Perchè? Nella risposta (molto burocratica) del Governo si annida una mezza bugia: si richiama un Protocollo di Intesa tra Dipartimento Pari Opportunità (di cui UNAR è parte) e Ministero Istruzione, rinnovato dal Governo Monti il 30 gennaio 2013, dove è previsto un articolo 7 che stabilisce il coordinamento tra Ministero e Dipartimento per le iniziative realizzate all'interno del Protocollo http://www.pariopportunita.gov.it/images/prot_dpo-miur_2013.pdf
Una dizione amplissima, come potete leggere anche voi, ed un protocollo molto generico che non stabilisce affatto che TUTTE le azioni rivolte alle scuole rientrino in questo Protocollo. Figuratevi cosa accadrebbe se tutti i materiali didattici usati nelle scuole dovessero passare al vaglio del Ministero. Leggetevi la lettera di incarico dell'UNAR che non cita affatto il Protocollo http://www.governo.it/AmministrazioneTrasparente/BandiContratti/Archivio/Beni_servizi/pari_opportunita_unar/ISTITUTO_BECK.pdf
Certo, tra Amministrazioni dello Stato ci si dovrebbe comportare in modo collaborativo: ci si confronta sui temi, si condividono i materiali, si riuniscono i gruppi di lavoro e si lavora. Sarebbe interessante sapere se il Comitato attuativo del Protocollo si sia mai riunito ed abbia prodotto qualcosa. Magari se ha deciso in qualche sua seduta la produzione di quesi materiali (la lettera di incarico all'Istituto Beck risale al 19 dicembre 2012). Ma se non lo avesse fatto non c'è nessuna norma, ripeto nessuna norma, che prevede che i materiali didattici extra curriculari proposti alle scuole debbano passare il vaglio del Ministero. Per il semplice motivo che si tratta di attività facoltative (e non potrebbe essere diversamente) la cui realizzazione sta nella piena libertà degli isegnanti. Che le assumono secondo le procedure ordinarie, ovvero proponendole ai Consiglio di Istituto (dove sono presenti genitori e allievi, oltre che docenti) ed ai Collegi docenti. Che sono gli unici organismi che hanno potesta decisionale su quesrta materia.
Tutto ciò a salvaguardia di un diritto fondamentale sempre salvaguardato nella scuola italiana, che è la libertà di insegnamento che, al di fuori delle attività curriculari per le quali esistono programmi definiti è assoluta, a garanzia di ogni intervento censorio o autoritativo degli organi centrali. Tutto quello che produce il Ministero è sussidiario alla libera iniziativa dei protagonisti della scuole, che sono docenti, allievi e genitori. Il limite sta nel diffondere informazioni errate od offensive.
Dico di più: i materiali autorizzati e prodotti da una amministrazione dello Stato passano il vaglio degli organismi di controllo che ne certificano l'adeguatezza all'incarico approvato. Sostenere che questi materiali siano inadeguati significa mettere in discussione i controlli della Presidenza del Consigio dei Ministri, del DPO e dell'UNAR a tutti i livelli, e non solo quelli formali ma quelli sostanziali. Chi contesta quei materiali sta dicendo che Presidenza del Consiglio, DPO e UNAR hanno approvato materiali sbagliati nella sostanza od offensivi nei confronti di qualcuno. E siccome questo è difficile da sostenere si scaricando tutto sull'UNAR. Ora, possiamo essere critici quanto vogliamo sull'istituzione e il funzionamento di questo organismo, ma non capire che in questo caso l'UNAR è diventato lo scaricabarile di una grana che nessuno vuole affrontare è miope, cinico, poco intelligente e oggettivamente pericoloso.
E qui si arriva al punto: ma li avete letti i materiali? Io ne sono venuto a conoscenza dopo le polemiche, e li ho recuperati di straforo, ma spero che a breve possano essere disponibili sul sito di certi diritti, come già accade su altri siti, alla faccia del blocco degli stessi. Vi prego leggeteli senza pregiudizio e cercate di scoprire informazioni scorrette od offensive nei confrotni di qualcosa o qualcuno. Non ne troverete. Ma SEMPLICEMENTE troverete l'uso di un linguaggio positivo nei confronti di omosessualità e transessualità.
Al di là di ogni falsa polemica formale sollevata da questo e quello, e dalle autentiche menzogne che NCD e Curia stanno diffondendo a piene mani senza alcuna prova fattuale, il nodo di tutto sta nella cosiddetta PROPAGANDA che i fondamentalisti vari leggono in quelle pagine. Il gioco retorico su cui si costruisce tutto ciò si costruisce su due affermazioni apodittiche, prive di riscontri concreti:
1, ogni discorso contro l'omofobia limita la libertà di espressione
2. ogni discorso positivo su omosessualità e transessualità è propaganda
Se non si riesce a censurare (come vorrebbero) queste affermazioni almeno si garantisca la voce di chi la pensa diversamente. Ovverso si riportino le tesi sostenute dalla gerarchia cattolica che considerano tutto questo come violazione dei principi della libertà individuale e della famiglia. Cioè l'esatto contrario della realtà.
Quando ci racconteranno la verità sullo stop dei corsi rivolti ai dirigenti MIUR su tali materie verrà fuori evidente che il problema era questo, e nessun altro. Impedire che questi temi siano affrontati in modo scientifico e oggettivo, ma ridurle ad una contrapposizione di opzioni culturali. E via con l'elencazione di stupidaggini sulle "scelte omosessuali", ecc. ecc.
L'ossessione di combattere contro la Propaganda omosessuale unisce Putin e le leggi russe contro la progaganda, Thatcher e la follia che fu la section 28 del 1988 e gli argomenti usati da Bagnasco & C. su questi argomenti. La realtà è questa, senza sfumature. Contro la Thatcher si schierò un fronte vastissimo di forze politiche, che non riuscirono a impedire l'approvazione della norma, ma almeno la sua non applicazione. Fallimento completo, almeno fino ad oggi, l'azione contro le leggi della federazione russa. Ora ci prova Bagnasco, attraverso l'influenza mediatica e culturale.
Perchè la sinistra italiana fa finta che non sia così? Perchè i cosiddetti liberali e laici italiani chiudono occhi orecchie e bocche su questo tema?
Credo che sia ora di svegliarsi, davvero.
Enzo Cucco
presidente Associazione radicale Certi Diritti
29 marzo 2014
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