martedì 16 settembre 2014

DICIAMOCI LA VERITA'

E' necessario spendere qualche parola sulle notizie che dilagano sui media in merito alla trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero. Mi riferisco alle iniziative assunte dal Comune di Bologna perchè sono le più documentate e commentate in questo periodo. Intanto per non ingenerare false aspettative tra le tante coppie sposate. In secondo luogo per non copiare quel fastidiosissimo (ed in alcuni casi colpevole) metodo tipico del fronte del NO (fondamentalisti vari) che sulle false informazioni costruiscono vere e proprie campagne. La menzogna della libertà di espressione o quella della lobby vincente son lì a dimostrarlo. Se vinceremo sul matrimonio egualitario bisogna farlo in verità. Ovviamente non mi riferisco ai comunicati del Sindaco di Bologna e delle coppie interessate che hanno mantenuto abbastanza il senso dell'iniziativa, ma soprattotto ai media nazionali che senza andare fino in fondo (poche eccezioni ....) hanno fatto passare questo atto come una vera e propria trascrizione. Non è così, e lo dice lo stesso Sindaco nelle sue Disposizioni molto chiaramente ( http://www.comune.bologna.it/sites/default/files/documenti/Disposizioni%20del%20Sindaco%20su%20trascrizione%20matrimoni%20omosessuali.pdf ): in quarta pagina, prima del dispositivo, si dice esplicitamente " Precisato che la trascrizione negli archivi informatici dello stato civile non ha effetto costitutivo di diritti e obblighi giuridici soggettivi, limitandosi ad avere, invece, efficacia meramente dichiarativa, idonea a rendere pubblica l'esistenza di un atto già di per se valido, secondo la legge dello Stato in cui è stato posto in essere ....". Questo significa che dalla trascrizione non scaturirà alcun diritto o dovere equiparabile a quello che capita con la trascrizione dei matrimoni tra persone di sesso opposto. Per il semplice motivo che in Italia non esiste alcun status giuridico equivalente, ne matrimonio ne unione civile. Io non so se il Comune ha approvato un atto che riconosca a questi matrimoni la natura di famiglia ed applicchi anche a queste i diritti e i doveri che prevede come Comune nell'ambito delle sue competenze. Perchè è tutto quello che può fare di concreto. In più il Comune di Bologna può, così come tutti gli altri Comuni d'Italia, costituire tutti gli elenchi ed i registri che ritiene (che è il motivo fondamentale per cui i Registri delle Unioni sono stati ritenuti legittimi) ma la ricaduta del riconoscimento di questi atti è competenza eclusiva dello Stato, perchè così funziona in Italia lo stato civile. Ridicolo quindi che il Prefetto di Bologna si opponga a questo gesto, che rientra tra le iniziative ad altissimo valore politico, ma non viola alcunchè. Chiarito quindi che il valore giuridico di queste cosidette trascrizioni è paragonabile a quello della Istituzione del Registro, rimane la questione politica, che invece è notevole. E' la prima volta che i Sindaci di grandi cità si muovono su questo tema. Parlo di Napoli, Bologna e di alcuni altri Comuni medi e grandi. E purtroppo spiccano il silenzio delle azioni, non quello delle dichiarazioni, di Milano, Roma, Palermo, Bari e soprattutto Torino il cui Sindaco, come sapete è anche Presidente dell'ANCI ed il Comune svolge le funzioni di segretariato della Rete READY. Forse ricorderete l'importanza che la campagna lanciata negli USA proprio dai Sindaci delle grandi città sul matrimonio egualitario ha avuto per l'avanzamento di questa battaglia in quel paese ( http://www.freedomtomarry.org/pages/mayors-for-the-freedom-to-marry ) e la mia associazione si è ispirata proprio a questa iniziativa proponendo ad alcuni Sindaci il lancio di un manifesto appello in favore del matrimonio egualitario. Ma a parte De Magistris nessuno ha colto l'iniziativa. Ora sembra che le cose si muovano un poco. Ed è la vera notizia positiva, perchè è una ottima notizia che Sindaci di grandi città italiane prendano posizione esplicita su questo tema. A condizioe che ci sia una maggiore chiarezza su quale è l'obiettivo di queste iniziative dimostrative, cioè il matrimonio egualitario, senza le ambiguità su generici richiami ad una legge parlamentare che si preannuncia tutto tranne che la semplice estensione del matrimonio. Niente più ambiguità, che le parti si esplicitino fino in fondo. E la valutazione verrà data (da chi vota così come da chi fa parte di quei partiti) più chiaramente su cosa esattamente stiamo discutendo. Enzo Cucco Associzione radicale Certi Diritti 16 settembre 2014