domenica 16 febbraio 2014
Dobbiamo offrire la massima attenzione a quello che le dichiarazioni della Vice Ministra Guerra hanno reso pubblico, forse al di là delle sua stessa volontà. Ne va del futuro dell'UNAR e della lotta alle discriminazioni in Italia.
E' tutto chiaro, basta saper leggere le notizie e interpretare le posizioni degli attori coinvolti. In poche parole: la Conferenza episcopale italiana riesce, in extremis, ad intervenire su Letta che interviene su Guerra il giorno stesso delle sue dimissioni, perchè sia dato un segnale contro la troppo evidente esposizione dell'UNAR nella lotta all'omofobia. E' una storia lunga, e ostinatamente un coacervo di forze sta concentrando i suoi sforzi su questo tema, diventato di interesse primario della CEI da quando si è reso conto che l'attività contro omofobia e transfobia si stava moltiplicando, rischiando di dilagare nella società ma soprattutto nelle scuole, anche grazie al Decreto Scuola ed ai 10 milioni contro il bulismo stanziati.
Da qui la dichiarazione del Vice Ministro Guerra, maldestra nella sostanza e debolissima nella forma che altro non è che il segnale al fronte cattolico fondamentalista che il messaggio è stato ricevuto e che comincia un periodo di controllo stretto sull eattività dell'UNAR. Almeno su questa materia.
Ma l'obiettivo della CEI è ben altro: di certo non si accontenta di una dichiarazione pubblica e punta ad ottenere dal nuovo Governo che verrà la rassicurazione che l'omofobia sia stralciata dalle competenze dell'UNAR. Lo ha già chiesto, sia pubblicamente che privatamente a più voci. Non si tratta quindi della questione della indipendenza e della autonomia dell'UNAR, la cui soluzione risiede nella formulazione di una legge oggi impossibile anche solo da immaginare. L'UNAR si trova nella "felice" situazione di essere ricattabilissimo così come è, essendo una parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quindi funzionalmente del tutto dipendente dalle decisioni del Presidente del Consiglio, del Segretario generale, del capo di Gabinetto, ecc. ecc. Oggi l'ampliamento del raggio di azione dell'UNAR alle sei aree di potenziale discriminazione previste dall'art. 10 e 19 del TFEU (quindi anche all'omofobia) si basa su un semplice Decreto Ministeriale. Niente di più evanescente nella procedura amministrativa: basterà che il nuovo Vice Ministro o Sottosegretario cambi la mission dell'UNAR, e per farlo non deve passare nemmeno dal parlamento, se non per una formale consultazione in Commissione. Avete presente l'influenza che su questa materia potrebbe avere una persona come Del Rio, possibile sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che dichiarò molto apertamente che la famiglia "vera" è formata da un uomo, una donna e dei figli? Con Bagnasco che dichiara ai giornali che gli opuscoli UNAR sono un attacco alla famiglia (guarda caso....).
Ecco perchè è decisivo a chi Renzi offrirà il ruolo di referente politico sulle pari opportunità. Ne va del futuro della lotta contro le discriminazioni in questo paese, non solo della lotta all'omofobia. Perchè l'influenza di NCD nel Governo fa si che il tema della museruola all'UNAR sull'omofobia sacrificato sull'altare della nuova maggioranza. Magari attraverso un gioco politico molto conosciuto n el nostro paese: annunciare la riforma di UNAR, e della materia antidiscriminatoria, indicando una Agenzia o la Commissine di cui in Parlamento si discute da anni come soggetto che possa stare alla pari con gli equality body europei. E intanto si raggiunge l'obiettivo della museruola......
Un Sottosegretario o Vice Ministro palesemente indicato da quel partito come referente di UNAR e delle pari opportunità sarebbe quindi una sciagura, ben al di là del cognome che porta. Ma anche certi esponenti del PD sono altrettanto pericolosi, consapevoli o inconsapevoli che siano.
Enzo Cucco
http://gayindependent.blogspot.it/
16 febbraio 2014
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