sabato 17 settembre 2016

NOI TRE, E NOI TUTTI

Giovedì 22 settembre 2016 alle ore 18 alla Libreria Luxemburg di Torino insieme ad Angelo Pezzana, Gianluca Polastri e l’autore, presentiamo “Noi tre”, l’ultima opera di Mario Fortunato edita da Bompiani. Lo dico subito: ero un un pò stranito da questa richiesta esplicita di venire proprio alla Luxemburg. Non abbiamo mai avuto grandi rapporti con l’autore. Stima certo, ed attenzione alla sua opera e alle sue vicende (tra tutte, quella legata all’Istituto di Cultura di Berlino è stata la principale) ma son mancati dei temi in comune, e forse occasioni. Leggendo il libro, però, mi son ricreduto, ed è un grande libro che consiglio vivissimamente a tutti e tutte. E vi dico brevemente perchè. Si tratta di un libro di Memorie e di questo genere letterario fa parte, anche se le capacità narrative di Fortunato prevalgono sul modello, producendo un opera originale e commovente. Se avete in mente i classici libri di memorie su cui ci siamo formati, scordateli: nulla a che vedere con Rosseau, Agostino ed altre amenità del genere. Non somiglia nemmeno un pò alle altre opere di memorie che vi possono venire in mente, quelle a cui 80/90 enni affidano i ricordi di una vita. Si tratta di una opera breve, intensissima, che segue le regole delle memorie ma le supera, diventando un imperdibile punto di vista sugli anni ‘80 e su come li abbiamo vissuti, non solo sui personaggi e sugli avvenimenti che ne sono stati protagonisti. Si, come li abbiamo vissuti, perchè in tanti fra di noi hanno atraversato il decennio e quello che lo ha caratterizzato (AIDS innanzitutto) senza avere quello che americani e francesi hanno avuto, ovvero una letteratura all’altezza dei sentimenti che abbiamo vissuto. Non è una biografia, come ho detto, e nemmeno un’opera di storia, quindi se siete alla ricerca di una ricostruzione completa, magari originale, degli ultimi anni di vita di Pier Vittorio Tondelli, o di Filippo Betto, non la troverete. Invece è un’opera colma di ironia e tatto, di sentimenti e nostalgia, e come tutte le opere di memorie ci dice molto più sull’autore di quanto non appaia. Ecco, quella sensazione che ci fosse qualcosa di non detto e che bisognava dire, almeno privatamente. Quel sentirsi in imbarazzo con le persone che hai amato. Quello stare in silenzio al posto che ti hanno assegnato, quando vorresti fare e dire molto di più: io queste cose le ho provate negli anni dell’Aids, e sono grato a Mario Fortunato che le ha raccontate con tanta maestria letteraria e sapienza narrativa. Sempre un passo indietro rispetto alla denuncia politica, sempre un passo avanti sulla via della consapevolezza. E senza giudicare le scelte dei propri amici, quali siano state. Grazie a Mario Fortunato. E leggete il libro, ne vale davvero la pena. Enzo Cucco 17 settembre 2016

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