tag:blogger.com,1999:blog-35047388573760527502024-03-14T00:03:34.908+01:00Gay Independentragionare sui fattiEnzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.comBlogger87125tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-60010892846209072642022-06-20T21:06:00.000+01:002022-06-20T21:06:50.510+01:00 APPELLO AI LIBERALI PER NON CREDERE ALLE BUFALE SUL DDL ZAN<p>Oggi il sito de Linkiesta ha pubblicato il testo di una mia lettera aperta sul testo della proposta di Legge universalmente conosciuta come DDL Zan. La mia è stata una scelta di interlocuzione precisa perché non mi arrendo al fatto che le balle create dal centro destra (e qualcuna dal centro sinistra) facciano così tanti proseliti tra coloro che si definiscono liberali e dovrebbero condividere principi e procedure. Ovviamente tutto ciò è frutto del mio pensiero e non vuole impegnare in alcun modo la mia associazione di appartenenza (Associazione Radicale Certi Diritti) che ha scelto di non sollevare alcuna questione in pubblico sul testo presentato ma solo di segnalare, nei luoghi deputati, alcuni limiti.</p>Ho anche scelto di chiedere a Linkiesta di pubblicarmi perché oltre ad avere la massima stima e considerazione della loro produzione, sicuramente oggi è l'organo di informazione riconosciuto da chi si sente del tutto liberale. Non mi azzardo a dire anche libertario, ma questa è un altra storia.<br /><br />Qui la versione pubblicata:<br /><a class="gofk2cf1 t5a262vz py34i1dx" href="https://www.linkiesta.it/2022/06/ddl-zan-discriminazione-liberali/">https://www.linkiesta.it/2022/06/ddl-zan-discriminazione-liberali/</a><br /><br />E qui il testo originale: come sempre accade la lettera è stata un poco tagliata (ma poco direi, e non nelle sue parti essenziali). E chi vorrà potrà leggere entrambe le versioni.<br /><br />Grazie mille a Christian Rocca e alla Redazione de Linkiesta. E abbonatevi, conviene! E poi pubblica la mitica Guia Soncini, dai su ....<br /><br />Care amiche e cari amici liberali,<br /><br />come sapete il PD pensa di far votare il pdl Zan anche a costo di modificarlo (un po', dicono …). Ma non ci riusciranno, oppure si, ma non si capisce quale sia il limite delle modifiche che verranno accettate visto che le posizioni sembrano lontanissime. <br />Riprenderà quindi la discussione pubblica su questo testo, e ricomincerà la gara a chi la spara più grossa: già perché le frottole (più o meno fondate) sono all’ordine del giorno dei Parlamenti di tutto il mondo, ma una tale caterva di vere e proprie falsità dette da un coro di cosiddetti esperti raramente l’avevo sentita. Con l’epilogo finale di quell’applauso sfottò che ne sottolineò l’affossamento in Aula.<br />La parte principale, come accade spesso, è giocata dalle forze di centro destra che hanno ripetuto fino allo sfinimento, e continueranno a farlo, una raffica di bugie pari solo a quelle sputate nella discussione per la Legge sulle Unioni civili. Fuoco di sbarramento che ha come fine ultimo quello di rinviare a data da destinarsi il giorno in cui dell’argomento se ne possa discutere con l’intenzione di risolverlo. Ma due tra queste menzogne sono particolarmente odiose, oltre che false, e guarda caso sono anche quelle che più pescano adepti nell’ambito di coloro che si definiscono, o sono definiti, come liberali.<br /><br />Mi riferisco innanzitutto alla libertà di espressione, che sarebbe conculcata con questo provvedimento. Da più parti si dimentica che il nodo politico e giuridico è stato risolto durante la discussione sulla cosiddetta Legge Mancino nel lontano 1993 inventando quella cosa difficilissima da applicare, ma necessaria, che è la connessione tra i cosiddetti discorsi di odio e l’istigazione a delinquere. Difficile perché i giudici italiani non sono abituati a queste valutazioni, e la NON applicazione della Legge Mancino ma anche delle misure transitorie contro il fascismo, ne sono la prova lampante fino ad almeno 3 o 4 anni fa. Rileggetevi la conclusione a cui arrivo il Parlamento: vi sembra che la Legge sia riuscita non dico a prevenire ma anche a intercettare il razzismo nostrano, anche quello violento? Non sembra anche a voi che la Legge, soprattutto quella penale, non può, anzi non deve prevenire un reato? E che il razzismo in Italia sia cresciuto e diminuito “a prescindere” da quella Legge?<br /><br />La seconda balla sesquipedale che si sono bevuti migliaia di persone autenticamente liberali (e non solo ovviamente) è che esista una categoria di persone precisa per il concetto di “identità di genere”, tanto che maldestramente qualcuno propone di cancellare questa definizione per cancellare con un colpo di penna tutti i problemi creati da quelle persone che, appunto, non hanno una identità di genere corrispondente al proprio sesso di nascita. Ora, potrei annoiarvi con tutte le sentenze della Corte di Giustizia, della CEDU, della Corte costituzionale che spiegano che cosa si intende per identità di genere. Ma non lo faccio, bensì vi domando, seriamente, ma come è successo che il concetto di “identità di genere” è diventato sinonimo di persona transessuale? Quando e chi ha fatto questa supposizione? Avere o no “identità di genere” è caratteristica di tutte le persone perché caratteristica costitutiva dell’ identità. Lo dicono le stesse parole: milioni di uomini e di donne, omosessuali o eterosessuali, hanno normalmente una identità di genere senza metterlo in discussione. E’ chi mette in discussione questa identità che bisogna salvaguardare da discriminazioni e violenza, perché i codici dicono che non si può essere vittima a causa del genere di appartenenza, quindi della propria identità. Non mi sembra tanto difficile da capire. <br /><br />E tutti quegli esempi strampalati che portate per avvertire che questa scelta potrebbe causare danni irreparabili è, appunto, strampalata: cosa è un diritto lo definisce la Legge, e dovrebbe farlo anche con i doveri. Le norme definiscono le categorie di persone che, in base alla propria natura, non possono subire discriminazioni, ma si guardano bene nell’elencare quali siano i diritti e i doveri esercitabili. Perché sanno che questo non soltanto è impossibile ma inutile, il nostro diritto è disseminato di eccezioni. Faccio un esempio banale banale che può servire per il nostro ragionamento: noi abbiamo stabilito che l’età minima per essere eletti alla Camera è di 25 anni, mentre quella per votare è di 18. Perché questa differenza? Non è discriminatoria? La maggior parte di noi risponderebbe automaticamente che “c’è una Legge che lo definisce”: lasciate perdere che la risposta sarebbe più articolata ma di fatto la risposta è giusta. C’è una Legge che lo dice, e per approvare una Legge c’è un processo democratico che passa attraverso la maggioranza del Parlamento. Quindi se la maggioranza del nostro Parlamento crede che l’età per essere eletti debba essere di almeno 25 anni noi tutti dobbiamo adeguarci perché quella decisione rappresenta una regola, sbagliata quanto si vuole ma una regola. Una regola che stabilisce una eccezione ma sempre regola rimane. La si può cambiare? Certo. E questo non è discriminazione! Era discriminazione forse chiedere il cambio della Legge sulla leva obbligatoria, o per l’introduzione del divorzio, o per il riconoscimento di diritti uguali per figli nati dal matrimonio o fuori da esso, in vigenza di norme che dicevano il contrario? Certo che no, e francamente fa un po' specie spiegare queste cose a chi il diritto lo frequenta e lo pratica da prima di me e meglio di me. Il Parlamento e le Corti saranno quindi sollecitate ad intervenire nei casi di eccezione, così come accade per tutti gli altri diritti, e doveri. Palestre, spogliatoi, attività sportive ed ogni altra vostra paturnia compresa.<br /><br />Infine una odiosissima balla che è molto circolata, e circola ancora, è quella gonfiata ad arte da coloro che credono in questa norma e pensano che senza di essa discriminazione e violenza contro le persone omosessuali o transessuali non siano perseguite. O peggio ancora mettono in relazione i casi che la cronaca registra con la mancata approvazione della Legge, invece che con la frequenza del fenomeno. Non che stia dando dell’ignorante a chi sostiene questa tesi, ma del furfante a chi la cavalca si perché sa che è falsa e tende ad utilizzarla per manipolare la nostra adesione emotiva a un principio (la lotta all’omobilesbotransfobia) senza parlare dei contenuti di questa legge.<br /><br />Non sono un giurista, e non voglio prolungare più di tanto gli argomenti di questa natura. C’è chi lo ha fatto prima di me e meglio di me. Ma una persona che ha fatto politica liberale per anni ed è tutt’ora un attivista per i diritti delle persone lgbti che continua a non capire come mai tanti e tante liberali cadono in queste trappole. Una delle cose che ho capito è che il confronto con la Legge deve prevedere anche un confronto con la realtà, ed essa è superiore alla Legge, sempre e comunque. Quindi l’argomento che la nostra Legge non prevede questo tipo di reato mi fa un po' ridere: vogliamo parlare degli anni di convivenza del nostro sistema giuridico con quel mostro del “delitto d’onore”? <br /><br />Consiglio di farsi delle domande basate sulla realtà, e cercare di dare risposte sensate rispetto alla realtà che è molto più vasta del cortile in cui viviamo: esiste una connessione tra discordo di odio e reati o discriminazioni? E se esiste deve essere perseguita questa istigazione per salvaguardare la vittima o anche per salvaguardare l’intera società? E serve una norma penale per salvaguardare questo bene: perché l’assenza di discorsi di odio e quindi delle discriminazioni e della violenza è un bene, no?<br /><br />Dopo aver risposto a queste domande, guardando la realtà e non i nostri principi (quali che siano) allora arriva una valutazione di efficacia: serve “questa” norma per prevenire o punire simili comportamenti? Prevenire proprio no, e spero di non dover soffermarvi sull’uso preventivo della norma penale. Ma punire? Davvero credete che il nostro diritto sia privo di strumenti per punire tali comportamenti quando incitano alla violenza o alla discriminazione. Se proprio si volesse intervenire sulle norme esistenti poteva essere l’occasione per mettere ordine a quel guazzabuglio di attenuanti e aggravanti, e sulla loro applicazione, che esiste nel nostro ordinamento stabilendo una norma semplice, ovvero una aggravante che deriva direttamente dalla violazione di una norma europea: l’articolo 10 del Trattato per il Funzionamento dell’Unione Europea. Poco? Incompleto? La Carta europea dei diritti fondamentali prevede di più? Certo, ma cominciamo da quello, un passo alla volta.<br /><br />Perché se sottoponiamo questa proposta ad un esame di efficacia capiremmo subito che non lo è affatto: né per la prevenzione né per la punizione di questo comportamento.<br /><br />Un ultima riflessione: le balle del centro destra unite alla volgarità di comportamenti e frasi, si è spinta talmente oltre che per il solo gusto di vederli rosicare mi piacerebbe che questa norma passasse. Ma “occhio per occhio e dente per dente” è una balla (anche questa) a cui abbocchiamo tantissimo, ancora. E quindi: se passasse la proposta (così come è scritta) mi faccio una risata. Se non passasse non è un grande problema. <br />L’omobilesbotransfobia si combatte con altro.<br /><br />Enzo Cucco<br />Associazione radicale Certi Diritti<br />Componente del Direttivo<br /><br />PS: gli strumenti per agire esistono già, sono stati anche finanziati (poco) dal nostro Stato. E potevano essere attivati e finanziati anche prima per le persone transessuali se solo si fosse applicata la Convenzione di Istanbul in modo compiuto, o la Direttiva europea sulle vittime di reato in modo specifico.<br /><br />PPSS: con questa lettera mi riferisco soprattutto alle persone liberali, rinviando ad esse il gravoso compito di definire questa descrizione. Una sola cosa ci dovrebbe unire: lo Stato deve stare lontano il più possibile dalle persone e dalla loro vita, e quando deve intervenire è per un interesse generale, e mai con intento punitivo. Che è poi quell’illusione creata dal panpenalismo.<br />Una lettura (o rilettura) del bellissimo libro di Tommaso Greco, “La Legge della Fiducia”, edito da Laterza, può aiutare.<div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMgna9xVUV8poFL0dtCMlwACEVn4KO7oxYzOTO9YkwwogJu8gBnOcRKG-QRwEkcAFO3tKkmvi0m1Rh-zRiK6JC-_TTokfImFi2yNlHBBLLWrPRp5E3XJIazjyzTqD4TPcqlVzUGifhoSMQCo1N3YDd2cvDcr4KOYY2IDMXB7cvun8Z6Ud3upBFnnFHpg/s1200/brielle-french-61jpastemru-unsplash.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1200" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMgna9xVUV8poFL0dtCMlwACEVn4KO7oxYzOTO9YkwwogJu8gBnOcRKG-QRwEkcAFO3tKkmvi0m1Rh-zRiK6JC-_TTokfImFi2yNlHBBLLWrPRp5E3XJIazjyzTqD4TPcqlVzUGifhoSMQCo1N3YDd2cvDcr4KOYY2IDMXB7cvun8Z6Ud3upBFnnFHpg/s320/brielle-french-61jpastemru-unsplash.webp" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div>Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-72764330344398674282020-09-14T22:10:00.001+01:002020-09-14T22:10:12.016+01:00ZITTO CHE IL NEMICO TI ASCOLTA ...... AH VAAA ?!? Qualche riflessione sul pdl Zan.<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2XHwXuNDlkmecMuyc8QeamRp0OIMdvMYAjM_57lWPzSN1hpJkOlDKLIXFqe6WtidpXot3oy1fEdoZRlLEot2rl3MT01CAn5ePOMx_IJsknGePw6o0Wc4ovz0pOTRKCUPzv_nRdPBAD3eQ/s630/tutti_zitti.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="387" data-original-width="630" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2XHwXuNDlkmecMuyc8QeamRp0OIMdvMYAjM_57lWPzSN1hpJkOlDKLIXFqe6WtidpXot3oy1fEdoZRlLEot2rl3MT01CAn5ePOMx_IJsknGePw6o0Wc4ovz0pOTRKCUPzv_nRdPBAD3eQ/s320/tutti_zitti.jpg" width="320" /></a></div><br /> <span style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: inherit; font-size: 17px; white-space: pre-wrap;">Una volta mi arrabbiavo, adesso sorrido, magari con un retrogusto di amarezza, quando sento i partigiani e le partigiane di questo o di quello seccarsi per le critiche volte al proprio pupillo “perchè si fa il gioco del nemico....”. Perché tutte le volte che c’è l’approvazione da parte del Parlamento di una nuova legge è la solita solfa, e si immolano alle ferree e ottuse volontà politiche anche le migliori proposte; un pò per questa dissennata procedura parlamentare che rende impossibile, quasi, ogni modifica ai testi presentati, pena tempi biblici per la loro approvazione. Un pò perché a parole si “collabora con l’avversario” ma in realtà c’è una guerra guerreggiata con le stesse componenti della maggioranza ove ogni scusa è buona per portare a casa un risultato e poterlo rivendicare come proprio.</span><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="1m8md-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="1m8md-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="1m8md-0-0" style="font-family: inherit;"> La stessa cosa sta accadendo con il progetto di legge Zan e i tanti e le tante che urlano al tradimento quando magari qualche emendamento sensato (non parlo delle migliaia di quelli stupidi) rischia di modificare il testo. Intendiamoci: gli estensori hanno realizzato decine di consultazioni, informali e formali, sulla proposta, e hanno potuto sentire tutte le voci in capitolo. Di questo dobbiamo riconoscere loro il merito. La stessa cosa successe sul progetto di legge per le Unioni Civili ed in generale per tutti i provvedimenti che toccano, direttamente o indirettamente, i diritti. Ma non è questo il punto centrale, bensì le risposte a questa semplice domanda: la legge che uscirà dal Parlamento sarà efficace?</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="ckl1m-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="ckl1m-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="ckl1m-0-0" style="font-family: inherit;">Son decenni che i nostri deputati e senatori fanno finta di porsela sta domanda, con l’incredibile risultato che la maggior parte delle norme son costruite o senza gli strumenti per verificarle o son state del tutto disapplicate e/o superate dai tempi. Lo dovrebbe fare il Parlamento, direte voi, ma la cultura espressa dalla maggioranza dei suoi rappresentanti (non dico tutti e non dico sempre) è totalmente impermeabile ad ogni prova di efficacia, buona solo ad incolpare questo o quello quando si è in emergenza.</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="95bdk-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="95bdk-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="95bdk-0-0" style="font-family: inherit;">E quindi, complice lo slittamento della discussione e votazione in Aula (alla Camera, perché al Senato.....) possiamo permetterci di porla questa domanda sperando che qualcuno ascolti non solo i motivi di soddisfazione, ma anche le perplessità che la norma così scritta produce. E si ponga il problema della sua applicazione.</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="84k8l-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="84k8l-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="84k8l-0-0" style="font-family: inherit;">Chi scrive questa nota è un attivista da più di 40 anni, ma non vanto titoli accademici e nemmeno una specifica cultura giuridica. Son stato nella pubblica amministrazione da sempre e certi meccanismi li conosco bene. Conoscenza di meccanismi che solo la vulgata populista e facilona bolla come “predominio della burocrazia” e che invece è figlia di ben noti meccanismi, giuridici e amministrativi, che rendono le leggi inapplicate, e spesso inapplicabili. Guardate con attenzione alla storia italiana della cosiddetta Legge Mancino (il senatore che diede un contributo essenziale al testo è stato Enrico Modigliani, repubblicano) e domandatevi perché in tutti questi anni è stata poco o punto applicata (forse un pò di più negli ultimi 5 ....). E smettetela di usare i dati dell’OSCAD e dell’UNAR come una clava e domandatevi come funzionano, con quali strumenti e competenze questi organi dello Stato possono intervenire sui crimini d’odio (dove, quando, come, con chi ...). In più è notorio (perché l’ho scritto e detto molte volte, e con me la mia attuale Associazione di appartenenza, ovvero l’Associazione radicale Certi Diritti) che ho sempre avuto fortissime perplessità e anche contrarietà ad usare la leva penale nel combattere fenomeni sociali gravi, profondi, che si cibano di falsa tradizione e maschilismo della peggior specie come quelli dell’omofobia, transfobia, e via elencando. In altre parole: quando si parla di populismo dominante non si intende forse un modo di concepire le leggi più come dichiarazioni di principio che come strumenti applicabili che aiutano la società e gli individui?</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="66gcc-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="66gcc-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="66gcc-0-0" style="font-family: inherit;">Vorrei sbarazzarmi dell’argomento principe, sbandierato da un ampio numero di personaggi: dalla CEI a Luigi Manconi e Stefano Ceccanti, ovviamente non con gli stessi toni: questa Legge potrebbe violare il principio di libera espressione perché non si potrà più esprimere nessun giudizio o progetto politico che riguardi le persone omosessuali (e via elencando). Ora, lasciate perdere le reazioni che tutti abbiamo avuto di fronte a queste posizione, soprattutto a quelle più “moderate”, e passate a questo esempio. Da qualche anno vige una Legge nel nostro Paese che stabilisce il divieto di GPA (art. 12 Legge 104/2004 “</span><span data-offset-key="66gcc-0-1" style="font-family: inherit; font-style: italic;">Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione dei gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a sei anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.”). </span><span data-offset-key="66gcc-0-2" style="font-family: inherit;">E’ altrettanto notorio che esistono leader politici e associazioni che non solo sono contrari a questa norma ma ne chiedono pubblicamente il cambiamento, anche presentando proposte di legge e, per esempio “</span><span data-offset-key="66gcc-0-3" style="font-family: inherit; font-style: italic;">pubblicizzano la surrogazione di maternità</span><span data-offset-key="66gcc-0-4" style="font-family: inherit;">” in modo palese. Ma loro (cioè anche io) non si sono mai nemmeno sognati di accusare chi è contro la GPA di essere malati e criminali, o di non essere in grado di fare questo o quello ..... Qualcuno ha mai provato a denunciarli (denunciarci ...) questi leader e associazioni che predicano esplicitamente il superamento della norma? NO, e per una serie infinita di motivi tra cui il fatto che quella cosa proprio non la fanno, ma la auspicano soltanto ed agiscono politicamente per il superamento della stessa.</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="b9q9m-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="b9q9m-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="b9q9m-0-0" style="font-family: inherit;">Il discorso è diverso se si trattasse di disobbedienza civile, come fu ai tempi dell’obiezione di coscienza per esempio, o dell’aborto. Ma non entrerei su questo terreno perché la discussione dovrebbe essere diversa.</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="9kui6-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="9kui6-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="9kui6-0-0" style="font-family: inherit;">E per quali motivi dovrebbero essere perseguiti coloro che sono contrari al matrimonio egualitario o alle unioni civili? Non sarebbe la stessa situazione vista al contrario? Non sono diffuse nel nostro Paese decine di associazioni che sono contrarie, per esempio, all’attuale Legge di regolamentazione dell’aborto, fino a chiederne la sua cancellazione o profonda riforma? Cosa c’entra quindi la libertà di pensiero con questa proposta di legge che in modo esplicito afferma che “ </span><span data-offset-key="9kui6-0-1" style="font-family: inherit; font-style: italic;">sono consentite la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte</span><span data-offset-key="9kui6-0-2" style="font-family: inherit;">”. Di quale libertà di pensiero parlano se non quella di insultare e di offendere, che DA SEMPRE è punita dal codice penale con il reato di diffamazione, mentre e altre no? Forse non ci si rende conto della assurdità dell’argomento, e mi rivolgo ai Ceccanti ed ai Manconi che hanno le capacità di comprendere ed anche quelle di resistere alle pressioni, molto forti, della gerarchia cattolica.</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="58rl6-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="58rl6-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="58rl6-0-0" style="font-family: inherit;">E poi: non mi capacito come sia possibile affidare ai giudici la valutazione di quali siano queste “ condotte legittime” e mi viene un brivido al solo pensiero di quanta giurisprudenza “fantasiosa” sarà prodotta su questo aspetto.</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="6ps0p-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="6ps0p-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="6ps0p-0-0" style="font-family: inherit;">Diciamoci la verità: questo progetto di legge ha un grande, valido motivo per essere approvato, ed è rappresentato dai pareri dell’opposizione (tutta) e dai retropensieri di una parte della maggioranza che dicono scempiaggini. Tutti costoro agitano ogni strumentalizzazione possibile e immaginabile del principio di libertà di espressione: sulla strumentalità degli argomenti espressi dall’opposizione non ho parole, e nemmeno sull’atteggiamento di certi giornalisti nostrani che invece di andare a fondo delle notizie semplicemente le ripetono, rendendole così, secondo la nota Legge di Goering, vere perchè ripetute infinite volte. Mentre quelle espresse dalla maggioranza assecondando le infondate preoccupazioni che quà e là sono apparse, invece di rinviarle al mittente come inaccettabili, dicendo chiaramente che questo testo (questo testo, ripeto) non ha nulla a che vedere con questo principio. O il gioco di staccare il deputato Costa dal suo Gruppo parlamentare (altri oltre lui?) vale la candela di un emendamento confuso e confondente? Il cambiamento introdotto appunto con l’articolo 3 è semplicemente una </span><span data-offset-key="6ps0p-0-1" style="font-family: inherit; font-style: italic;">excusatio non petita accusatio manifesta: p</span><span data-offset-key="6ps0p-0-2" style="font-family: inherit;">erché è stato inserito così, con quella formulazione ambigua se collocata nell’articolo del codice penale, come dovrebbe essere? Senza specificare se si estende o meno a tutti i reati previsti dagli articoli 604 bis e ter? Che impatto avrà sugli stessi? E se non ne avrà come si giustifica questa eccezione per l’istigazione a delinquere e per discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere e non per violenza e discriminazione per nazionalità, etnia, razza e religione? </span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="8pbl7-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="8pbl7-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="8pbl7-0-0" style="font-family: inherit;">Ripeto: se non ci fossero le follie (in senso giuridico) della CEI, della LEGA, di FdI e di qualche altro esponente della opposizione, il valore della dichiarazione pubblica e formale contenuto nel testo di questa Legge sarebbe molto meno necessario. Loro, con i loro argomenti un tanto al chilo, sono la prova provata che questa Legge è necessaria. Ma basta? Non è vero forse che la norma viene applicata dai giudici solo nel caso si provi che dietro l’espressione di un insulto o di una bugia non vi sia stata volontà di violenza e discriminazione?. E voglio vedere quanti e quali giudici lo riconosceranno il reato o l’aggravante così concepita. Perché, lo ricordo a tutti noi, un conto è dire “affoghino tutti gli immigrati” ed un altro “gli immigrati non li vogliamo a casa nostra”. Sono entrambe affermazioni molto razziste, ma sulla seconda i giudici hanno avuto notevoli dubbi nel passato. Che passo avanti si è fatto quindi rispetto al codice penale esistente oltre al riconoscere un ulteriore reato (da provare) ed una aggravante obbligatoria per Legge? Dove sta l’effetto di prevenzione di questa norma? E magari allungare le pene previste e cambiare la composizione del giudicante?</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="eh548-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="eh548-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="eh548-0-0" style="font-family: inherit;">Non erano fondati quegli emendamenti (presentati se non ricordo male da Ceccanti e da Gariglio ) che cercavano di definire di cosa si parla quando si dice la parola discriminazione? Non esiste in Italia una Legge sulle Discriminazioni, cosa che chiediamo da sempre, ma solo i grandi principi contenuti nella nostra carta e nelle norme europee (lunga vita a loro ....) e in alcune Direttive europee applicate in Italia con Decreti Legislativi che a volte son stati proprio bislacchi, se non contrari alla lettera in essi scritta. E, come si sa, l’unica Direttiva comunitaria contro le discriminazioni basate su orientamento sessuale è quella del lavoro (la 43 del 2000) mentre per motivi legati alla transessualità si applicano le norme relative al genere, che sono molteplici. Di quali discriminazioni, di grazia, si parla? Lo capite vero che condannate i giudici a ripetute sentenze che di volta in voltano individuano cosa sia discriminazione e cosa no, con tutti gli annessi del caso?</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="f526p-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="f526p-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="f526p-0-0" style="font-family: inherit;">Felice di essere smentito, intendiamoci, ma con numeri e ragionamenti alla mano, non con aspettative e desideri.</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="63du6-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="63du6-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="63du6-0-0" style="font-family: inherit;">In una cosa questo progetto è molto positivo, e sono tutti gli articoli cosiddetti sulle “politiche attive” che stabilisce: l’aumento del Fondo per le Pari Opportunità, la realizzazione di una Strategia nazionale, l’istituzione della Giornata nazionale, le iniziative di accoglienza e di assistenza per le vittime. Tutte cose che servono tantissimo a chi lavora su questi temi. Certo anche su questo ci sarebbero volute norme più incisive, rivolte a quel famoso principio di efficacia che una legge deve perseguire. O forse devo citare la miseranda fine di un articolo della Buona Scuola che già oggi rende legittime iniziative contro la violenza di genere e le discriminazioni? (comma 16, Legge 107/2015). Il finanziamento previsto ( 4 milioni l’anno per l’intero Paese) è davvero poco per chi è esperto sulle politiche pubbliche e l’elenco delle cose che si dovrebbero fare con questo Fondo. E perché ricondurre anche il Fondo così istituito al Dipartimento, e non all’UNAR direttamente? Magari affidandogli specificatamente un ruolo di coordinamento e proposta nei confronti di altri Ministeri e Dipartimenti? Una ulteriore migliore definizione delle nuove competenze date all’UNAR (ricordate? la sua istituzione e le sue attività risalgono ad una Legge comunitaria dove si parlava solo di razzismo, mentre le altre competenze si sono via via aggiunte, o dismesse, sulla base di Direttive ministeriali) e via sofisticheggiando. Ma appunto questi argomenti li possiamo considerare sofisticherie....</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="2it17-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="2it17-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="2it17-0-0" style="font-family: inherit;">Abbiamo già detto sulla totale assenza di regole per la verifica della corretta attuazione della Legge, o le varie previsioni poco chiare: per esempio che rapporto c’è tra Strategia e Programma visto che le risorse, penso, dovranno essere quelle? Oppure: sembra di capire che ISTAT debba produrre uno studio ogni tre anni, complesso e articolato, ma non si indica se ci siano risorse aggiuntive a quei 4 milioni o userà solo risorse proprie (quali? come?), e a chi risponde ISTAT per le sue ricerche tranne che per quel cenno al “sentito l’OSCAD”. E l’UNAR?</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="2ol4g-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="2ol4g-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="2ol4g-0-0" style="font-family: inherit;">Rimangono infine tutti i miei dubbi, ed anche sorpresa direi, sul dibattito a tratti lunare, che si è svolto sulla parola genere: inizialmente la scelta di indicare nella proposta esplicitamente il genere e l’orientamento sessuale aveva una sua logica (inclusiva e non esclusiva come pensano molti). Capisco l’inserimento dell’identità di genere (in troppi fanno finta che le persone trans non esistano, o esistano come vogliono loro) anche se nel genere c’è anche il passaggio dall’uno all’altro o semplicemente non sentirsi entro quelli definiti. Pensateci: se non ci fosse, per quale motivo più di una sentenza della Corte UE ha detto esplicitamente che alle persone transessuali che si sentono discriminate si applicano le norme sul genere? E per quale motivo esiste in Italia l’immotivata e non condivisa interpretazione della Legge sulle Consigliere di parità per cui alcune non la applicano nei confronti delle persone transessuali?. Ma quando si è deciso di inserire anche “sesso” siamo entrati nel paradosso assoluto, confondendo nella legge termini e significati di origine sociologica, medica, politica, giuridica ......... Forse è difficile capirlo ma tutte le definizioni citate prima contribuiscono a salvaguardare l’ </span><span data-offset-key="2ol4g-0-1" style="font-family: inherit; font-style: italic; font-weight: bold;">identità sessuale</span><span data-offset-key="2ol4g-0-2" style="font-family: inherit;"> della persona, l’unico vero bene che deve essere salvaguardato, che da conto di tutte le possibili varianti esistenti ed è già stato preso in considerazione, come bene da salvaguardare, dalla stessa corte costituzionale. Ve li immaginate i giudici che di volta in volta devono stabilire se c’è violazione della libertà di sesso, o di genere, o di identità di genere o di orientamento sessuale? E quanti avvocati e avvocate tenteranno (legittimamente aggiungo io) di applicare questo reato anche alla violenza contro le donne (quello che impropriamente viene indicato come femminicidio)?</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="40bqa-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="40bqa-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="40bqa-0-0" style="font-family: inherit;">Mi rivolgo infine agli avvocati ed alle avvocate che queste discriminazioni e violenze le seguono da tempo: siate onesti con voi stessi e diteci in quale modo questa Legge vi aiuta nel perseguire questo tipo di reati, visto che gli stessi sono già tutti compresi in una attenta applicazione del codice penale? Perché istituisce un reato nuovo? E non è soggetto, come tutti i reati, alla verifica della sua sussistenza da parte di un giudice la cui sensibilità può essere più che varia? L’aggiunta di un’aggravante obbligatoria? Il cambio della procedura che si applicherebbe ai vari casi?</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="6pthk-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="6pthk-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="6pthk-0-0" style="font-family: inherit;">Francamente: io vedo pochi passi avanti con questa norma penale che non ha validità preventiva, e soprattutto contiene sacrosante dichiarazioni di principio (da non sottovalutare intendiamoci) e le norme di carattere organizzativo a favore delle cosiddette politiche attive, migliorabili, ma certo un primo passo. Ma vi prego spiegate ai più di fare una infinita attenzione a collegare l’approvazione di questo pdl con la fine (o la diminuzione) degli orrendi casi di cronaca che abbiamo sotto gli occhi. Semplicemente perché non è vero, soprattutto nell’immediato.</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="659hm-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="659hm-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="659hm-0-0" style="font-family: inherit;">E’ l’efficacia la prova del 9 di ogni possibile legge, non la sua bontà.</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="1u81e-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="1u81e-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="1u81e-0-0" style="font-family: inherit;">Enzo Cucco </span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="r7u8-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="r7u8-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="r7u8-0-0" style="font-family: inherit;">14 settembre 2020</span></div></div><div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ao449" data-offset-key="12hvk-0-0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="12hvk-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span class="_2ou" data-offset-key="12hvk-0-0" spellcheck="false" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: underline;"><span data-offset-key="12hvk-0-0" style="font-family: inherit;">https://gayindependent.blogspot.com/</span></span></div></div><p></p>Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-49736512755807782902020-04-12T22:02:00.001+01:002020-04-12T22:03:03.601+01:00<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="3p1ha-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmccyh9OkkdzIP07VEG85OdDaMTS40DYPRF63NAJ7KZdT0XHpYK0Q8jJ0Z4lCIFMV3Q8ymgXaFfRVwQOMVOzl6HpJVgUgjtrcWWfdB93h3T4l3EkBmK8_xVUBjvXhanVWZEb9GT1PONBpZ/s1600/1912260_10152154867609355_622141526_o.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmccyh9OkkdzIP07VEG85OdDaMTS40DYPRF63NAJ7KZdT0XHpYK0Q8jJ0Z4lCIFMV3Q8ymgXaFfRVwQOMVOzl6HpJVgUgjtrcWWfdB93h3T4l3EkBmK8_xVUBjvXhanVWZEb9GT1PONBpZ/s320/1912260_10152154867609355_622141526_o.png" width="320" /></a></div>
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="3p1ha-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="3p1ha-0-0" style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="3p1ha-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="3p1ha-0-0" style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="3p1ha-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="3p1ha-0-0" style="font-family: inherit;">Dieci anni fa, in questi giorni, festeggiavamo una decisione della Corte costituzionale che ha dello storico: si tratta della sentenza numero 138, assunta il 14 aprile e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 21 dello stesso mese. Con quella sentenza si otteneva il più grande riconoscimento giuridico dei diritti e dei doveri delle persone omosessuali mai raggiunto in Italia prima della Legge sulle Unioni civili. Si, perchè di questo stiamo parlando: complice il fatto che a parte le norme relative al servizio militare (cancellate grazie alla decisione di de-patologizzare il comportamento omosessuale da parte dell’OMS) e lasciando da parte tutte le vicende relative alla Legge 40/2014 (a parte ma non meno significative) in Italia non esisteva alcuna norma che rendeva legale la discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, lasciando quindi la distanza tra diritti formali e diritti sostanziali amplissima e tutta da colmare. Quella sentenza fu il primo prodotto di una campagna che abbiamo definito di Affermazione civile, per la quale ci fu l’incontro di una fortunata intuizione di </span><span class="_247o" data-offset-key="3p1ha-1-0" spellcheck="false" style="background-color: #dce6f8; font-family: inherit;"><span data-offset-key="3p1ha-1-0" style="font-family: inherit;"><span data-text="true" style="font-family: inherit;">Francesco Bilotta</span></span></span><span data-offset-key="3p1ha-2-0" style="font-family: inherit;"> (che era anche frutto di studi seri ed approfonditi) con una associazione nata da poco, l’Associazione radicale Certi Diritti, e soprattutto le coppie che offrirono, con grande lungimiranza e generosità, la propria visibilità ed anche i propri soldi, per avviare questa nuova strategia.</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="ajpep-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="ajpep-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="ajpep-0-0" style="font-family: inherit;">Non dobbiamo dimenticare che Francesco (che non a caso giusto nel 2007 insieme ad altri ed altre fece nascere Rete Lenford), le coppie e l’Associazione radicale certi diritti (nata nello stesso 2007) ma anche centinaia di migliaia di persone in Italia, erano reduci della grandissima frustrazione generata da un Parlamento, e da un Governo (il Prodi 2, durato dal maggio 2006 al gennaio 2008) incapaci di legiferare su questo argomento. Il gioco del compromesso al ribasso produsse veri e propri aborti legislativi (vi ricordate vero quelle autentiche schifezze che erano prima i Dico e poi i Didorè, ed altre fantasione quanto insultanti proposte ...) che meno male il Parlamento non esaminò mai. La strategia fino ad allora perseguita da alcuni Gruppi lgbt, sostanzialmente basata sulle possibilità offerte da un parlamento a maggioranza di centro sinistra, si rivelò infondata. Intendiamoci, con l’occhio di adesso dobbiamo riconoscere, e dire ad alta voce, che fu un errore parziale, che si basava su una realtà, l’arretratezza di sinistra su questi temi, francamente non così preventivabile da Arcigay. Anche se c’erano stati molti segnali in tal senso. Ma fu errata la strategia (basarsi unicamente sulla volontà della maggioranza di sinistra del Parlamento) non l’obiettivo che è sempre stato lo stesso per tutti e tutte: il riconoscimento del matrimonio civile tra persone dello stesso sesso.</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="3cuki-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="3cuki-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="3cuki-0-0" style="font-family: inherit;">La strategia di Affermazione Civile, inoltre, si basava (anzi si basa) su una storia piena di precedenti ove l’acquisizione di nuovi diritti in Italia si è avuta grazie al pronunciamento delle Corti, sia in anticipo alle decisioni del Parlamento sia registrando un cambiamento sociale profondo e già avvenuto. Io ricordo solo le classiche battaglie per l’obiezione di coscienza, per la legalizzazione di divorzio e aborto, l’abolizione dei manicomi, per il riconoscimento della violenza sulle donne, tutte precedute da sentenze importanti della Corte Costituzionale che, a volte ribaltando sue stesse decisioni, hanno innescato quei meccanismi istituzionali che hanno prodotto le leggi che conosciamo (con i pregi e i difetti delle stesse).</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="52hl6-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="52hl6-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="52hl6-0-0" style="font-family: inherit;">Da questa storia nacque il fidanzamento tra Certi Diritti, Bilotta (poi Rete Lenford) e le coppie fino alla sentenza citata, trasformatosi poi in una separazione (questa è un’altra storia ..... ) e nella moltiplicazione delle associazioni, degli avvocati e delle coppie che questa strategia hanno perseguito: la nostra Associazione era, nel panorama politico omosessuale, l’unica che, vivendo anche della tradizione radicale, aveva nel suo DNA il ricorso alle Corti per il riconoscimento di diritti negati. Fino ad allora avevamo conosciuto queste cause come “disobbedienza civile”, ed in questa definizione c’era anche la visione di un Ordinamento giuridico che non riconosceva ancora diritti (e doveri) che erano già maturi da tempo nella società. Affermazione civile, invece, è stata una campagna che è partita da un assunto diverso, che semplifico così: i diritti delle persone omosessuali e transessuali non sono solo una novità giuridica ma, sulla base della normativa vigente (quella italiana e quella europea) già reali. Si trattava di renderli sostanziali.</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="bunlk-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="bunlk-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="bunlk-0-0" style="font-family: inherit;">Tutto questo seguendo un filo logico mai riconosciuto dalla maggioranza di quello che chiamiamo oggi Movimento lgbti, iniziato dal Congresso del Fuori! del 1978 dove per la prima volta si parlò di Diritti Civili e si inauguro una stagione che parlando di obiettivi concreti si poneva proprio questo obiettivo: il passaggio da un diritto di principio a un diritto sostanziale per le persone omosessuali e transessuali.</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="4k9co-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="4k9co-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="4k9co-0-0" style="font-family: inherit;">Tranquilli, non sto rivendicando alcuna paternità o maternità per quello che è successo dopo, sarebbe sciocco anche solo il pensarlo. Ma è innegabile che c’era qualcuno che a questi diritti ci pensava e provava a fare iniziative. Vedasi il Congresso, sempre del Fuori!, nel 1980 dove si approfondì il tema delle unioni civili e del matrimonio. O al caso di Doriano Galli del 1981, ricordato da pochi.</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="82miu-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="82miu-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="82miu-0-0" style="font-family: inherit;">L’intuizione che sta alla base di questa strategia è proprio questa: applicare questo metodo anche alla questione dei diritti delle persone omosessuali e transessuali, perché di diritti (e di doveri) stiamo parlando. Con un particolare importante rappresentato dalle novità prodotte dal diritto comunitario. </span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="9rlss-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="9rlss-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="9rlss-0-0" style="font-family: inherit;">La strategia aveva tutte le condizioni per essere condotta: chi faceva questa scelta in prima persona (le coppie), chi ci ha messo la propria competenza giuridica (innanzitutto Francesco e poi tanti e tante altre avvocate italiane) chi ci ha messo la propria riflessione politica ed un rinnovato attivismo (ho già ricordato l’Associazione radicale Certi Diritti ma anche Famiglie Arcobaleno in questi anni ha sostenuto e promosso numerose cause pilota e famiglie). Vorrei ricordare il grande lavoro fatto da </span><span class="_247o" data-offset-key="9rlss-1-0" spellcheck="false" style="background-color: #dce6f8; font-family: inherit;"><span data-offset-key="9rlss-1-0" style="font-family: inherit;"><span data-text="true" style="font-family: inherit;">Sergio Rovasio</span></span></span><span data-offset-key="9rlss-2-0" style="font-family: inherit;">, primo segretario dell’Associazione radicale Certi Diritti, </span><span class="_247o" data-offset-key="9rlss-3-0" spellcheck="false" style="background-color: #dce6f8; font-family: inherit;"><span data-offset-key="9rlss-3-0" style="font-family: inherit;"><span data-text="true" style="font-family: inherit;">Clara Comelli</span></span></span><span data-offset-key="9rlss-4-0" style="font-family: inherit;"> (che fu Presidente) e </span><span class="_247o" data-offset-key="9rlss-5-0" spellcheck="false" style="background-color: #dce6f8; font-family: inherit;"><span data-offset-key="9rlss-5-0" style="font-family: inherit;"><span data-text="true" style="font-family: inherit;">Gian Mario Felicetti</span></span></span><span data-offset-key="9rlss-6-0" style="font-family: inherit;"> (referente per qualche tempo di quella Campagna). Ma voglio ricordare tutte le altre coppie, avvocati e avvocate che ci misero la faccia, impegno e soldi che hanno prodotto quanto in 10 anni siamo riusciti a produrre. </span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="39qvf-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="39qvf-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="39qvf-0-0" style="font-family: inherit;">Mancava l’ultimo elemento, quello delle decisioni che le Corti avrebbero assunto. Da subito chiunque ha messo in atto questa strategia sapeva che questo era l’elemento principale che avrebbe dovuto accellerare o rallentare il riconoscimento di questi diritti e doveri, al netto delle diverse posizioni di strategia che ci sono state. Lo sapevamo e lo sappiamo, consapevoli del fatto che la stessa sentenza 138 (soprattutto alcune capziose interpretazioni che sono circolate) erano parzialmente utili per raggiungere questo obiettivo. Parlo innanzitutto della linea seguita dalle Corti di non affrontare la questione dal punto di vista dell’uguaglianza, e della palese discriminazione che certi comportamenti producevano, ma da quello del diritto familiare (diritti e doveri inclusi) lasciato alla discrezione dei Parlamenti (come se il diritto al matrimonio non fosse un diritto fondamentale, e quindi inalienabile). E producendo indirettamente una legislazione strabica, e profondamente ingiusta, dove dalle Unioni (oggettivamente una grande quantità di diritti e doveri riconosciuti) si eliminavano diritti e doveri relativi a figli e figlie.</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="bhna9-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="bhna9-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="bhna9-0-0" style="font-family: inherit;">Su questo possiamo farci poco, se non quanto si può lavorare a livello culturale (la sentenza 138 ne è stato un formidabile esempio) perchè cambi l’approccio della magistratura alla questione.</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="c12sb-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="c12sb-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="c12sb-0-0" style="font-family: inherit;">Ma quanto abbiamo prodotto?</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="29dbl-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="29dbl-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="29dbl-0-0" style="font-family: inherit;">Non ho alcun dubbio nel rivendicare (direttamente o indirettamente) a quella campagna il merito delle uniche conquiste che il Movimento ha fatto in questi anni: innanzitutto la Legge sulle Unioni Civili che, al netto di tutte le polemiche che ne hanno segnato la nascita, non sarebbe mai stata possibile in Italia senza quella sentenza ed anche l’altra, quella della Corte Europea dei Diritti Umani nel 2011 che condannò l’Italia al pagamento di una penale alle coppie ricorrenti. Ma vorrei anche ricordare le altre sentenze (prima della Corte di Cassazione e poi della Corte costituzionale) che interpretando la Legge 164 del 1982, sancirono che il ricorso agli interventi chirurgici era non necessario per l’ottenimento del cambio di sesso e di nome sui documenti. Persino i piccolissimi passi avanti sui diritti dei figli e delle figlie che nascono e vivono in una famiglia composta da persone dello stesso sesso, sono figli di sentenze lungimiranti. Anche se dobbiamo registrare quanto infausta fu la Legge sulle Unioni Civili da questo punto di vista: infausta perché non ha normato questa situazione lasciando nel limbo decine di migliaia di ragazzi e ragazze (alcuni oggi diventati uomini e donne). E non sono affatto da sottovalutare la sentenza del Tribunale di Reggio Emilia che riconobbe il diritto al permesso di soggiorno del partner extracomunitario, a quella della Cassazione dove si riconobbe il diritto a una vita familiare per le coppie dello stesso sesso. Vorrei anche ricordare il grande sforzo politico, e culturale, fatto dalla proposta “Amore Civile” prodotto da </span><span class="_247o" data-offset-key="29dbl-1-0" spellcheck="false" style="background-color: #dce6f8; font-family: inherit;"><span data-offset-key="29dbl-1-0" style="font-family: inherit;"><span data-text="true" style="font-family: inherit;">Francesco Bilotta</span></span></span><span data-offset-key="29dbl-2-0" style="font-family: inherit;">, Bruno De Filippis, sostenuto e fatto proprio dall’Associazione radicale Certi Diritti e presentata in Parlamento da </span><span class="_247o" data-offset-key="29dbl-3-0" spellcheck="false" style="background-color: #dce6f8; font-family: inherit;"><span data-offset-key="29dbl-3-0" style="font-family: inherit;"><span data-text="true" style="font-family: inherit;">Rita Bernardini</span></span></span><span data-offset-key="29dbl-4-0" style="font-family: inherit;"> nel 2010. Ad oggi quello rimane l’unico tentativo (perfettibile, certo ....) di riforma complessiva del diritto di famiglia italiano, improntato alla difesa dei diritti e dei doveri dei singoli.</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="deg0-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="deg0-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="deg0-0-0" style="font-family: inherit;">Futuro di questa strategia? Poco e delimitato se guardo alla magistratura. Tanto invece se osservo il Parlamento, che è come se si fosse addormentato sugli allori (tutti meritati, è bene chiarirlo) della Legge sulle Unioni Civili, non vedendo io alcuna reale vol0ntà politica per raggiungere quegli obiettivi di uguaglianza che ancora sono da raggiungere. In questo senso, purtroppo, prima della pandemia coronavirus la campagna per una Legge italiana contro omo e transfobia (lasciamo perdere i limiti sia del dibattito che le proposte in campo) aveva il sapore di un ripiego rispetto a questi obiettivi, che si son dati per scontati e irraggiungibili. Non sto affermando che una tale Legge sia inutile, anzi, ma senza entrare nel merito della sostanza della norma possibile e della sua efficacia, questo pericolo esiste.</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="4kqoa-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="4kqoa-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="4kqoa-0-0" style="font-family: inherit;">Ora con la pandemia tutto è cambiato. E tutto cambierà, compresa questa strategia. Forse converrebbe cominciare a rifletterci.</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="b82h7-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="b82h7-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="b82h7-0-0" style="font-family: inherit;"><br data-text="true" /></span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="19l4f-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="19l4f-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span class="_247o" data-offset-key="19l4f-0-0" spellcheck="false" style="background-color: #dce6f8; font-family: inherit;"><span data-offset-key="19l4f-0-0" style="font-family: inherit;"><span data-text="true" style="font-family: inherit;">Enzo Cucco Tosco</span></span></span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="a99ae-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="a99ae-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="a99ae-0-0" style="font-family: inherit;">12 aprile 2020</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="2p14e" data-offset-key="97ins-0-0" style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="97ins-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span class="_2ou" data-offset-key="97ins-0-0" spellcheck="false" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration: underline;"><span data-offset-key="97ins-0-0" style="font-family: inherit;">https://gayindependent.blogspot.com</span></span></div>
</div>
Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-83086098142050711532019-12-16T00:42:00.001+01:002019-12-16T00:55:42.097+01:00OMOTRANSFOBIA? NO GRAZIE.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2nabt6bXx2tMKk5mo00XqypyZqgxEQdsHvRTlMRw2-AJft8fGE2pXiEsd_B3ZoC6Nffdny-wORM-fl73enNTx7TAQB2iamFOjWMGtmdKaOdI-lqewY-zglTR2rrbyGMX8jGvNSqSYncMX/s1600/Omofobia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="454" data-original-width="700" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2nabt6bXx2tMKk5mo00XqypyZqgxEQdsHvRTlMRw2-AJft8fGE2pXiEsd_B3ZoC6Nffdny-wORM-fl73enNTx7TAQB2iamFOjWMGtmdKaOdI-lqewY-zglTR2rrbyGMX8jGvNSqSYncMX/s320/Omofobia.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Recentemente la Ministra per le Pari Opportunità ha annunciato che il Governo farà una sua proposta contro l’omotransfobia, e sia il PD che il M5S hanno organizzato ed organizzeranno iniziative sul tema, anche per sostenere le proprie proposte di legge. Tutto bene, e son contento che si moltiplichino queste iniziative segno che, forse, è la volta buona. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Sarebbe facile però il gioco del “ce l’ho, manca” sui progetti presentati (ve lo ricordate quando si era bambini e ci confrontavamo sulle figurine possedute ….?). Si deve invece essere consapevoli che abbiamo non solo il diritto ma il dovere di chiedere una Legge efficace non solo una Legge manifesto. A prescindere dalle proposte di partenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Quindi faccio qualche considerazione senza tener conto delle proposte presentate non per valutare quelle presentate (o di coloro che non l’hanno presentata) ma le avanzo con la consapevolezza che in questa fase non vale la frase “tanto non passa….” perché non siamo noi, e non adesso, che possiamo dire questa cosa. I compromessi, che ci saranno, sono in capo a coloro che approveranno un testo ed alla loro capacità di pensare al futuro non alle medagliette da mettersi sul bavero della giacca. In questo senso l’iter sulla Legge per le Unioni Civili ci può insegnare molte cose, a condizione che si capisca la profonda differenza che esiste tra loro: quella prevedeva un istituto del tutto sconosciuto al nostro ordinamento giuridico, questa no. E se avrete la pazienza di leggere fino in fondo questa nota provo a spiegarmi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Omotransfobia?<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Devo confessare il mio personale imbarazzo verso tutte le parole composte che contengono il termine “fobia”: è una parola di ascendenza sanitaria, anche se utilizzata nel linguaggio comune odierno, soprattutto per definire la persistenza nel tempo e l’insistenza di un certo comportamento. Ma siamo sicuri che l’avversione contro l’omosessualità maschile e femminile e contro la transessualità sia sempre figlia di una fobia? Non è il tentativo distorto per spiegare un fenomeno le cui radici sono perlomeno molteplici e non riducibili ad una sola causa? La misoginia cosa è oggi? La xenofobia cosa è oggi? E soprattutto possiamo trasferire questo concetto nel linguaggio/tecnica giuridica italiane? Non voglio sollevare questioni troppo filosofiche o sociologiche ma questo tema dobbiamo affrontarlo anche per indirizzare i magistrati che dovranno applicare la norma.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Alle parole “omofobia” o “transfobia” da inserire in una legge io preferisco le parole “discriminazione per orientamento sessuale, identità ed espressione di genere”. Credo infatti che sia molto difficile tracciare il confine tra libertà di espressione e fobia per un giudice od un rappresentante delle forze di polizia che debba applicare la nuova norma, senza una adeguata formazione, laddove si faccia riferimento all’omotransfobia. Il termine “discriminazione” invece ha basi giuridiche più salde, essendo fondato sulla normativa europea (TFEU, Carta dei Diritti Fondamentali, Direttive UE e sentenze dell’Alta Corte) ed internazionali, oltre che costituzionali ovviamente. Sottolineo in particolare la necessità di distinguere e mettere in evidenza sia l’ identità che l’espressione di genere, e l’insufficienza di considerare “solo” l’identità di genere. Mi rendo conto che per un giornalista (e per chi legge) sia più facile un solo termine. Ma semplificare e riassumere non è sempre positivo: ci ricordiamo la battaglia infinita (tutt’ora in corso) per chiamare i Pride senza aggiungere la parole Gay? Ed il suo significato?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">L’illusione penale<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">La rimozione dei fenomeni sociali che chiamiamo “omofobia” e “transfobia” non è delegabile alla norma penale. Anzi essa deve essere presa in considerazione soltanto nei casi estremi, in stretta relazione con specifici reati, essendo questione che fonda le sue radici nell’ignoranza, nel pregiudizio, nella cultura, nei comportamenti e nelle tradizioni sociali e religiose che sono modificabili sul medio e lungo periodo solo attraverso più interventi. Sembra essere una contraddizione ma non è così: l’atteggiamento antiomosessuale e antitransessuale può convivere benissimo non solo con quello che normalmente consideriamo cultura ma anche con le diverse tradizioni di provenienza. Insisto: senza la consapevolezza che siamo di fronte ad un fenomeno multifattoriale, strettamente legato all’evoluzione storica delle società e degli stati, penseremmo a soluzioni parziali (se va bene) e quindi inutili per i nostri scopi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Esiste un esempio super noto, quello della lotta alla violenza di genere: ricorderete che la proposta iniziale di qualche tempo fa conteneva solo un inasprimento delle norme penali, mentre in corso d’opera, anche grazie alle operatrici, all’associazionismo ed agli enti locali che si sono espressi, ha partorito l’idea che alla riforma delle norme penali sia affiancato un <b>Piano</b>vero e proprio, adeguatamente finanziato, completo di azioni di <b><i>ascolto, accoglienza, assistenza, studio, formazione e aggiornamento. </i></b>Che significa mettere mano ai servizi. Altro esempio può essere considerato la Strategia lgbti del Consiglio d’Europa, costruita su obiettivi, mezzi, tempi di realizzazione e attività di verifica. Non credo di dire qualcosa di straordinariamente nuovo, ma a leggere le proposte presentate il dubbio mi nasce. Del resto la storia, anche recente, ci dice che la sola norma penale non ha alcun effetto preventivo. E faccio un solo esempio: la Legge Mancino è stata approvata nel 1993. Qualcuno può affermare senza vergognarsi che è stata una buona pratica per combattere la xenofobia e l’antisemitismo? Il problema non è sempre stato quello di una magistratura che ha fatto fatica ad applicare la norma? Vuoi per non averla riconosciuta come applicabile (e ci sono sentenze incredibili al riguardo) vuoi per essersi dimenticati bellamente dell’obbligatorietà dell’azione penale, invocando l’una o l’altra norma sulla base della propria sensibilità. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Tutte le iniziative pubbliche e generaliste contro questo tipo di discriminazioni (Giornata Nazionale, Campagne nazionali, Campagne mirate a target specifici come scuola, sport, pubblica amministrazione, forze di polizia e magistratura, giornalisti, ecc.) possono essere utili per lottare contro questi comportamenti, solo se adeguatamente finanziate e reiterate negli anni. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Ci tengo a sottolineare l’importanza dell’apertura delle nostre scuole alla lotta alle discriminazioni (comma 16 art. 1 Legge 107/2015) e l’aumento considerevole delle difficoltà per trattarlo questo tema: la parola “genere” spaventa molto e impedisce alle iniziative che si richiamano a questo concetto di realizzarsi. Che prevenzione lo Stato può effettivamente realizzare se la scuola gli è preclusa? Di cosa stiamo parlando se si continua con il drammatico errore di considerare diverse opinioni e conoscenze scientifiche sullo stesso piano? Lasciando ai singoli genitori la facoltà di considerare le opinioni esistenti sull’omosessualità come tutte fondate e rispettabili. Un pò come sui vaccini ……<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Vorrei inoltre rimarcare la necessità che tutte le iniziative (ma tutte tutte) siano valutate e non solo un impegno formale ad effettuarle. Per esempio affidandola a soggetti esterni alla realizzazione delle azioni, con comprovata esperienza e competenza: valutare l’efficacia delle politiche sociali (l’efficacia non l’efficienza) è molto difficile, ma non impossibile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Aggravante<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Come sapete da quando è entrato in vigore il Decreto legislativo n. 21 del 2018 se si vuole operare sulla materia penale si deve modificare direttamente il codice.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Ricordati i limiti che l’inasprimento di questa norma comporta (soprattutto se sola) non possiamo non notare che inserire una nuova fattispecie di reato sia un passo davvero notevole per il nostro ordinamento, spingendolo sempre più verso un modello più anglofono di riconoscimento dei crimini d’odio in quanto tali. Ma è quello che serve davvero? I reati nel nostro ordinamento, lo ricordiamo, sono tantissimi e solo in casi ben circoscritti se ne specifica il motivo, che viene valutato col gioco delle aggravanti e delle attenuanti, quasi tutte applicate dai giudici facoltativamente. Cosa significa introdurne uno nuovo in presenza di una tale massa di reati fattuali, ovvero che si concentrano sul danno arrecato? Se una aggravante diventa obbligatoria, e peggio ancora se si introduce un nuovo reato, senza aver formato innanzitutto forze di polizia e magistratura a riconoscerli, attraverso una definizione chiara della stessa, non abbiamo per nulla risolto il problema. Anzi lo abbiamo ulteriormente complicato e creato gli stessi dubbi e colpevoli incertezze che hanno accompagnato la non applicazione della Legge Mancino. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Non ho soluzioni immediate alla questione, almeno non ho soluzioni condivise, ma è bene ricordare che nel nostro sistema non esiste una definizione di crimine o di discorso di odio, se non quelle che derivano dalle leggi europee. O quelle che sono presenti in dottrina. I nostri codici non ne parlano affatto. E non sarebbe il caso di farlo? E soprattutto se la Legge si ridurrà solo a modificare il codice penale sarà inutile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Ricordo che da tempo l’OSCAD (Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza) e l’UNAR (Presidenza del Consiglio, Dipartimento Pari Opportunità) stanno cercando con i loro strumenti, di spiegare cosa siano crimini e discorsi d’odio nella nostra società e come possono essere riconosciuti e applicati. Tempi lunghi, mi rendo conto, ma l’illusione di risolvere il problema delle discriminazioni per orientamento sessuale, identità ed espressione di genere è pernicioso. Queste attività devono essere potenziate e maggiormente diffuse, rendendole obbligatorie, questo si, nell’ambito dei corsi di base che questi enti possono organizzare, anche nei confronti della magistratura e non solo delle forze di polizia. Forse anche riorganizzate, ma questo è un altro tema. E se ci fosse questa indicazione specifica nella Legge sarebbe una cosa buona.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">E poi: nessuno si è mai chiesto come mai in questi anni il sistema delle aggravanti non ha riconosciuto l’origine discriminatoria di taluni reati e li ha sanzionati (per esempio utilizzando i motivi “abietti” o “futili”, o aver agito con “crudeltà”)? Non è forse un problema culturale della nostra magistratura e delle nostre forze dell’ordine? (le eccezioni ci sono anche qui è sono meritorie, ma sono eccezioni).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">La ricerca<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">L’argomento di chiunque sia contrario a trattare questo tema è che, in fondo, non esiste nessuna discriminazione contro le persone omosessuali e transessuali nel nostro Paese. Ed i casi registrati sono eccezioni. Non è così e dobbiamo provare questa affermazione non solo sulla base delle proprie sensibilità ma, possibilmente, sulla base di ricerche accurate. Per fare questo è necessario programmare una <b><u>Ricerca periodica</u></b>(ogni 2/3 anni) che dia un quadro della situazione in Italia, anche a paragone con i dati già esistenti, sia internazionali (OSCE-Odihr, Eurobarometro e FRA) sia italiani (ISTAT, ma anche Arcigay, le attività del Centro Risorse lgbti, il progetto VOX Diritti, la ricerca di Massimo Battaglio, ecc.). Son tutti dati molto diversi tra di loro ma utili per comprendere il fenomeno. E’ necessario che la Ricerca sia prevista dalla nuova norma per garantirne l’effettiva realizzazione. E sia garantito un adeguato finanziamento della stessa. Io preferisco studi che prendano in esame più potenziali forme di discriminazione: ci forniscono dati sulla società in generale o una parte di essa. Non mi stupirei, infatti, nello scoprire che anche in Italia i crimini di odio o i discorsi di odio maggiori siano rivolti ad altri gruppi di persone. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
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<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Una Agenzia indipendente<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
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<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
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<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">E’ necessario che il Parlamento prenda in serio e urgente esame la nascita di un <b><u>organismo indipendente</u></b>che si occupi <i>dell’accoglienza, dell’orientamento e dell’assistenza</i><i>legale</i>alle persone vittime di discriminazione (tutte). Non delle altre funzioni di politica attiva, che possono rimanere in capo ad organizzazioni pubbliche, ma di quelle specifiche affrontate per esempio, da agenzie attivate in altri Paesi europei. E che soprattutto sia un organismo rivolto a tutte le potenziali discriminazioni previste dall’ordinamento (quello europeo) e non solo per orientamento sessuale, identità ed espressione di genere. Il potenziale d’intervento che l’esistente Rete nazionale contro le Discriminazioni ha (che dipende da UNAR e quindi dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri) è stato molto limitato per concorde (o quasi) volontà politica: almeno per queste tre funzioni il nodo si può sciogliere solo seguendo questa strada. E deve essere anche affrontato il tema di chi, a ragione del proprio orientamento sessuale o identità o espressione di genere, sia costretto a cambiare casa, spesso residenza, cercar lavoro, farsi curare: esistono figure ad hoc per questo tipo di questioni e non servono affatto servizi specializzati ma al contrario è possibile l’integrazione di questi temi nella rete dei servizi pubblici esistenti, adeguatamente formando le assistenti sociali, operatori ed operatrici dei servizi per l’impiego e personale della pubblica amministrazione dei comuni innanzitutto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
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<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Misure alternative<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Sono molto a favore di ogni tipologia di <b><u>misure alternative</u></b>alla detenzione con particolare riferimento all’inserimento in esperienze e associazioni che lottano contro le discriminazioni. La loro previsione in una Legge nazionale ne facilita e diffonde l’uso che, peraltro, è già nella disponibilità dei giudici. Le misure alternative sono utilissime per affrontare e risolvere alcune forme di discriminazione, quelle che si basano su ignoranza e pregiudizio (e sono diffusissime), ma di altre no, è bene ricordarlo (e ricordarcelo).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
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<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
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<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Ed infine una cosa ovvia, che però ricordare non fa mai male: le Commissioni di Camera e Senato avvieranno consultazioni formali quando ci sarà un testo condiviso, o quando lo riterranno utile: spero che non ci si dimentichi della Commissione per i Diritti Umani del Ministero per gli Affari Esteri, dell’UNAR e dell’OSCAD, oltre che dell’associazionismo attivo sulla materia. Magari della FRA e dell’ISTAT. E che soprattutto i Deputati e i Senatori tengano conto delle loro parole. Poi facciano quello che riescono a fare, nell’interesse del Paese e non solo nell’interesse del proprio partito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">Enzo Cucco<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">15 dicembre 2019 <o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "arial"; font-size: 14pt;">http://gayindependent.blogspot.com</span></div>
Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-7078219519483547622019-02-25T00:09:00.001+01:002019-02-25T00:09:06.417+01:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS6s9WaNXJsaCbCD75ZRcUwbU7y7sjngmx3EZA-ZU8MomKmt9ecMe2EOM-qEi9sEXOWuf1ptq9B6sI4beAK3L8yy3D6rDZzOPva0VQPbIuedVY0VBgsAVK-hrH6_YPNBoxOQKfaad8h2qf/s1600/08aa744a5e8033a639e0cfa9c3fdbb99--professional-development-a-dress.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="238" data-original-width="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS6s9WaNXJsaCbCD75ZRcUwbU7y7sjngmx3EZA-ZU8MomKmt9ecMe2EOM-qEi9sEXOWuf1ptq9B6sI4beAK3L8yy3D6rDZzOPva0VQPbIuedVY0VBgsAVK-hrH6_YPNBoxOQKfaad8h2qf/s1600/08aa744a5e8033a639e0cfa9c3fdbb99--professional-development-a-dress.jpg" /></a></div>
<span style="background-color: white; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px;">Oggi che è morta Marella Caracciolo Agnelli mi piace ricordare una cosa, piccola piccola. Era la seconda metà degli anni '80 e tutti noi eravamo angosciati e impegnati sull'emergenza Aids. Cominciavamo ad assistere le prime persone con Aids e uno di loro (ci teneva alla privacy...) era impiegato FIAT e l'azienda gli comunicò che aveva finito la mutua. Era</span><span class="text_exposed_show" style="caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; display: inline; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px;"> disperato e le aveva tentate tutte (noi con lui) ed insieme ad <a data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=552716750&extragetparams=%7B%22__tn__%22%3A%22%2CdK%2AF-R%22%2C%22eid%22%3A%22ARBi-hwB4BOFg3YeKOaJOD2SsgP5zmKcop1aVJfmXquuJKATPJ_6Xe8afwvl17e8tDHXpiUUYDHVm08M%22%2C%22directed_target_id%22%3Anull%2C%22groups_location%22%3Anull%7D" href="https://www.facebook.com/angelo.pezzana?__tn__=%2CdK%2AF-R&eid=ARBi-hwB4BOFg3YeKOaJOD2SsgP5zmKcop1aVJfmXquuJKATPJ_6Xe8afwvl17e8tDHXpiUUYDHVm08M" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration: none;">Angelo Pezzana</a>andammo da Marella Agnelli per spiegarle la situazione e chiedere il suo personale intervento. Grazie all'interessamento di Aldo Ratti (anche su di lui si dovrebbe scrivere qualcosa per ricordarlo) fummo subito ricevuti nella sua casa in collina qui a Torino. Fu un incontro molto positivo: lei era appena stata nominata nel direttivo dell'AMFAR, le benemerita fondazione che ebbe Liz Taylor come attivista e presidente per anni, e quindi da subito il nostro colloquio fu a 360° sull'Aids. Erano tempi quelli in cui si aveva una vera e propria fame di informazione. L'uomo che assistevamo rimase dipendente FIAT fino alla sua morte. E noi non riuscimmo a valorizzare quel contatto, mentre lei rimase Vice Presidente di AMFAR e contribuì alla lotta contro pregiudizio e ignoranza a quel livello.<br />Quando ho ricevuto la notizia della sua morte mi è tornato in mente il famoso detto talmudico "chi salva una vita salva il mondo", e nel suo piccolo questo è successo. Almeno nel caso che conosco.<br />E spero davvero che venga scritta una storia della beneficienza della famiglia Agnelli che sappia valorizzare proprio questo detto, senza i pregiudizi e la non conoscenza che ci ha caratterizzato. E magari, rispettando il silenzio che loro hanno sempre avuto, ci faccia riflettere su certi capitalisti, anche nostrani, così poco disponibili a usare il loro potere ed i loro soldi per gli altri senza interesse personale.</span><br />
<span class="text_exposed_show" style="caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; display: inline; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px;"><br /></span>
<span class="text_exposed_show" style="caret-color: rgb(28, 30, 33); color: #1c1e21; display: inline; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px;"><br /></span>Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-48912472841845165022019-02-25T00:05:00.002+01:002019-02-25T00:05:37.820+01:00IN RICORDO DI MAURIZIO BELLOTTI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgadogSw-DzQ6eu-K3kHKXUO4YjrVtCPXM__dvGEUoP1jcLMHFTIdc0QMgU0MpJhME8t9bRTGQFN9CEonv2kQY11yzS1zoPdYSXtz7O0vO42oaIDnLuqOe_VtNAMkiDBfWx0SujugC3kUHv/s1600/mbellotti2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="170" data-original-width="130" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgadogSw-DzQ6eu-K3kHKXUO4YjrVtCPXM__dvGEUoP1jcLMHFTIdc0QMgU0MpJhME8t9bRTGQFN9CEonv2kQY11yzS1zoPdYSXtz7O0vO42oaIDnLuqOe_VtNAMkiDBfWx0SujugC3kUHv/s1600/mbellotti2.JPG" /></a></div>
<span style="background-color: white; caret-color: rgb(29, 33, 41); color: #1d2129; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; caret-color: rgb(29, 33, 41); color: #1d2129; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; caret-color: rgb(29, 33, 41); color: #1d2129; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px;">Grazie a Giovanni Dall'Orto ho saputo che il 13 febbraio scorso è morto Maurizio Bellotti. Pochi lo ricordano, anche nel movimento lgbti italiano, ma è stato una persona chiave per comprendere la storia del movimento in Italia. Dagli anni 50 era un collaboratore di Arcadie, la rivista gay francese che ci ha accompagnato (insieme a poche altre cose) negli anni 50 e 60 in Europa. Ed era il corrispondente in Italia di questa rivista. Soprattutto </span><span class="text_exposed_show" style="caret-color: rgb(29, 33, 41); color: #1d2129; display: inline; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px;">recensioni cinematografiche e librarie. Fu a Sanremo nel 1972 ma, al contrario di quanto oggi potrebbe essere pensato, era contrario alla manifestazione. E lo rimase sempre. Non che fosse contrario al nuovo movimento (superato questo ostacolo divenne collaboratore della rivista Fuori! credo dopo il 1978) ma come è popolarmente ricordato era campione di quell'omosessualità silenziosa, non esibita, che si accontentava di un passo dietro l'altro. Molto lombardo, direi, e chi sa di Enzo Moscato so di cosa parlo. Prima quindi di Mario Mieli e il COM. Sostanzialmente estraneo dalla cultura libertaria degli anni 70.<br />Fu anche funzionario comunale e se non ricordo male anche all'Umanitaria, un pezzo della cultura milanese recente.<br />Pur essendo stato sempre coerente con se stesso e con la propria cultura era molto generoso e curioso. E sempre disponibile per chi volesse intervistarlo sulla sua esperienza (mi vengono in mente Giovanni Dall'Orto e <a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=100002215545170&extragetparams=%7B%22__tn__%22%3A%22%2CdK-R-R%22%2C%22eid%22%3A%22ARAjoRUl60Vz9xTsZONrFdniPqhTGtK_EZiafo9ObFs97IJaNW6300fMZLH99OBb3Kpw15h01fkoyii7%22%2C%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/andrea.pini.75?__tn__=%2CdK-R-R&eid=ARAjoRUl60Vz9xTsZONrFdniPqhTGtK_EZiafo9ObFs97IJaNW6300fMZLH99OBb3Kpw15h01fkoyii7&fref=mentions" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration: none;">Andrea Pini</a> per esempio). Circa un anno fa insieme ad <a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=100000749803730&extragetparams=%7B%22__tn__%22%3A%22%2CdK-R-R%22%2C%22eid%22%3A%22ARAwcCPUZG8k8AtB-qxWgWv76d2A1ni6eOJFsf9-dbbhJ-4JtuKx2iP5BVZ1mAg0xku5c6281mKP1lLb%22%2C%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/andrea.l.meroni?__tn__=%2CdK-R-R&eid=ARAwcCPUZG8k8AtB-qxWgWv76d2A1ni6eOJFsf9-dbbhJ-4JtuKx2iP5BVZ1mAg0xku5c6281mKP1lLb&fref=mentions" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration: none;">Andrea Lohengrin Meroni</a> siamo andati a casa sua e facemmo una lunga video intervista molto lunga. Ci eravamo ripromessi di tornare da lui per approfondire alcune cose (il suo rapporto con Arcadie, di cui proprio nel 2018 morì vicino Napoli il suo direttore Andre Baudry).<br />Quando si parla di storia lgbt (e in quest'anno ci si ricorda di un episodio importantissimo come Stonewall) si dovrebbe sempre ricordare (e studiare) la storia precedente, quel movimento sotterraneo e poco visibile, ma vivo, che tenne la fiamma accessa negli anni che vanno dalla distruzione del primo movimento lgbti (da parte dei Nazisti di qua e dei Comunisti di là, con modalità diverse ma convergenti) a Stonewall appunto. E spesso di dimentichiamo quanto fosse difficile in quegli anni essere una persona che pubblicamente non negava la sua omosessualità. Qualche fiammella di questa storia l'abbiamo avuta anche noi.</span>Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-49634674656536626882018-03-16T16:38:00.003+01:002018-03-16T16:38:39.531+01:0016 marzo 1978<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<span style="font-family: Arial;">Qualche
giorno fa ho visto un annuncio che chiedeva “dove eri quando hanno sequestrato
Aldo Moro?”. Ho pensato fosse una pubblicità relativa a qualche inserto o libro
sui 40 anni del sequestro e delle uccisioni, e me ne sono subito scordato. Ma,
come la <i>madeleine</i> inzuppata nel <i>thè</i>, improvvisamente mi sono reso
conto che quel giorno, quei giorni, sono stati importanti per il sottoscritto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText">
Era un giovedì, se non sbaglio, ed all’uscita di scuola
(ITIS L.Casale di Torino) non parlavamo che di quello: da un paio di anni
facevo politica attiva, sia col Partito Radicale che con il Fuori! Ed ero anche
delegato studentesco eletto nel Consiglio di Istituto (con una simpatica storia
sulla mia omosessualità – già nota all’epoca – che<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>racconterò un’altra volta) quindi attento alle questioni
politiche, come<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>lo poteva essere un
giovane radicale di quegli anni. Noi, per esempio, eravamo acerrimi
denunciatori del sistema (uso un linguaggio contemporaneo, allora si diceva
“regime”): certo sarebbe sbagliatissimo guardare a quello che accadde con gli
occhi dell’oggi, ma da subito, pur essendo denunciatori di quel regime e dei
suoi sacerdoti (Moro ne era uno dei principali, prima del compromesso storico,
con i suoi governi di centro sinistra “dell’attenzione”) chiedemmo a gran voce
di trattare con i brigatisti, con Marco Pannella ed il PR in prima fila.
Denunciando la sporca sponda che quasi tutti i media nazionali fornivano al
partito della cosiddetta fermezza, anche sminuendo e denigrando il Moro
sequestrato e scrivente.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ma questo
accadde nelle ore successive, mentre in quel giorno ero con Nadia Beltramo,
carissima amica di quel tempo, che proprio allora cominciò a parlarmi di una
lunga e straziante storia d’amore che stava vivendo. Una storia d’amore fatta
di passione, politica, sesso, qualche droga, come usava allora (ed ancora
oggi). Una storia d’amore che lei viveva con trasporto e assoluta
disponibilità, e che mi raccontava minuto per minuto. A cominciare da quel
giorno, tanto che i ricordi, indelebilmente, associano quel tragico fatto della
politica nazionale ai tormenti di Nadia.</div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Il
groviglio non finisce qui: ho già detto che ero un giovane attivista, sia
radicale che del Fuori!. Ed il Furori! tenne il 2 Congresso del Fuori! Donna
dal 22 al 25 aprile nella sede torinese, e dal 19 al 25 giugno si celebrò il 6
Congresso nazionale dell’organizzazione al Cinema Artisti. In mezzo c’è
l’uccisione di Moro (avvenuta il 9 maggio) in una situazione di controllo e
sostanziale coprifuoco di alcune zone delle città. Noi di Torino avevano la
sede in via Garibaldi 13, molto vicino all’allora sede della Procura e del
Tribunale, che in quei giorni furono piantonate come in tempo di guerra,
blindando tutte le zone limitrofe.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Congressi
(quello del Fuori! Donna e quello del Fuori!) che visti con gli occhi di oggi
sono davvero storici: il titolo, innanzitutto, di quello del Fuori! era
“Liberazione omosessuale e diritti civili”: per la prima volta associavamo le
due cose e si cominciava ad abbozzare una strategia sui diritti, tanto che il
Congresso non solo fu snobbato da molti militanti ed attiviste, ma apertamente
contestato da coloro che avevano in mente un altro movimento, distante e molto
(si direbbe oggi) identitario. Cosa che oggi (menomale) è patrimonio comune e
si è sciolta la incomprensibile differenza tra un tipo di agire politico ed un
altro. Si parlò anche per la prima volta di lavoro, di salute, di casa, di
affettività: tutti temi che nella storia del movimento di liberazione sono
stati ripresi e sono stati oggetto di iniziative e di ricerche. Quel Congresso
ha segnato un passaggio fondamentale verso la concretezza dell’azione politica
di quello che allora era il movimento più importante in Italia. E non a caso
nacque in quell’agosto a Coventry l’IGA, la mamma dell’attuale ILGA: atto di
nascita che ci vide protagonisti anche negli incontri e nei contatti che lo
precedettero (esattamente nel periodo del sequestro Moro).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Furono
anche i giorni della 1° Rassegna del Cinema omosessuale (così si chiamava
allora) che curò per noi Riccardo Giurina e che vide partecipi Barbera,
Casazza, Rondolino …. Tutti nomi che ai cinefili torinesi (e non solo) dicono
qualcosa. E furono i giorni di apertura della prima esperienza di discoteca
gestita direttamente dal Fuori! (anche quell’esperienza contestata dai
rappresentanti di altri movimenti).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">In
tutto questo Nadia mi seguiva: venne addirittura al Congresso del Cinema
Artisti per sentirmi parlare (prima volta in pubblico). E lo faceva
raccontandomi le sue storie ed ascoltando le mie inquietudini.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Come
potete leggere ciascuno di questi avvenimenti meriterebbe un approfondimento a
se, anche per mettere in evidenza i legami, spesso sotterranei, che li legano.
Intendiamoci: nessuno legame diretto con il sequestro e la morte di Moro, della
sua scorta e il Fuori!. Ma si può fare storia a pezzi stagni, senza domandarsi
se il contesto entro il quale si sviluppava una esperienza aveva conseguenze?
Si può raccontare la propria storia personale senza ricordare quelle persone
che sono state significative per noi? Si può evitare di calcolare quanto pesò
la tradizione non violenta e libertaria, in una parola radicale,
nell’evoluzione del Fuori!?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Non
credo. E vorrei possedere le parole giuste per ricordare: quei giorni, quelle
persone, quello che accadde e quello in cui credevamo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Enzo
Cucco</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">15
marzo 2018 </span></div>
<span style="font-family: Arial; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">http://gayindependent.blogspot.it/</span>Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-25823580721884997572018-03-04T16:28:00.001+01:002018-03-04T16:28:39.781+01:00MAI DIRE GAY<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ag0o1" data-offset-key="3dtk6-0-0" style="box-sizing: border-box; color: #1d2129; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="3dtk6-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="3dtk6-0-0" style="font-family: inherit;">Oggi 4 marzo 2018 Robinson (inserto settimanale de la Repubblica) riporta un lungo colloquio tra Nicola Lagioia (scrittore e direttore del Salone del Libro) e Luca Guadagnino (regista). Appena sarà possibile lo vorrei postare perché credo debba essere letto. Sempre stanotte, come saprete, assegnano gli Oscar e “Chiamami col tuo nome” concorre per 4 statuette. Faccio tutti gli auguri al film (purtroppo il regista non è tra i candidati) perchè si merita un riconoscimento, e dico subito che apprezzo tantissimo Lagioia, sia lo scrittore che il direttore del Salone del Libro. Ma .....</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ag0o1" data-offset-key="5do3e-0-0" style="box-sizing: border-box; color: #1d2129; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="5do3e-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="5do3e-0-0" style="font-family: inherit;">In tutto il lungo e molto interessante dialogo non si usa mai la parola GAY e nemmeno si fa riferimento, anche indiriretto, al tema. Già li sento i critici che alzano le spalle, sorridono, straparlano di provincialismo e fissazione gay, ed a nulla valgono le considerazioni che il tema, ovvero l’amore senza lieto fine tra un adolescente e un giovane uomo, è uno, non l’unico ovviamente, tra gli elementi che hanno portato al successo questo film. Uno, non l’unico: lo ripeto per non essere frainteso. Ma uno tra gli altri non significa affatto dimenticarlo quando se ne parla. Colpa del redattore che ha tagliato delle parti? Possibile. Ma ricordo anche la strana ostinazione del regista a bollare questo film come “NON GAY” o “NON SOLO GAY”. Senza riflettere nemmeno un secondo che questa tigna nel voler oscurare questo aspetto dell’opera sia, in negativo, una prova del fastidio che si prova tutte le volte che si associa il film a queste tematiche. Ho già detto che se si tratta di una scelta di marketing puzza di vecchio lontano un miglio. E l’autore (e tutta la compagnia, almeno sui media italiani) hanno reso impossibile l’unica cosa per la quale loro avrebbero dato il sangue (scommetto): considerare l’amore gay come amore e basta. Perchè non ci vuol molto a capire che negare l’evidenza la enfatizza soltanto. Bastava una comunicazione un pò più moderna, per evitare che ci si intestardisse su questo tema. O i volponi del marketing e della comunicazione dietro al film speravano proprio in questo, ovvero speravano che frotte di gay inferociti invadessero i media con commenti piccati? </span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ag0o1" data-offset-key="ccpca-0-0" style="box-sizing: border-box; color: #1d2129; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="ccpca-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="ccpca-0-0" style="font-family: inherit;">Non so, e francamente non me ne importa molto. E’ un bel film, gestito male dal punto di vista della comunicazione. Ed è un bell’articolo sugli anni ‘80 in Italia: peccato che le citazioni fatte siano molto istituzionali, e si dimenticano, tra gli altri, personaggi come Tondelli, o cosa capitò in città come Torino, Roma, Firenze, Bologna sul tema “gay” che finì su tutte le prime pagine, animando, e non poco, quegli anni ‘80 lì. Si, si, anche in questo caso diranno “ma è ovvio”, ma “io conoscevo Tondelli”, ecc. ecc. Peccato che nulla di tutto questo sia scritto nell’intervista, dando una immagine perlomeno parziale di quegli anni, del film e, forse anche del romanzo. Peccato.</span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ag0o1" data-offset-key="evodm-0-0" style="box-sizing: border-box; color: #1d2129; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="evodm-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="evodm-0-0" style="font-family: inherit;">Enzo Cucco </span></div>
</div>
<div class="_2cuy _3dgx" data-block="true" data-editor="ag0o1" data-offset-key="7pih3-0-0" style="box-sizing: border-box; color: #1d2129; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="7pih3-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="7pih3-0-0" style="font-family: inherit;">4 marzo 2018<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUQIanj62Odbb_A81GNRf_1BbRctH797tLzeUCtljATogfu5hUoXI1Zo7D8Za7FrZVkgqHOzI4LNteYwKSfxp2XyurS1Soae4mU_ICul2Epo5Hb8iHQL8SL6O-0FdPyhf0xqAdLaZPj_oV/s1600/chiamami-col-tuo-nome-banner.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="600" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUQIanj62Odbb_A81GNRf_1BbRctH797tLzeUCtljATogfu5hUoXI1Zo7D8Za7FrZVkgqHOzI4LNteYwKSfxp2XyurS1Soae4mU_ICul2Epo5Hb8iHQL8SL6O-0FdPyhf0xqAdLaZPj_oV/s320/chiamami-col-tuo-nome-banner.jpg" width="320" /></a></div>
</span></div>
</div>
Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-37524689529364795742017-10-15T22:50:00.001+01:002017-10-15T22:52:20.664+01:00SILENCE = DEATH<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPu_PVlsCDsAf1sdtaXPutzG4mfZocc55zm0vTocar501zHWwYhyphenhyphentc0GeJiqQCh45TgZepCvHjYLbj_kwJsfnPGacdi7XK0pCEUGxcUBUT5OwzQXUlN7bcKCcwSW-h62Jigh1NnBWhN_P0/s1600/coverlg.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="557" data-original-width="990" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPu_PVlsCDsAf1sdtaXPutzG4mfZocc55zm0vTocar501zHWwYhyphenhyphentc0GeJiqQCh45TgZepCvHjYLbj_kwJsfnPGacdi7XK0pCEUGxcUBUT5OwzQXUlN7bcKCcwSW-h62Jigh1NnBWhN_P0/s320/coverlg.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><br /></span>
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><br /></span>
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;">Non posso non aggiungere la mia
voce ai tanti e alle tante che parlano benissimo di “120 battiti” e vi invitano
ad andarlo a vedere. In fretta. Dimenticate però due tentazioni: la prima è
quella di considerarlo (il film) la storia del movimento contro l’Aids. Non lo
è, per ammissione del regista e per il ricordo dei tanti (io tra gli altri) che
hanno cominciato ad occuparsi di AIDS (ed a combatterlo) molto prima della
nascita di Act Up. La storia infatti è quella del gruppo parigino, nato nel
1989, e sia nel mondo che in Italia si fu attivi contro l’Aids da molto prima,
almeno dal 1982. Il film tratta della storia di Act Up Parigi, e di un momento
topico della lotta all’Aids, quello della prima sperimentazione degli
inibitori, una combinazione dei quali, dal 1996, diede vita alla HAART, la
terapia che, con continui aggiornamenti ancora in corso, consente alle persone
con Hiv di continuare a vivere. La seconda tentazione è quella di farsi
sopraffarre dai ricordi personali, ed a stento riesco a farlo. Vi confesso che
ho pianto da metà film in poi, ricordando gli amici cari che hanno lottato
contro la sindrome e non ce l’hanno fatta. E quegli anni pieni di angoscia e
impegno: il mare di emozione certe volte sembrava proprio invadermi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;">Lottando contro queste due
tentazioni sono uscito facendo qualche riflessione, che condivido:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-pagination: none; tab-stops: 11.0pt 36.0pt; text-autospace: none; text-indent: -36.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><span style="mso-list: Ignore;">1<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> . </span></span></span><!--[endif]--><span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;">dovete andarlo assolutamente a
vedere. Ma non mi riferisco solo alle persone lgbt. Mi riferisco <b>soprattutto</b>
a tutti gli altri ed alle altre. Perchè questo film, molto più di tanti,
racconta che, attraverso la lotta all’AIDS ed al protagonismo delle persone con
Hiv e delle associazioni, sia cambiato per sempre ed in modo radicale
l’approccio alla sanità ed alle case farmaceutiche. Chi ha un pò studiato la
storia della medicina sa che non esiste alcun movimento di pazienti che ha
smesso di essere “paziente” ed ha rivendicato con grande forza il <b>tempo</b>
che inesorabilmente passava, come quello delle persone con Hiv. Anche perchè
una parte di costoro arrivava dalla politica lgbt (ed aveva pratica politica) e
ne denunciava con forza, certe volte in modo che è sembrato poco generoso, i
timori e gli imbarazzi. Il tempo che avvicinava alla morte, il tempo che
trascorreva nell’attesa che la ricerca scientifica e le case farmaceutiche
facessero le loro sperimentazioni. Quel tempo maledetto che passa tra la
diagnosi di una patologia ed il suo esito. Immagino che molti di voi abbiano
avuto almeno un parente con il cancro o l’epatite virale o una sclerosi: per
essi (e non solo) il tempo non è indifferente, ed ogni allungamento della
sperimentazione di nuovi farmaci significa giorni e mesi di speranza in meno.
Chi si ricorda le prime speranze, e le grandi disillusioni, che l’AZT provocò
(parlo della seconda metà degli anni 80)? Possiamo dirlo che in molti morirono
in attesa di questo farmaco o per le dosi troppo alte che si assumevano
all’inizio della terapia? Chi si ricorda le richieste di eutanasia che
arrivavano dai malati terminali? Ecco, dovete andarlo a vedere perchè racconta
bene come nacque l’indignazione delle persone con Hiv, ed in generale come
nasce l’indignazione di ciascuno di noi di fronte a un futuro nemico che sembra
ineluttabile. E ci sarebbero da dire molte cose sulla crisi del rapporto con le
cause farmaceutiche e l’antiscientismo che l’AIDS ha rianimato. Ma non è questo
lo spazio. Non sto affatto dicendo che l’alternativa sia quella di accettare
passivamente la situazione (e quante polemiche ci furono contro le associazioni
di assistenza che pure la predicavano ..... ). Sto dicendo che il surplus di
rabbia che animò le azioni di Act Up nasce da qui. Fu efficace la loro azione?
Siamo in grado di affermare che il loro attivismo (e il nostro ?) accellerarono
la strada che ha portato alle nuove terapie (almeno a quelle)? Non so, e credo
che ci vogliano altri anni per riflettere su questo punto. Sta di fatto che
nessuna delle patologie con questo grado di complessità biologica ha mai potuto
usufruire nella storia della medicina di tanti finanziamenti. Reagan fu
svegliato da Liz Taylor nel 1987 dopo la morte, tra gli altri, di Rock Hudson
nel 1985. Mitterand solo nel 1992 chiese scusa per il sangue infetto usato
nelle trasfusioni ed il film racconta bene come Act Up Parigi chiedesse molto
di più a quel Presidente e a quel Governo. Non parliamo dell’Italia e della sua
classe politica che per molti anni è stata colpevole di un silenzio assordante
o a vere e proprie follie (Donat Cattin “ce l’ha chi se lo va a cercare”, 1987
è solo la punta di un iceberg) scaricando su Poggiolini e De Lorenzo tutto
quello che ha potuto. Questi risvegli tardivi hanno contribuito,
indirettamente, alla corsa alle terapie e gli investimenti ingenti che abbiamo
avuto per l’Aids. Almeno in Europa e negli USA. Col senno di oggi due o tre anni
di silenzio, anche 10, non sono i due o tre anni di censura, anzi di omofobia
vera e propria, che furono. Ecco, io credo che dobbiamo alle migliaia di
persone con Hiv che hanno lottato e fatto coming out il fatto che la terapia
sia arrivata “così” in fretta. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-pagination: none; tab-stops: 11.0pt 36.0pt; text-autospace: none; text-indent: -36.0pt;">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-pagination: none; tab-stops: 11.0pt 36.0pt; text-autospace: none; text-indent: -36.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><span style="mso-list: Ignore;">2. <span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;">ma il film riguarda tutti e tutte
perchè la personale reazione a una perdita, ad un destino che sembra
ineluttabile, all’attaccamento alla vita (ed all’erotismo che ne è la sua
manifestazione) nel film è benissimo raccontata. <b>Silence=Death</b> era lo
slogan più importante di Act Up. Ed il film ne è la trasposizione più cruda,
una delle più dirette che ho visto al cinema, senza la pornografia dei
sentimenti che spesso aleggia su queste storie, ma anche con grande pulizia e
nessun infingimento. Le scene dedicate alla scelta di fare eutanasia ed al
lavaggio del corpo morto del protagonista sono potentissime, oltre che vere. <b>Vere</b>.
No al silenzio: valeva allora e vale anche oggi. Sempre. Perchè il silenzio
(sociale, le scelte personali son sempre da rispettare) è complice
dell’inattività. Uno degli slogan di Act Up era “knowledge = weapon”: la
conoscenza è un’arma formidabile per battere il silenzio e, aggiungo io, per
possedere quella consapevolezza sui fenomeni di cui abbiamo bisogno. Al cinema
è impossibile parlare di Aids senza evitare il groviglio emozionale che provoca
(da “Che mi dici di Willy” in poi ...), ma le emozioni sono parte della nostra
vita, e con esse facciamo i conti, direttamente o indirettamente. Meglio
dirselo che esistono invece che negarle, perchè il silenzio è morte. Morte in
vita, prima ancora di quella reale, e più inaccettabile perché evitabile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-pagination: none; tab-stops: 11.0pt 36.0pt; text-autospace: none; text-indent: -36.0pt;">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-pagination: none; tab-stops: 11.0pt 36.0pt; text-autospace: none; text-indent: -36.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><span style="mso-list: Ignore;">3<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> . </span></span></span><!--[endif]--><span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;">questa riflessione è diretta ai
gruppi lgbti italiani (e a coloro che si interessano della sua storia): tante
volte abbiamo detto che l’AIDS è stato il buco nero in cui abbiamo perso una
generazione di attivisti (anche di attivisti, dico io...) ma non abbiamo a
sufficienza riflettuto su cosa hanno voluto dire quegli anni. Quanto ha
influito l’avvento dell’emergenza AIDS (perchè tale era all’inizio degli anni
‘80) sulla liquefazione del Fuori! la cui estinzione è cominciata con il 1982?
E quali sono state le conseguenze sulla vita dell’Arcigay che nel 1985
cominciava la sua vita nazionale? Domande le cui risposte questo film
sollecita. E forse è venuto il momento di darsele, sine ira ac studio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;">Enzo Cucco <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;">15 ottobre 2017<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><a href="https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fgayindependent.blogspot.it%2F&h=ATMDDxNNnkfCXHm2k_V8ebEAqRXvObAXufpSVEAPfXKuhgP7njSIEIeo3S95YB-0LRmFmibryJ_isGuPgPbFr3zOFF1OAg_lOsFgPcRwp851SYwN64rvQycmktifiKCxDUfYpNsts7lhG2_o"><span style="color: #294387; text-decoration: none;">https://gayindependent.blogspot.it/</span></a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;">PS: lasciate perdere (questo è il
mio consiglio) lo sciocco post della casa di distribuzione e la decisione
stupida della censura italiana di renderlo vietato ai 14 anni. Non ne vale la
pena di sprecare energie per queste due cose, il film è potentissimo di suo.
Basta andarlo a vedere, e forse i minori di 14 anni non lo capirebbero. E non
lo dico per il sesso esplicito, sia ben chiaro.....<o:p></o:p></span></div>
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<div class="MsoNormal">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;">PPSS: non sono un critico
cinematografico e non lo voglio diventare. Ogni riflessione sull’estetica del
film esula da queste considerazioni. Anche se, e mi ripeto, è potentissimo e da
vedere assolutamente.</span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: #16191f; font-family: "georgia"; font-size: 17.0pt;">PPPSSS: questo pezzo è dedicato al Gruppo Solidarietà Aids ed al Forum Aids Italia.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-52640870105192536552017-07-22T17:32:00.001+01:002017-07-30T14:00:57.945+01:00KARL HEINRICH ULRICHS<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZbMNCH7EjFnJbknNIiu9EZ11CJCf8OAFMelddpUH04M6aBszuE_9U5pwQlgsq5c5YkT0Cdrv5L4QP06aYGrSZpLEJNMkqtJCwgx5sRqw29h7DPb1TWLC0SUuZs8zNkSk0ps-Irynaqjuo/s1600/karl.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZbMNCH7EjFnJbknNIiu9EZ11CJCf8OAFMelddpUH04M6aBszuE_9U5pwQlgsq5c5YkT0Cdrv5L4QP06aYGrSZpLEJNMkqtJCwgx5sRqw29h7DPb1TWLC0SUuZs8zNkSk0ps-Irynaqjuo/s320/karl.jpg" width="320" height="213" data-original-width="900" data-original-height="600" /></a></div>
Non ha avuto lo spazio che meritava la notizia che l’Arcigay de L’Aquila (con il fondamentale contributo di due privati donatori che sono Luciano Mazzuccato e Mauro Bertoni) è riuscita a ristrutturare la tomba del primo attivista per i diritti delle persone gay nel mondo, Karl Heinrich Ulrichs, morto proprio a L’Aquila il 14 luglio 1895. La notizia è circolata sui social e su qualche sito lgbti, ma se non sbaglio i media hanno riportato un trafiletto, e nulla più.
Sono imbarazzato ma non stupito di questo atteggiamento: Ulrichs è un pezzo della storia mondiale dei diritti, i cui fondatori e fondatrici non godono di fortuna sui media generalisti. Preoccupa invece la sostanziale ignoranza (nel significato terminologico del termine) di un tale personaggio che scrisse 150 anni fa, e forse più, parole importanti e moderne per tutti e tutte noi che facciamo parte dei moderni movimenti lgbti. Le sue cosiddette teorie scientifiche sono discutibilissime (fu lui che coniò il terribile termine di urningo), ma l’influenza che le sue opere ebbero non solo sugli scienziati dell’epoca ma sul primo movimento lgbti del mondo, è straordinario. Gli studi che circolano tra gli storici ci dicono molte cose sulla sua vita e le sue opere, e dobbiamo dire grazie a uno storico del primo movimento come Hubert Kennedy che negli anni 80 scrisse lavori sul nostro autore che ci dicono praticamente tutto (tutto quello che ci è dato conoscere) sulla sua vita. Spero che Hubert sia ancora vivo (ma penso di si), e credo che sia cosa buona e giusta riconoscergli questo merito.
In Italia l’interessamento per Ulrichs si è manifestato pubblicamente con un appello uscito sul numero 3 della rivista Sodoma nella primavera del 1986. Era un appello per raccogliere fondi per ricostruire la lastra tombale di Ulrichs scoperta negli anni precedenti proprio da me, a seguito della lettura di un libro che molti non ricordano più ma che fu in quegli anni la prima storia del movimento gay disponibile in italiano, “Gay gay, storia e coscienza omosessuale”, uscito da Salamadra nel 1976, ripubblicato da Savelli nel 1979. In questa antologia il primo saggio era di John Lauritsen e David Thorstad che raccontava la storia del primo movimento in Germania, a partire, appunto da Ulrichs. Fu da quell’opera che venni a sapere che il nostro aveva vissuto i suoi ultimi anni di vita ( dal 1880) in Italia ed era morto a l’Aquila, in stretto contatto con Niccolò Persichetti e altri. Comprai il libro nel 1977 ma solo dal ‘79 partirono le ricerche, con epistole che coinvolsero a largo raggio gli studiosi che allora erano più coinvolti sul tema: Jim Steakly mi mise in contatto con Michael Lombardi (che tradusse opere di Ulrichs in inglese e scrisse saggi sulla sua vita) e poi entrai in contatto Wayne Dynes e lo stesso Kennedy. Anche Giovanni Dall’Orto ebbe una parte nella vicenda e feci alcuni viaggi a L’Aquila per sondare presso l’archivio di Stato locale e la biblioteca (ma anche l’Ospedale e l’archivio delle chiese evangeliche) cosa c’era su Ulrichs. Ero partito a far ricerche su alcune anomalie tra le date ed il luogo della sua morte, ma questi dubbi furono dissolti da una altra domanda: possibile che la presenza di Ulrichs in Italia sia ricordata nell’Italia di quegli anni (e dopo) solo perchè fu un latinista (fu direttore di una rivista che si chiamava Alaudae) di un certo rilievo e molto conosciuta all’epoca? Una rivista che ebbe estimatori importanti, e finanziatori, tra cui ricordo la Regina Margherita e Giacinto Pannella (si, proprio lo zio prete di Marco Pannella, che dedicò un piccolo ricordo di Ulrichs apparso su La Rivista Abruzzese nel numero di settembre 1895 a pag. 411). Possibile che a L’Aquila non si sapesse nulla del suo passato, del fatto che fosse andato via dalla Germania anche per il suo primo attivismo gay? Possibile che gli aquilani non sapessero chi fossero gli illustri ospiti che lo visitarono, tra cui John Addington Symonds? Dopo tante letture e ricerche, oltre ad aver scoperto dove fosse la tomba (proprio lì nel camposanto sul fianco della cappella Persichetti, scoperta nel viaggio che feci nel 1985) mi resi conto in fretta che quasi sicuramente gli aquilani che lo protessero ed aiutarono fossero a conoscenza del suo passato, ma che semplicemente censuravano i dati salienti del suo coming out, dei suoi processi, delle sue attività con il mondo del diritto prussiano per la cancellazione del paragrafo 175 (già allora ....), dei veri motivi della sua fuga dalla Germania ...... La mia consapevolezza si basa sul ricordo che gli dedicò proprio il marchese Persichetti (che ricordo non fu solo una personalità locale, ma un pezzo grosso del Ministero dell’Istruzione dell’epoca) e che fu pubblicato da L’Avvenire della Democrazia il 25 luglio 1895 (1) . In esso infatti si racconta, correttamente, gli uffici di Ulrichs presso l’allora regnante di Hannover, fedeltà che pagò con la reclusione presso Minden, e che fu, secondo l’autore, il motivo per cui Ulrichs scelse di venire in Italia. Si citano le opere pubblicate con lo pseudonimo di Numa Numantius e Persichetti racconta “Con questa opera egli tentò, con grande ardimento e costanza, una radicale riforma dell’apprezzamento di alcuni soggetti giuridici. Per essa sopportò sacrifici e dispiaceri, e subì financo un processo in Wuttemberg dal quale, dopo aver virilmente lottato per dimostrare che il suo scopo era tutto scientifico, riuscì assolto. L’opera fu letta con molto interesse , ma non gli risparmiò acerbe critiche e soltanto prima della morte ebbe la consolazione di vedere le sue teorie adottate da altri dotti” (2).
Quindi a L’Aquila sapevano e/o facevano finta di non sapere e semplicemente censurarono l’informazione. Tutto comprensibile considerato il periodo, ma non giustificabile nè agli occhi di un giovane militante gay ne a quelli di un qualsiasi storico.
Le mie ricerche si fermarono con la pubblicazione dell’Appello su Sodoma (fallito miseramente ) e soprattutto sulla impossibilitù di consultare gli archivi Persichetti posseduti dalla famiglia Pucci della Genga e conservati a Spoleto. Non escludo affatto, quindi, che le ricerche d’archivio possano gettare nuova luce sugli ultimi anni di Ulrichs (e non solo a L’Aquila, ma anche a Napoli dove lui ricevette una laurea honoris causa, Ravenna e Roma dove abitò) e sull’impatto che ebbe la sua vita sugli italiani che, prima o poi, vennero in contatto con lui. Con gli occhi di oggi ed alla luce delle ricerche che poi furono pubblicate, penso che si possano fare altre ricerche, in loco o presso gli archivi private delle principali famiglie aquilane.
Dal 1988 fu Massimo Consoli a ricordare e diffondere le opere di questo studioso e a organizzare una bella iniziativa, che era quella di andare sulla tomba di Ulrichs il giorno dell’anniversario della sua nascita (28 agosto 1825). Massimo tradusse anche alcune sue opere e scrisse una biografia: un’opera importante di divulgazione e ricordo che si deve ricordare e continuare, soprattutto adesso che c’è un minimo di interesse sull’opera del primo attivista. Infatti il locale Arcigay si intitola proprio a Massimo Consoli, e continua insieme alla Fondazione ad egli intestata, gli appuntamenti di fine agosto.
Cosa dobbiamo noi, negli anni 2000, a questo autentico eroe? Ebbene questo è un passo tratto dai suoi ultimi scritti: “Fino al momento della mia morte guarderò con orgoglio indietro a quel giorno, 29 agosto del 1867, quando trovai il coraggio di lottare faccia a faccia contro lo spettro di un'antica idra irata che da tempo immemorabile stava iniettando veleno dentro di me e dentro gli uomini della mia stessa natura. Parecchi sono stati spinti al suicidio perché tutta la loro gioia di vivere era sciupata. Infatti, sono orgoglioso di aver trovato il coraggio di assestare a questa idra il colpo iniziale del pubblico disprezzo”.
Son parole che suonano importanti non solo per cercare il senso della sua vita ma il senso di tutti i coming out del mondo, da allora ad oggi. Il futuro non può che basarsi sul passato, e la sua conoscenza deve essere sentita come necessaria non soltanto per ragioni storiche, ma sociali e politiche. Io sento il tempo passare, e questo compito è urgente. Ma spero che lo sentano tutti e tutte: siamo a poco dai primi 50 anni del movimento lgbti dei tempi moderni (1969-2019) e dai primi 50 anni del Fuori! (1971-2021). Due ottime occasioni per ripassare un pò di storia, no?
Enzo Cucco
22 luglio 2017
https://gayindependent.blogspot.it/
(1) Esiste una sillogge “In Memoriam Caroli Henrici Ulrichs” di Nicola Persichetti pubblicata presso l’editore Cappelli nel 1896 che ospita una breve autobiografia, la notizia apparsa su Il Popolo romano il 18 luglio 1895 e il suo ricordo dell’Avvenire della democrazia. La pubblicazione contiene anche l’elenco di coloro che contribuirono alla costruzione della prima lapide, il testo che su di essa appare e molti altri messaggi pervenuti.
(2) si riferisce ad un pezzo apparso su Alaudae (a pag. 355 del colume che contiene tutti i numeri apparsi) su cui l’autore cita i lavori di Kraft Ebing.
PS: Ricordo che sul n. 22 di Fuori! (settembre/ottobre 1979) apparve un mio articolo che testimoniava di alcune ricerche storiche che avevo cominciato, si intitolava “Alla ricerca di un movimento perduto”, pp. 30-32Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-28711026626583268982017-07-02T10:38:00.003+01:002017-07-02T10:39:09.409+01:00PER FILIPPO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWLu_tzQZyYaWDKA5C4MY5SGFDiow-0ULtinZTXhLZUef79aIFp2QcbSoBnwcMoFJFHguMGcy_VnToJjsc7qrMkcCfmfL8Eaama89NtpOwgywNiPzzNMLz31F8y_HTBIOT3stE9PWDLMOH/s1600/filippo+1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWLu_tzQZyYaWDKA5C4MY5SGFDiow-0ULtinZTXhLZUef79aIFp2QcbSoBnwcMoFJFHguMGcy_VnToJjsc7qrMkcCfmfL8Eaama89NtpOwgywNiPzzNMLz31F8y_HTBIOT3stE9PWDLMOH/s320/filippo+1.jpg" width="320" height="320" data-original-width="435" data-original-height="435" /></a></div>
OGgi ho partecipato ai funerali di un mio caro amico, Filippo Molinengo. Non so quanti lo ricordano a Torino ed in Italia, ma ha avuto un ruolo significativo, per me e nel Fuori! degli anni che furono. Ho molto riflettuto se fare questa nota per ricordarlo: avevo paura che le emozioni la facessero da padrone sui miei ricordi, ed ho scoperto di non avere sue foto, nemmeno negli archivi del Fuori! (ma nei prossimi giorni controllo meglio). Invece poi ho pensato che sarebbe stato più saggio scrivere a caldo qualche riga, per fissare i ricordi e, perchè no, quelle emozioni che così tumultuose sono rinate.
Conobbi Filippo nella primavera del 1976, nei comizi elettorali del Partito Radicale. Cercava di vendere la rivista Fuori! e lo ricordo bellissimo: salopette, orecchini pendenti (ben due), baffi (andavano di gran moda tra i gay allora ...) quell’aria gentile e sbarazzina che tanti del Fuori! avevano, dicendo cose scandalosissime con la grazia ed il sorriso sulle labbra. E’ stata la prima persona omosessuale “open” che ho conosciuto, avevo da poco compiuto 16 anni e il PR era per me quella boccata di ossigeno che mi era mancata per anni. Anzi ho avuto per Filippo (lo posso dire oggi) una vera e propria sbandata, e venni subito preso in giro dai compagni e dalle compagne radicali perchè tutte le volte che andavo a uno dei tavoli di raccolta firme chiedevo di lui, e dalla terza volta che accadde mi accoglievano con un “No, Filippo non c’è .....” prima ancora che riuscissi a far la domanda. Era con me quando fummo fermati ad un tavolo selvaggio davanti all’ex Cinema Doria e portati nella centrale dei Vigili Urbani, insieme a Franco Bigatti e Biagio Campanella. Avevo 17 anni, e mi ricordo bene la telefonata che i Vigili fecero per avvisare i miei genitori.... così come ricordo bene Angelo Pezzana e Adelaide Aglietta che vennero alla centrale per verificare che cosa ci stava capitando. Intanto continuava questa cotta per Filippo, passando da un tavolo ad una trasmissione a Radio Torino Popolare o Radio Radicale. Fino a quando un giorno andando al tavolo di Piazza Castello mi dissero (sfottendomi un pò......) che Filippo mi stava cercando. Il cuore mi palpitava pensando a cosa mi avrebbe detto ed invece lui arrivando si diresse verso di me e col tono scanzonato e gentile che ha sempre avuto mi disse che la sera precedente aveva scoperto delle piattole su di se, e mi consigliava di controllarmi ..... Finì così il sogno romantico che mi ero costruito da solo, e cominciò una amicizia che è durata per anni e anni.
Filippo letteralmente scomparì dal Fuori! dalla mattina alla sera, non ricordo bene il giorno, tra la fine del 1978 e l’inizio del 1979. La cosa mi colpì, soprattutto per il modo: senza avvisare nessuno. Ed allora non c’erano facebook o i cellulari. Solo dopo un mese si venne a sapere che lui considerava esaurita la sua esperienza nel Fuori!, era tornato nel privato (si diceva così allora quando ci si innamorava di un uomo e si scompariva nel nulla) e si stava dedicando a se stesso ed alla sua vita futura.
Lo rincontrai casualmente nel 1983 perchè il mio compagno di allora (ricordi Sebastiano Ricci ?) aveva affittato casa in Via Baretti, sullo stesso pianerottolo di Filippo. E riprendemmo a frequentarci. Ma poco, e senza più parlare di politica. E da allora è sempre stato così: ogni tanto si riavvicinava al gruppo storico dei militanti (il riavvicinamento è stato più intenso dal 2006 in avanti) e poi spariva, senza avvertire nessuno. E si è avvicinato ad una valanga di gruppi e situazioni diverse, e non solo gay. Ricordo bene che per un periodo anche lungo frequentò gli Amici dell’Archivio di Stato, un corso di ceramica ed una miriade di gruppi diversi che si occupavano di arte, di cultura, di natura. E’ sempre stato radicale, e si è avvicinato e allontanato con questo moto sincopato dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta per anni.
Nel frattempo negli anni 80 si era laureato in farmacia e fui affianco a lui durante il lungo e tormentato periodo di scelta della farmacia ove lavorare. Poi decise di fare un concorso per le farmacie pubbliche (pur avendo i mezzi per averne una lui) e negli ospedali torinesi rimase fino alla pensione.
Ha chiesto molte volte nella sua vita consiglio ed aiuto, e sia io che Angelo Pezzana abbiamo provato a consigliarlo ed aiutarlo molte volte. Senza mai riuscirci (o senza mai capire se ci eravamo riusciti) perchè puntualmente lui si allontanava. E questo dell’allontanarsi di fronte a situazioni critiche o conflittuali è stato una sua costante, così come quella curiosa sete di amicizia che lo ha portato nelle situazioni più improbabili.
Riprese più volte la terapia psicoterapeutica che credo cominciò proprio sul finire degli anni ‘70 e per periodi anche lunghi assunse farmaci per questo, ma non posso giurare che fu sempre continuativo nelle terapie. Gli rimaneva nel fondo quella tristezza, un malessere sottile e difficile da individuare ma che parlandogli saltava fuori. Bastava guardarlo negli occhi ed ascoltare le cose che raccontava. Un malessere che cresceva con gli anni.
Nel 2013 si avvicinò al nascente lavoro che come Lambda terza età stavamo avviando con le persone over 60 lgbt. Partecipò al primo corso di formazione e volle diventare un volontario, non seguendo mai nessuno dei casi che abbiamo avuto. Non che non ci avesse pensato, ma diceva che non era fatta per lui quell’esperienza. Due anni fa è stato di nuovo male: questa volta la depressione fu forte, e chiedeva insistentemente di non vivere più da solo. Arrivando, volontariamente, a ricoverarsi in ospedale (Clinica psichiatrica di Bra) per poi uscirne ed essere ospite di alcune strutture torinesi per anziani. Era tornato a casa sua e alcuni di noi (Barbara, Rosanna, Alessandro) hanno cominciato a stargli affianco, nelle semplici faccende quotidiane come nelle grandi solitudini che ha vissuto. E sembrava che stesse meglio. Il suo ultimo messaggio con noi risale al 20 giugno, ed era di una persona che stava bene, che diceva di non aver bisogno di nulla. Che stava programmando di trasferirsi un pò in montagna per via del caldo afoso che ingabbiava Torino. Ma la mattina del 24 lo hanno trovato morto in casa, suicidatosi probabilmente il 23 in giornata.
Mi aveva parlato molte volte di volerla far finita. E tante volte avevamo riso di questa intenzione. Ha pensato a questa ipotesi quando era stato tanto male qualche anno fa ma a nessuno è venuto in mente che potesse trovarsi di fronte a questa scelta oggi. Non era solo, aveva un sacco di contatti e amicizie, ma voleva star da solo. Ed oggi ricaccio i pensieri che affollano la mia mente sull’aver fatto il necessario per evitare questo epilogo. Preferisco pensare, come Marco ha detto (un altro dei volontari di Lambda Terza Età) che sia stata una scelta consapevole, lontana dalla disperazione a cui associamo i suicidi. Bisogna accettare le scelte altrui, per quanto estreme possano essere, e rifuggire dal sentimentale attaccamento che ci porta a colpevolizzarci inutilmente.
Si, preferisco pensare che abbia scelto consapevolmente di togliersi la vita, come spesso nel passato si era allontanato da tutto e tutti. E se fosse qui vorrei dirgli che la sua vita non è stata inutile. Che ha avuto un senso importante: è stato il mio Virgilio, la persona che con i suoi modi gentili mi ha traghettato in quello splendido e incasinatissimo posto che furono il Fuori! e il PR del 1976. Per me, e per tanti altri ed altre, sei stato prezioso.
Ciao Filippo, che la terra ti sia davvero lieve.
Enzo Cucco 1 luglio 2017
http://gayindependent.blogspot.it/Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-4392027121884097222017-03-14T23:16:00.003+01:002017-03-15T00:07:53.491+01:00TRASFORMARE IL CASO UNAR DA DISASTRO A OPPORTUNITA'<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijn9rufmt54aU5_Ay18jWOUA7n52k_4WtYVTQON6dO34xklz6tIj2wY-_K_jlzTouWxBv5Mu2X5ZnUE2I1PtsOAWPOBOwSgdepP-piLSOkcud4ecMMb9__6F00Zl3_JETG2QddTx8jI_yc/s1600/141029-165952to291014pol0104.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijn9rufmt54aU5_Ay18jWOUA7n52k_4WtYVTQON6dO34xklz6tIj2wY-_K_jlzTouWxBv5Mu2X5ZnUE2I1PtsOAWPOBOwSgdepP-piLSOkcud4ecMMb9__6F00Zl3_JETG2QddTx8jI_yc/s320/141029-165952to291014pol0104.jpg" width="320" height="180" /></a></div>
Leggo che Anddos ha finalmente presentato un esposto alla magistratura per una questione connessa al cosiddetto caso UNAR. Si tratta dell'accesso al data base dell'Associazione che avrebbe dato la possibilità di verificare che lo stesso direttore di UNAR abbia la tessera di Anddos stessa. Da cui il possibile conflitto di interesse, ma ancor più il ludibrio morale, su chi approva gare e bandi e chi si aggiudica i finanziamenti. Leggi vigenti.
Non quello che ci aspettavamo (il nome di chi ha denunciato i casi di prostituzione nei locali affiliati Anddos, quello sì sarebbe servito) e speriamo che questo sia solo il primo passo "di verità" su una vicenda che declassare a mero comportamento giornalistico è riduttivo, oltre che sbagliato. Ma io spero nel tempo (e nella riunione di sabato prossimo delle associazioni lgbti italiane a Roma), e nella capacità di andare fino in fondo a una vicenda che continua ad avere troppi lati oscuri.
Quello che preme è che si riesca a trasformare il caso da disastro (i calcoli sbagliati di qualche apprendista stregone del movimento lgbt italiano) ad opportunità di rinnovamento e crescita. Per farlo dobbiamo essere trasparenti e severi prima di tutto nei nostri confronti, per districare la matassa di argomenti che si sono prodotti sul caso UNAR. E fare un paio di distinzioni. Mi dispiace se alcune argomenti risulteranno criptici a coloro che non sono addentro alle questioni, ma cercherò di essere più chiaro in altra occasione.
1. Che vi sia un uso strumentale del sessismo in questo caso è sotto gli occhi di tutti. Pruriginosità e morbosità abbondano in certi particolari spiattellati strumentalmente ai quattro venti, ed amplificati da servizi giornalistici sul Corriere della Sera che a confronto i servizi scandalistici che appaiono sui rotocalchi impallidiscono. La cosa che mi ha sconvolto è l'onda montante di moralismo espresso da gay e lesbiche su questo tema. Come se fosse una novità che nei locali si vada "anche" per rimorchiare. Problemi su questo? Allora riguardate la storia del movimento gay di questi anni, in particolare di Arcigay, e fatevi qualche domanda. Su cosa significa liberazione sessuale. Su come si sia costruita una rete di affiliazione dei principali locali italiani, e sul perchè si ruppe questo rapporto e sul come. Lo avete dimenticato?
2. Vi scandalizzate perchè nei locali gay si debba entrare con una tessera associativa? Allora scandalizzatevi sul fatto che in migliaia e migliaia di locali italiani (quelli gay sono una minoranza) si entri "solo" con tessera. E che in centinaia di discoteche si entri ritirando obbligoriamente una tessera di consumo. Tutto questo perchè il regime associativo garantisce a questi locali condizioni economiche di favore. Non quelle di 30 anni fa ( e i controlli finalmente si stanno moltiplicando) ma si tratta, sia pure in forma ridotta, di regime di favore. Abbiate quindi il coraggio di alzare la vostra voce su tutto il sistema associativo italiano, e chiedere che anche questi locali siano esercizi commerciali al pari di altri. Tutti e non solo i locali gay.
3. Vi scandalizza sapere che c'è la prostituzione in questi locali? Per la legge italiana vendere prestazioni sessuali e comprarle non è reato. Lo diventa se si configura come istigazione alla prostituzione. Aggravato da eventuali costrizioni (al consumo ed all'offerta). Quindi la magistratura segua il suo corso e verifichi se e dove si siano verificati questi fatti (ovunque). Ma proprio nessuno che abbia voglia di parlare di regolamentazione della prostituzione tra adulti consenzienti? Che potrebbero crearsi in questo modo una serie di locali dove le prestazioni possono essere comprate a cifra controllata ed in ambiente protetto? Che si rompa il velo di ipocrisia e si dica chiaramente che questo accade (in alcuni locali frequentati dai gay e in alcuni locali frequentati dagli etero)? O le battaglie civili scomode le devono fare sempre e solo gli altri? Magari i radicali? Questo vale per tutte le associazioni che fino ad oggi si sono espresse su questo tema, dai più moralisti e duri contro la prostituzione a coloro che camuffano il proprio pensiero e la propria azione. E la figuraccia di AICS che da associazione laica non trova niente di meglio da fare che cacciare Anddos dai suoi associati la dice lunga sulle ombre moraliste che incombono su questo tema.
4. Con tutto questo l'UNAR, la sua attività e la sua gestione di fondi pubblici, non c'entra nulla. Ma nulla di nulla. Ed è cosa ben più seria e complessa delle vendette personali che, strumentalmente, si sono consumate su questo finto scandalo. La questione dell’UNAR va al di là dei destini di chi lo ha diretto, e non lo dico in loro disonore, bensì a garanzia di tutti e tutte che le Istituzioni non seguano i destini individuali ma siano bene collettivo. Tutta la sia personale soliderietà a Spano e non me ne frega niente sapere se lui sia gay o no, o chi frequenti. E' una questione più generale su come in Italia i diritti e le politiche antidiscriminatorie vengono gestite. Risponde agli allarmi ed alle vere e proprie denunce che l'Associazione radcale Certi diritti ha fatto inascoltata in questi anni. Ha a che fare con le richieste di CILD e persino col manifesto delle persone lgbt renziane ove si chiede una riforma dell’UNAR.
Ci vuol poco a capire che così non va? L'UNAR non è utile per rispondere alle richieste che vengono avanzate in sede europea e non è utile ad uno sviluppo serio e non di facciata delle politiche antidiscriminatorie in questo paese. La terzietà dell’istituzione, il suo finanziamento, il suo funzionamento, la distinzione tra il monitoraggio, l’accoglienza e l’assistenza alle vittime e lo sviluppo di politiche antidiscriminatorie son tutte questioni che interessano pochi in Italia, di sicuro non questo Governo reo di aver bloccato l’attività dell’UNAR all’indomani del caso Meloni, dopo la frenata sul cosiddetto gender, le polemiche con il MIUR, ecc. ecc.: da allora infatti l’attività istituzionale per cui l’UNAR è nato è bloccata. Ripeto bloccata. Ed è questione di gran lunga più grave dei blocco dei bandi, con tutto il rispetto. Una istituzione, il Governo ed una maggioranza solo preoccupata di non innervosire le opposizioni che dimostrano, una parola dopo l’altra, la loro natura intrinsecamente razzista e discrimiuantoria: questo è il vero freno tirato all’avanzare della difesa dei diritti umani in Italia. Altro che libertà di pensiero.
Questo è il vero disastro di UNAR. Questo lo scandalo che speravamo che Spano a poco a poco risolvesse. Così come abbiamo sperato in Monnanni e in De Giorgi. Questa la pochezza di una politica nazionale sui diritti umani, fatta solo di parole vuote. E nessun fatto concreto, se non progetti parzialmente finanziati ed abortiti subito dopo per mancanza di soldi o di coraggio. Ecco: il punto basso è stato toccato dall’UNAR grazie a questo scandalo (e credetemi non mi riferisco affatto alle pruderie sessuofobe che ha in testa qualcuno). Spero si colga l’occasione per ricostruire, su una idea forte, il futuro della difesa dei diritti in Italia.
Enzo Cucco Tosco
14 marzo 2017
Presidente Associazione radicale Certi Diritti
PS: nel comunicato stampa congiunto che l’Associazione radicale Certi diritti, Arcigay, Famiglie Arcobaleno e Centro risorse lgbti hanno prodotto dopo la riunione del Comitato Diritti Umani dell’ONU è riportata una dicharazione della rappresentante dell’UNAR presente, che avrebbe dichiarato che lo stesso è “organismo indipendente e svolge i propri compiti in autonomia di giudizio e imparzialità”. Ci vuole una faccia .......Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-60462384040811535692017-01-20T23:41:00.000+01:002017-01-20T23:41:09.313+01:00LA STRASPARENZA, VI PREGO, SUL TGLFF<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz2rNj6R-2DiuNgAtaHAaByzYB0fOwMaxOVydUPBv1jkaIWR47tp_4Wo8nfLG-03XThP5BIDwxCwdGvGD0lyISQ6CViSQhr7jmkK-UGPDnAgs8Lr7cpSCQn1sR2DWZonxFimn50YHy-0l6/s1600/tlgff4.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz2rNj6R-2DiuNgAtaHAaByzYB0fOwMaxOVydUPBv1jkaIWR47tp_4Wo8nfLG-03XThP5BIDwxCwdGvGD0lyISQ6CViSQhr7jmkK-UGPDnAgs8Lr7cpSCQn1sR2DWZonxFimn50YHy-0l6/s320/tlgff4.jpg" width="320" height="180" /></a></div>
E’ un richiamo (facilotto, non lo nego…) al volume di poesie di Auden che qualche anno fa Adelphi pubblicò, ma che ben calza per l’attuale situazione del TGLFF. Abbiate la compiacenza di leggere il post qui sotto e capirete (spero).
Come sapete oggi è apparsa su un autorevole e spesso informato sito dedicato alla cultura torinese, l’anticipazione delle dimissioni di Giovanni Minerba dalla direzione del TGLFF. Il Festival del cinema lgbti più longevo ed apprezzato in Italia e in Europa. Giovanni ha confermato la notizia dicendo semplicemente che le dimissioni gli sono state chieste e lui le ha presentate.
Dal Comune o dal Museo del Cinema ad oggi nulla, e non dispero domani arrivino delle notizie maggiori, anche se le solite mezze bocche ci dicono che sapremo qualcosa di certo solo nei primi giorni di febbraio quando chi dovrebbe prendere il suo posto avrà firmato il contratto e le questioni connesse saranno risolte (per esempio il nuovo ruolo di Minerba, i soldi che il Comune darà al Museo del Cinema direttamente per il TGLFF, le date della edizione del 2017, ecc. ecc.).
Ora: potete anche pensare che tutti i lettori dei media (carta compresa) siano dei creduloni, ma le domande, diceva quello là, sorgono spontanee:
È vero che Giovanni Minerba è stato “indotto” alle dimissioni da direttore? Da chi? Perché? Come? Quale sarà il suo nuovo ruolo, se ci sarà? E tutte le voci che corrono circa un accordo bipartisan per farlo fuori son vere? Chi del PD ha voluto la sua testa? Intendiamoci: il futuro di Giovanni mi interessa perché è un amico, e conobbi lui e Ottavio ben prima che questa avventura cominciasse. E so perfettamente che Giovanni, maggiorenne e vaccinato, sa benissimo che dopo quasi 32 anni di direzione il tempo del cambiamento potesse arrivare, ed è giusto che sia così. Ma a quali condizioni è lecito sapere?
Più importante del futuro di Giovanni (lui mi perdonerà, e capirà se lo dico) è il futuro del Festival: ripeto, una delle poche iniziative torinesi che cominciata quasi come un gioco, in un tempo ove il cinema aveva una forza ed una rilevanza anche sulla nostra vita di comunità, è diventato anche un appuntamento di cultura, anche di avanguardia, ove tutti e tutte, senza eccezione alcuna, possono godersi o criticare alcuni degli esperimenti cinematografici più interessanti della realtà contemporanea. Di tutto questo che sarà? Pensate davvero che basti cambiare un direttore (giusto o sbagliato che sia) per dare nuove prospettive e nuove dimensioni ad un Festival che ne ha bisogno, proprio perché di successo?
E, domanda delle domande, perché dobbiamo attendere i comodi di chi fa la politica torinese per avere risposte? Il solito gossip (questo maledetto) sta già dicendo di avere pazienza, che tra qualche giorno tutto sarà chiaro, che il Festival sarà rilanciato, ecc. ecc.
Uno dei perché Appendino ha vinto (perché ha vinto, ricordatevelo opposizione di destra e di sinistra) è che ha detto basta con le camarille (ve lo ricordate il sistema Torino?) con i non detto, con i sotterfugi, al suono di “TRASPARENZA” su tutto e per ciascuno. Ho detto in tempi non sospetti che al di là degli slogan, questa città ha bisogno si di cambiamento, ma anche di proposte, prospettive, visioni: in una parola di un altro sistema Torino e non solo, demagogicamente parlando, di chiuderli i sistemi e buona notte.
Ora, vi chiedo una semplice cosa: applicatela la trasparenza che tanto avete richiamato. Strafottetevene delle “opportunità politiche “ e dell’attesa. E diteci cosa sta succedendo.
Non lo dico da esponente di un movimento lgbti torinese che ha voluto, sostenuto, promosso un Festival per tutti e tutte. Lo dico da cittadino che paga le tasse e che ha diritto di sapere cosa c’è dietro alle vostre scelte.
Sarò lietissimo di essere smentito nel mio serpeggiante umore pessimista. Non sapete come si sta meglio quando le nubi si diradano e si capisce il senso e la direzione di certe scelte.
Fosse anche solo per valutarle e prendere posizione, al di là del solito, maledetto gossip.
Enzo Cucco
19 gennaio 2017
www.gayindipendet.blogspot.it
Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-82903562025220841512016-09-17T13:03:00.002+01:002016-09-17T13:03:53.735+01:00NOI TRE, E NOI TUTTI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvcd9BWOS2ZyKiBtsxPgsZxhAKct2cNvilusrYzNrPKB6OxgW6uh473F3mewNwszffU9-44cTgmAWStxOgAUTpFLcrxK5KwaRIhd6lp0QsJxy24wO69N1EpYJelOp82hq8czRJmq0tSVzp/s1600/mario.fortunato.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvcd9BWOS2ZyKiBtsxPgsZxhAKct2cNvilusrYzNrPKB6OxgW6uh473F3mewNwszffU9-44cTgmAWStxOgAUTpFLcrxK5KwaRIhd6lp0QsJxy24wO69N1EpYJelOp82hq8czRJmq0tSVzp/s320/mario.fortunato.jpg" width="240" height="320" /></a></div>
Giovedì 22 settembre 2016 alle ore 18 alla Libreria Luxemburg di Torino insieme ad Angelo Pezzana, Gianluca Polastri e l’autore, presentiamo “Noi tre”, l’ultima opera di Mario Fortunato edita da Bompiani.
Lo dico subito: ero un un pò stranito da questa richiesta esplicita di venire proprio alla Luxemburg. Non abbiamo mai avuto grandi rapporti con l’autore. Stima certo, ed attenzione alla sua opera e alle sue vicende (tra tutte, quella legata all’Istituto di Cultura di Berlino è stata la principale) ma son mancati dei temi in comune, e forse occasioni. Leggendo il libro, però, mi son ricreduto, ed è un grande libro che consiglio vivissimamente a tutti e tutte. E vi dico brevemente perchè.
Si tratta di un libro di Memorie e di questo genere letterario fa parte, anche se le capacità narrative di Fortunato prevalgono sul modello, producendo un opera originale e commovente. Se avete in mente i classici libri di memorie su cui ci siamo formati, scordateli: nulla a che vedere con Rosseau, Agostino ed altre amenità del genere. Non somiglia nemmeno un pò alle altre opere di memorie che vi possono venire in mente, quelle a cui 80/90 enni affidano i ricordi di una vita. Si tratta di una opera breve, intensissima, che segue le regole delle memorie ma le supera, diventando un imperdibile punto di vista sugli anni ‘80 e su come li abbiamo vissuti, non solo sui personaggi e sugli avvenimenti che ne sono stati protagonisti.
Si, come li abbiamo vissuti, perchè in tanti fra di noi hanno atraversato il decennio e quello che lo ha caratterizzato (AIDS innanzitutto) senza avere quello che americani e francesi hanno avuto, ovvero una letteratura all’altezza dei sentimenti che abbiamo vissuto. Non è una biografia, come ho detto, e nemmeno un’opera di storia, quindi se siete alla ricerca di una ricostruzione completa, magari originale, degli ultimi anni di vita di Pier Vittorio Tondelli, o di Filippo Betto, non la troverete. Invece è un’opera colma di ironia e tatto, di sentimenti e nostalgia, e come tutte le opere di memorie ci dice molto più sull’autore di quanto non appaia.
Ecco, quella sensazione che ci fosse qualcosa di non detto e che bisognava dire, almeno privatamente. Quel sentirsi in imbarazzo con le persone che hai amato. Quello stare in silenzio al posto che ti hanno assegnato, quando vorresti fare e dire molto di più: io queste cose le ho provate negli anni dell’Aids, e sono grato a Mario Fortunato che le ha raccontate con tanta maestria letteraria e sapienza narrativa. Sempre un passo indietro rispetto alla denuncia politica, sempre un passo avanti sulla via della consapevolezza. E senza giudicare le scelte dei propri amici, quali siano state.
Grazie a Mario Fortunato. E leggete il libro, ne vale davvero la pena.
Enzo Cucco
17 settembre 2016Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-30605482444058058232016-07-03T18:37:00.001+01:002016-07-03T20:16:38.983+01:00LA PROVA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixkQcsxuVkDeo76SlNXUPyztYNf_1EToaoZBi3d-8CUnpld2BSLk_Or5uLXRUO8-GPrPdYFDOhaOp9KGtUsDp-GuTrG35IH2anKroINH08H54WYQsGbFWT9PVaGpTdGAL39UzJCq2Qi27L/s1600/giusta.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixkQcsxuVkDeo76SlNXUPyztYNf_1EToaoZBi3d-8CUnpld2BSLk_Or5uLXRUO8-GPrPdYFDOhaOp9KGtUsDp-GuTrG35IH2anKroINH08H54WYQsGbFWT9PVaGpTdGAL39UzJCq2Qi27L/s320/giusta.jpg" /></a></div>
Ho atteso qualche giorno per commentare una delle migliori novità della Giunta Appendino/M5S per Torino, ovvero la nomina di Marco Alessandro Giusta ad Assessore alle Pari Opportunità (ed anche Politiche Giovanili, Piani dei tempi e orari della Città, Coordinamento Politiche per la multiculturalità e per l’integrazione dei nuovi cittadini, Politiche per le famiglie, Politiche a sostegno di Torino Città Universitaria) perchè speravo di non fare solo gli scontati ( ma autentici) auguri al neo Assessore, bensì di poter commentare qualche elemento programmatico in più. In realtà sono stato ingenuo, questa Giunta (giustamente) a parte le emergenze, farà le scelte strategiche che riterrà più opportune dandosi tempo. E forse avrei fatto la stessa cosa, perchè il rischio che si proponga, troppo maldestramente, cose che nel passato sono state già sostenute è altissimo. Vale per tutti gli Assessorati e vale a maggior ragione per il suo Assessorato, perchè sui temi lgbti abbiamo visto nel passato, è oggettivo, tra le migliori e concrete iniziative italiane in tal senso. Parlo innanzitutto del Torino Gay and Lesbian Film Festival e del Servizo lgbt del Comune stesso (nato nel 2001 su richiesta del Coordinamento delle associazioni torinesi), con le tante iniziative che hanno promosso, sostenuto, organizzato. Ma potrei parlare anche del Coordinamento Torino Pride lgbt e delle tante realtà associative che fanno della nostra Città un autentico e, per il momento, ricco e resiliente esempio di quanto in Italia si è prodotto in questi anni. Potrei anche parlare della storia, e raccontare che qui nacque il Fuori! (1971), qui si è svolto il primo incontro con un Sindaco (Novelli 1979), qui è nata la prima discoteca gestita da un gruppo gay (Fuori! 1978), qui è nato il primo Centro pubblico per le persone transessuali, presso il Mauriziano, e via elencando..
Ma credo che sia più interessante parlare del futuro, e di quello che concretamente può essere raggiunto come obiettivo. Non che non ci siano un sacco di cose da dire sulla nuova Giunta (anzi....) ma bisogna stare sui territori che meglio si conoscono.
Il primo punto di partenza è che se Marco vuole realizzare qualcosa sui temi di cui è responsabile dovrà sviluppare una capacità tutta speciale, ovvero condividere i suoi progetti con gli Assessori e le Assessore che hanno la borsa e le competenze utili: Assessore al Lavoro, Assessora all’Anagrafe, Assessora alle Politiche sociali, Assessore alla Casa, Assessora all’Istruzione e ovviamente Assessore al Bilancio e Sindaca. Potete leggere anche voi le possibili sovrapposizioni esistenti a questo indirizzo http://www.comune.torino.it/ucstampa/comunicati/article_371.shtml Marco lo sa che le politiche di parità di trattamento (pari opportunità e non discriminazione) sono per eccellenza politiche trasversali, e si realizzano attraverso Assessori/e capaci di mobilitare tutte le risorse esistenti, modificando pratiche e procedure. E Marco sa anche che l’Amministrazione ha dedicato poche (quasi nulle) risorse economiche su queste materie nel passato, non per cattiveria ma per scelta, perchè così si fa. Ora da anni (almeno dal 2007, anno europeo per le pari opportunità per tutti, ve lo ricordate ancora?) che diciamo che queste politiche devono essere trasversali, diventare mainstreaming, con tutte le conseguenze anche organizzative del caso. Per esempio dove sono collocati i servizi che praticamente attuano queste politiche? Ci saranno sedi e modalità per sviluppare (già il Comune lo ha fatto nel passato) questa sinergia tra settori diversi? Ha calcolato Marco i tempi tecnici, questi si, che sovrintendono a queste cose? Che convocare una riunione o raccogliere una firma è spesso una corsa ad ostacoli? (concretamente ....). Ha stabilito quindi che ci debbano essere obiettivi a breve, medio e lungo termine da raggiungere?
Il secondo punto di partenza è la provenienza di Marco: essere stato presidente di Arcigay Torino non gli da la patente di tecnico (per favore non ripetete la storia che lui sia stato scelto tra le centinaia di curriculum arrivati ..... ) : lui è un esterno scelto eminentemente per ragioni politiche. Scelta intelligente per il contesto nel quale ci troviamo, molto azzeccata dal punto di vista elettorale, ma non c’entra nulla con le competenze. E non sto dicendo che Marco non le ha le competenze giuste per ricoprire quel ruolo, sto solo dicendo che è stato scelto per altri motivi. Questo è oggettivamente un punto di debolezza (quanto ci metterà Marco per diventare un Assessore competente sulle materie che non conosce? Che significa capire come funziona la macchina, di quali politiche stamo parlando ed in esse innestarci le novità di cui si è portatori? Chi farà parte della sua squadra, oltre alle persone supercompetenti che troverà nell’Amministrazione?) che è bene ricordare quando, passato l’effetto novità si valuterà l’Assessore per quello che avrà realizzato.
E qui arriviamo al terzo punto: vale per tutti e per tutte, quindi vale anche per lui. Non si aspetti clemenza o considerazione particolare. Sia dagli oppositori che dalla maggioranza. Chi più ha potere più ha responsabilità. Ed il fatto che sia dicharatamente gay è simbolicamente rilevante ma non concretamente importante, visto che abbiamo avuto Assessore, Sindaci (e ricorderei anche Presidenti ed Assessore di Regione e Provincia) che non essendolo hanno fatto fare al nostro territorio decisi e salutari passi avanti, mettendoci la faccia.
Bisogna saper scegliere tra le opposizioni che guferanno su tutto quanto viene realizzato (e ci saranno) e la maggioranza che crede di aver nominato un Assessore “nuovo” come Marco, e basta. E si deve anche tener conto che il tema dei diritti non è, come si dice in politichese, divisivo tra le forze politiche. Ma quello che le forze politiche non dicono, e sann0, è che non è nemmeno elettoralmente così significativo. Non si vince se si è più o meno a favore dei diritti, perchè se no la maggioranza uscente avrebbe dovuto stravincere (e lo dico senza ironia). Questo da una relativa libertà di azione su questi temi ma poca rilevanza elettorale (e i partiti pensano molto a questa).
In altre parole si è a favore dei diritti “a prescindere”, e bene lo ha dimostrato la Sindaca Appendino scegliendo Marco come Assessore e reagendo subito, ed in prima persona, contro i manifesti sfregiati del Pride 2016. E’ una buona partenza che fa ben sperare per il futuro. Ma che non da, di per se, garanzie. Perchè si valuteranno i Progetti messi in campo, e la capacità di realizzarli: è giunto il momento che dopo le belle dichiarazioni che tutti, ma proprio tutti, i candidati Sindaco vincenti hanno fatto nel passato su questi temi, si debba passare ai fatti. Sui fatti verrà valutata, questa Giunta come le precedenti, questo Assessore come le precedenti. Ed il fatto che Marco sia nostro amico ci rassicura un pò di più sul futuro ma la prova è cominciata, anche per lui.
Enzo Cucco
3 luglio 2016Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-85765456394871592262016-06-21T11:29:00.002+01:002016-06-21T11:29:53.029+01:00DOPO LA PACE NEL MONDO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRDL-_EJCGwwHOuXZ7WAOM0Gh3uNSH8WiB0ZLLqmndUejlVtA-iZy_SmQD15C-kDNV4Jpg4Y8QItGT_NdVY0k7EBhhKCKbDFKpAFDGj_s4YSOgPySZSdw37PLb64kkdOgvLuZKKAyPdt2A/s1600/redim.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRDL-_EJCGwwHOuXZ7WAOM0Gh3uNSH8WiB0ZLLqmndUejlVtA-iZy_SmQD15C-kDNV4Jpg4Y8QItGT_NdVY0k7EBhhKCKbDFKpAFDGj_s4YSOgPySZSdw37PLb64kkdOgvLuZKKAyPdt2A/s320/redim.jpg" /></a></div>
Leggendo in questi giorni le dichiarazioni degli Assessori in pectore e della Sindaca di Torino mi viene in mente il ritornello (il tormentone) che si affibbiava alle candidate Miss quando dovevano esprimere l’augurio personale più importante. Ecco, vogliono tutti la Pace nel Mondo. ed anche io la voglio, non perchè pensi di vincere il titolo di Miss (anche se non si sa mai ....) ma perchè mi è sempre sembrato giusto, oltre che sano e semplice, credere in essa.
Lascerei perdere quando è stato dichiarato contro Profumo, e quanto si dichiarerà sul cosiddetto “Sistema Torino” e su coloro che di questo sistema ne hanno beneficiato: fa parte della componente identitaria del M5S che prescinde (e loro lo sanno) dal merito vero ma si occupa solo di segnali comunicativi importanti “ abbiamo detto di essere contro il Sistema Torino, eccovi la prova .....”. In fondo un pò di Robespierre alberga in tutti noi e per quanto la Sindaca ci tenga alla forma, e sarà attentissima a non incappare nelle trappole burocratiche, qualche testa verrà tagliata, ops ... cambiata.
Tutto questo non è un bene e non è un male.Mi permetto di dire che è superfluo: governare una Città è cosa complessa e si basa su un concetto il quale (forse tardivamente) Fassino ha molto insistito: scegliere. La Sindaca e la sua Giunta dovranno fare delle scelte. Dalle più piccole (a chi dare un contributo.....) alle più complesse (il posizionamento della Città della Salute ed il Sistema dei Trasporti). E fare appello al “parere dei cittadini” è solo un abile diversivo per rinviare o camuffare ciò che ciascuna Amministrazione deve saper fare, ovvero scegliere.
Sulle scelte si crea consenso e dissenso, e su questi si crea quello che si chiama Sistema. Punto. Tutto il resto sono farlocche esternazioni buone in campagna elettorale perchè dichiarare che si distrugge il “Sistema Torino” e lo si sostituisce col merito e con la partecipazione è una falsità. E lo sanno soprattutto coloro che lo dicono.
Al “Sistema Torino” gestito dagli altri si sostituisce il “Sistema Torino” gestito da loro. Senza populismi e senza retorica (mio padre diceva “i politici son tutti uguali ...) questo capiterà e questo deve capitare. Perchè una Città “senza” un Sistema è una città morta.
Con questo non voglio affatto difendere le rendite di posizione che il Sistema Torino ha garantito a un sacco di nomi noti in Città. Anzi consiglio loro caldamente di fare le valigie e presentare una bella lettera di dimissioni da quei posti che la politica (smettetela di parlare di cariche istituzionali, please ....) ha loro garantito. A parte il casino che si troverà a gestire il M5S nel sostituire improvvisamente decine di nomi con altrettanti competenti e “fuori” dal giro (tanti auguri neh!?....) mi sembra una ottima misura per salvaguardare il vostro fegato e il vostro sistema nervoso, e la nostra pazienza per non dover affrontare ozione e noiose discussioni su chi caccia chi.....
Detto questo beiamoci ancora per un pò della Pace nel Mondo. Poi arriveranno i conflitti, cioè le scelte, cioè il Governo, con la g maiuscola. Perchè le Giunte comunali (il Governo?) non deve essere solo simpatico per raccogliere voti, ma deve essere determinato nel fare delle scelte. E lì vedremo come reagiranno le periferie, della città o dell’anima.
Enzo Cucco
21 giugno 2016
http://gayindependent.blogspot.it/Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-46976859552738735802016-04-13T14:27:00.001+01:002016-04-13T15:27:41.823+01:00IRAN, RENZI E SCALFAROTTO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNmVu5eZgzJ39EF_VzLrKglrgi1nEVOvEhTKqa5wRy-23MmFgcdZKi0oonywf5U_mCz6R3D8doKXMcPipUmEwgbg12cjO_yWF4jqYPBv7La0yF9c7G8X-cMgnIO_JjE57FRGzOHqm9pd8W/s1600/3BT_3261.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNmVu5eZgzJ39EF_VzLrKglrgi1nEVOvEhTKqa5wRy-23MmFgcdZKi0oonywf5U_mCz6R3D8doKXMcPipUmEwgbg12cjO_yWF4jqYPBv7La0yF9c7G8X-cMgnIO_JjE57FRGzOHqm9pd8W/s320/3BT_3261.JPG" /></a></div>
Torno sull'argomento perchè ci sono domande a cui si dovrebbe avere risposta e perchè penso che si debba discutere delle cose importanti e non abbandonarsi soltanto alla protesta.
Come sapete Renzi è andato in Iran, a seguito della visita del loro Presidente del Consiglio e dopo l'Accordo sulla riduzione del nucleare (si spera) e la fine dell'embargo. L'Italia è stato uno dei Paesi che più crede in questo approccio con l'Iran, e non da adesso. Tutti i Governi, nessuno escluso, non hanno mai fatto mistero di questa posizione: apertura per fare affari, accordi economici e culturali, e basso profilo sui diritti umani. La stragrande maggioranza dei nostri politici quando si solleva la questione dei diritti (e del terrorismo) fa spallucce, e sotto sotto si sente il solito ritornello del business is business. Ci sono state delle eccezioni, ed alcuni politici consapevoli del gravissimo problema dei diritti umani in quel Paese puntano proprio su queste aperture perchè si tratta della strada più concreta per ottenere dei miglioramenti su questo fronte. Ha ragione la nostra diplomazia (almeno coloro che credono realmente in questa strategia)? Riuscirà l'Iran attraverso questa strada a chiudere con il terrorismo internazionale, riconsocere Israele, smetterla con la politica orrenda sui diritti umani? Spero di si: le cose concrete sono più importanti delle ideologie, anche quelle di pace e per i diritti. E se questo approccio produrrà risultati bisognerà esser grati a chi ha lavorato su questo.
Permettetemi però qualche dubbio: non è che siamo caduti nelle spire diplomatiche iraniane che usano questa strategia per allentare la morsa economica ma non ci pensano nemmeno a fare passi avanti sui diritti? Ci sono accordi concreti su questo ambito? Si è legata la prosecuzione degli accordi sul nucleare ed economici ad una chiara road map sui diritti? I segnali vanno tutti verso il pessimismo, e l'ostinazione con la quale non vogliamo credere a questa ipotesi (andate a risentire le dichiarazioni di Mogherini e di Renzi su queste vicende ...) la dicono lunga sul quanto quella che appare una strategia politica sia soltanto "<i>wishfull thinking</i>".
Ci sono poi due cose che francamente non riesco a mandar giù. La prima è legata a Renzi ed alle sue dichiarazioni: ha detto alla stampa italiana che ci sono “<i>discussioni aperte</i>” tra noi e l’Iran sui diritti umani e sul riconoscimento di Israele. Dove? Come? Quando? Con quali obiettivi e con quali risultati? Son queste "<i>il tavolo di discussione sui diritti</i>" di cui Renzi stesso ha parlato nella conferenza stampa con Rohuani? E proprio in questa conferenza ha dichiarato che tra Iran e Italia c’è “<i>tradizionale amicizia</i>” e ci sono “<i>valori universali</i>” che ci accomunano, elencando solo valori culturali. Quindi non ci sono i valori sui diritti umani. Possibile accettare questo? Non si rende conto il Presidente Renzi dell’effetto di queste parole? E che fine hanno fatto tutti i documenti e le posizioni ufficiali dell’Unione Europea su questo?
La seconda cosa riguarda Scalfarotto: credo che Ivan sia la seconda persona italiana dichiaratamente omosessuale che entra nell’Iran posto rivoluzione khomeinista. Il primo fu Enzo Francone che nel 1979 compiendo una azione coraggiosa, denunciò al mondo intero la natura criminale di quel regime contro le persone omosessuali. Non è possibile non fare questo paragone e non è possibile non chiedere a Ivan cosa sia capitato e stia capitando sul serio con l’Iran sui diritti umani. Se le dichiarazioni ufficiali siano solo un contentino all’opinione pubblica italiana (che nella stragrande maggioranza se ne frega in realtà....) o ci sia qualcosa di concreto.
Spero che vogliano darci informazioni su questo tema e magari colmare quelle lacune che probabilmente abbiamo sullo stato dell’arte dei rapporti con l’Iran.
So perfettamente che si può benissimo lavorare su questi obiettivi dietro le quinte, ma so anche perfettamente (e sia Renzi che Scalfarotto lo sanno) che ciò che non si comunica non esiste. Ed ogni supposizione è giustificata. Questo lo devono non a me ovviamente ma agli italiani ed alle italiane che invece non se ne fregano di quello che succede realmente in Iran.
Enzo Cucco
13 aprile 2016Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-26376359804842429462016-01-22T10:09:00.001+01:002016-01-22T10:10:01.470+01:00AI VESCOVI PIEMONTESI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfiUA3s6hZA3EpnpCws4jwsKTQczd_4RtKeNF0uSxUEhFvlmOFjT4SPe5elcs0iHi8DGG0O6h-XGitY9LSz2N88yaMCSvId4Xt7m7de1tTI_aoHPY7KJTYbkvJATJ50QGWgNqTS5c6ygdJ/s1600/F_d9b12937fc.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfiUA3s6hZA3EpnpCws4jwsKTQczd_4RtKeNF0uSxUEhFvlmOFjT4SPe5elcs0iHi8DGG0O6h-XGitY9LSz2N88yaMCSvId4Xt7m7de1tTI_aoHPY7KJTYbkvJATJ50QGWgNqTS5c6ygdJ/s320/F_d9b12937fc.jpg" /></a></div>
I Vescovi piemontesi hanno preso posizione contro il ddl Cirinnà dicendo un sacco di sciocchezze, ed alcune gravità. Ho cercato di rispondere ed inviato a La Stampa questa replica, che per ora non è stata pubblicata. L'ho fatto anche perchè c'è una sproporzione evidente e massiccia da parte dei giornali nazionali a favore del fronte del NO. E questo è un problema, per tutti e tutte e non solo per le persone lgbti.
Ecco a voi
Caro Direttore,
una presa di posizione improvvida e ignorante dei vescovi piemontesi (nel senso etimologico del termine) ripropone alcune argomentazioni che meritano di non passare inosservate. Innanzitutto: lo sanno i vescovi che sono definite FAMIGLIE quelle formate da persone dello stesso sesso non solo dal buon senso e dalla morale corrente ma anche dalla Corte costituzionale italiana? (sentenza 138/2010). La loro posizione, sia pur legittima (esattamente come chi pensa che il Sole giri intorno alla Terra) è antistorica, antiscientifica e anticostituzionale. Lo possiamo dire?
Avere dei figli non è un desiderio trasformato in diritti, ma una delle parti essenziali del fare famiglia, per etero e per gay senza esclusione. Se si stabilisce che le persone lgbti non possono svolgere le funzioni genitoriali si devono citare le fonti scientifiche e non solo quelle divine, di tale affermazione. Le seconde sono discutibili. Le prime inesistenti: vogliono citare fonti che non siano la natura, o la normalità, visto che sul piano storico, sociologico e scientifico non c’è cosa più cangiante della famiglia stessa?
In terzo luogo la gerarchia cattolica (Chiesa e cattolici sono ben altra cosa e si stano esprimendo in questi giorni, speriamo che abbiano spazio altre voci) ha deciso di giocare il doppio gioco di essere contraria alla manifestazione del 30 e prendono posizione a favore sia informalmente (promuovendo la presenza di parrocchie intere) sia formalmente con Bagnasco, Ruini & C. Ora, non voglio troppo semplificare, ma è mai stata organizzata una tale manifestazione e son stati spesi tanti soldi contro i casi di pedofilia e di malversazione economica di cui sono piene le cronache? Questo non è qualunquismo ma la perfetta fotografia del ritardo storico mostruoso che la gerarchia cattolica ha sui temi della sessualità e della autodeterminazione. Noi aspettiamo sereni le loro scuse, che prima o poi arriveranno. Perché non si rendono conto che accogliere i peccatori e condannare il peccato è cosa anacronistica e grave. Il problema come spesso detto, non sta nella religione, ma nell’antropologia e nella scienza che questa Chiesa ufficiale sostiene ancora. Aggiornatevi perché non solo non c’è pace ma nemmeno pacificazione senza giustizia.
Enzo Cucco
Presidente Associazione radicale Certi Diritti
21 gennaio 2016Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-32141733896241093092016-01-06T20:31:00.001+01:002016-01-06T20:31:53.078+01:00I NOSTRI VERI AVVERSARI<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisHYNhcfZLNc0yt1y7kxco1wdE-EjuDWU4nbUhtuQ62L8aA89QSYHAiK07cpE49SqL-ZK5uc1IJUDSxDtnTulWXAb3UaZKdTDPgT66lDfNeLC3sw0sENbk8ofK_95Ky9F55A00PKxze9UA/s1600/beppe-fioronie.jpg" imageanchor="1" ><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisHYNhcfZLNc0yt1y7kxco1wdE-EjuDWU4nbUhtuQ62L8aA89QSYHAiK07cpE49SqL-ZK5uc1IJUDSxDtnTulWXAb3UaZKdTDPgT66lDfNeLC3sw0sENbk8ofK_95Ky9F55A00PKxze9UA/s320/beppe-fioronie.jpg" /></a>
Quanto sta capitando in Parlamento sul ddl Cirinnà è la dimostrazione di quello che ho sempre sostenuto ed è stato chiaro da sempre: il princiale ostacolo ad una chiara, esplicita, europea, presa di posizione di riforma del diritto di famiglia e di estensione del matrimonio egualitario arriva da dentro il PD, e non da fuori. I numeri infatti lo hanno sempre reso evidente: il problema era al Senato e la somma dei voti PD, M5S e SEL è sufficiente per avere la maggioranza. E magari altri singoli senatori e senatrici si aggiungeranno. Ma la maggioranza potrebbe scricchiolare se avremo il voto segreto sugli emendamenti contro la cosiddetta stepchilde adoption, già annunciati e presentati da Lepri & C. Molto si deciderà in aula, e molto dipenderà dalla sostanza degli emendamenti che saranno presentati e da come reagirà il fronte del SI, ed è quindi prematura ogni valutazione definitiva del Cirinnà. L’Associazione radicale Certi Diritti insieme a tantissime altre Associazioni italiane ha già espresso forti riserve su questo ddl, passato dalle forche caudine del percorso di compromesso che è stato attivato e perdendo per strada la sua carica più forte di riforma. Un percorso inutile per recuperare NCD (ma lo sapevamo che avrebbero votato NO a qualsiasi cosa seria, la loro è una posizione ideologica e identitaria che non ammette altro che quelle fesserie giuridiche che hanno proposto) ed utile solo per smussare le opposizioni interne al PD e forse qualche altro mugugno di casa liberale. E senza parlare di FI, in balia di se stessa anche su questo tema. Ma evidentemente non basta, ed in aula gli stessi renziani si apprestano ad una sceneggiata indegna proprio sulla adozione da parte del coniuge dello stesso sesso, forti della posizione recentemente assunta anche da molti intellettuali di area, contrari alla GPA (ma cosa pensano sulle adozioni?) e dalla fortissima posizione assunta dalla Chiesa su questo tema. Ovvero: per evitare una cosa (la GPA) ne distruggono un altra (il ddl Cirinnà).
I renziani, apparentemente contro la posizione del loro leader, si apprestano quindi a privare questa riforma di una parte importante e si assumono una responsabilità storica sull’azzoppamento di una riforma necessaria. Lasciando i diritti sociali (reversibilità, assistenza in ospedale, ecc) che peraltro non potevano essere ulteriormente negati, e facendo pasticci sulla parte dei patti di convivenza, giusto per renderli meno accessibili e quindi meno concorrenziali al matrimonio eterosessuale. E rinviando di anni la piena equiparazione dei figli e delle figle nati dentro ad una unione dallo stesso sesso. Già perchè il referendum abrogativo lo hanno già annunciato, e quindi il sistema politico (quello giudiziale?) starà fermo fino a quando si celebrerà questo evento, un paio di anni da oggi, più o meno.
La notizia di oggi (i più informati già lo sapevano da molto tempo) è che i renziani hanno un potente alleato nel Presidente della Repubblica: non fatevi infinocchiare dalle solite dichiarazioni sul “non tirare la giacchetta”, “indipendenza” e stupidaggini varie: le pressioni ci saranno eccome, bisogna vedere quanto il Presidente farà da terzo muto tra i contendenti (la chiesa cattolica e il parlamento) o quanto vorrà intervenire nelle forme che riterrà più efficaci. Ma di certo questa è una carta potente che il fronte del NO camuffato (i cattolici del PD intendo) hanno nella loro faretra, anche solo nella sua forma di pressione indiretta.
Che fare? Abbandonare ogni velleità di incidere direttamete sul dibattito attuale del Parlamento. Forse si sarebbe potuto intervenire con più decisine prima (forse...) ma il sistema politico è impermeabile rispetto alle posizioni del movimento lgbti, e segue logiche del tutto diverse. Facciamocene una ragione: le posizioni pià adeguate alla realtà non passeranno e non serve a nulla fare gli indignati da facebook. La carta vincente sono gli elettori, è l’opinione pubblica, è la società che sta cambiando ed è giàmolto cambiata su questi temi.
Dobbiamo ricordarci degli anni del divorzio e dell’aborto, invece. Prepararci ad un referendum abrogativo che i cattolici trasformeranno in una ira di Dio (appunto) del “giù le mani dai bambini” ed attrezzarci al meglio con argomenti e soldi (quanti ne ha spesi ad oggi il fronte del SI, e quanti il fronte del NO ?) per gli anni a venire di riforme da attuare. Abbiamo tempi lunghi davatnti a noi, e non possiamo permetterci nessun calo di tensione, ed anzi dobbiamo affinare al meglio le nostre armi strategiche e comunicative. Per trasformare i cattolici del PD da nostri avversari a nostri alleati. Proprio come capitò per il divorzio e per l’aborto.
Enzo Cucco
5 gennaio 2016Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-85773645449402476622015-12-08T01:18:00.001+01:002015-12-08T01:19:28.298+01:00L'ETEROGENESI DEI FINI DI CHI NON VUOLE LA GPA
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgglxoDJhFD3LHEG6pWzsbuAtH5Fo5lrpzLns4G1hqphxAPobsPnELf_aezM2GYRP3tvXkv-orarc-ahP7Emb-HhBQWzpKFoJ6Y4B5yCZOtlaIYgzTytffqzdwpIxcoCAhh4pNXYo-rGr-8/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgglxoDJhFD3LHEG6pWzsbuAtH5Fo5lrpzLns4G1hqphxAPobsPnELf_aezM2GYRP3tvXkv-orarc-ahP7Emb-HhBQWzpKFoJ6Y4B5yCZOtlaIYgzTytffqzdwpIxcoCAhh4pNXYo-rGr-8/s320/1.jpg" /></a></div>
L'appello di Libere contro la GPA (Gestazione per altri) non è l'appello del femminismo italiano. Per favore non si cada nell'errore di considerarlo tale. E leggendolo nella sua scarna integralità ( http://www.cheliberta.it/2015/12/04/appello-che-liberta/ ) se ne capirà il perchè.
Non mi riferisco alle tante prese di distanza (anche tra i firmatari e le firmatarie) che in queste ore si moltiplicano, ma dalla sua sostanza. E tra i tanti argomenti possibili (obiettivi, tempi, contraddizioni interne, assenze) ne scelgo due che mi paiono illuminanti.
Innanzitutto l'excusazio non petita di quella frase "Siamo favorevoli al pieno riconoscimento dei diritti civili per lesbiche e gay": suona come quando un Alfano qualsiasi afferma "mica sono contro i diritti dei gay, ne ho molti fra i miei amici ...". Ora, a parte i toni (fastidiosi assai) qualche confusione c'è nel documento: diritti civili? E le adozioni per single e persone lgbti rientrano tra questi diritti? Pensate davvero che un tale documento possa favorire l'approvazione del ddl Cirinnà togliendo di mezzo il più grosso ostacolo a che i vari Fioroni, Lepri e compagnia possano votarlo? Excusatio non petita accusatio manifesta, appunto ....
Il secondo argomento è contenuto nella frase finale "il desiderio di figli non può diventare un diritto da affermare a ogni costo". Non a caso al primo collegato, e non a caso stra utilizzato (forse le firmatarie non lo ricordano) da Ferrara e da Roccella all'epoca di quella sciagurata Legge 40, si proprio quella fatta a pezzi dalla corte costituzionale. Nessuno mai ha sostenuto che il desiderio di avere figli sia un diritto. Mai e nessuno. E' una balla inventata di sana pianta per sostenere che avere figli è un capriccio. Qui stiamo parlando dei diritti di bambini e bambine che esistono, ed i diritti dei bambini sono, questi si, reali. Lo dice il diritto e lo dice il buon senso. Dove stanno i diritti dei bambini e delle bambine che crescono (bene ma senza diritti) in coppie dello stesso sesso? Quali soluzioni offrite che non siano le offensive affermazioni di Lepri & C.? Forse un pò di coerenza ci vorrebbe perchè quella farlocca affermazione manda all'aria decenni di cultura a favore delle adozioni (e parlo delle adozioni di coppie eterosessuali) come se fare figli fosse appannaggio di coppie eterosessuali "per natura". Con tutto quello che questo concetto significa.
Ma la cosa più grave è cosa questo documento ha prodotto: l'esatto contrario di quello che si proponeva. Stiamo tutti discutendo di GPA inducendo che il ddl Cirinnà ne parli. E non si parla del ddl Cirinà, appunto, di matrimonio e uniovi civili, insomma della sostanza del dibattito oggi all'ordine dek giorno. Dimenticandosi decenni di riflessioni e pensiero sull'autodeterminazione, sulla responsabilità legata alla libertà, sulla forza della legalizzazione contro i soprusi e le violenze prodotte dall'illegalità. Tutte cose sulle quali il femminismo (l'altro) ha detto cose importanti che dovrebbero essere patrimonio di tutti e tutte.
Invece ci si concentra, oggi, sul No alle GPA: un falso da tempo sbandierato da tutti coloro che sono contrari a questo disegno di legge. E che lo rimarranno. Una vera eterogenesi dei fini. Complimenti, davvero.
Enzo Cucco
http://gayindependent.blogspot.it/
8 dicembre 2015Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-61394982387351476672015-07-11T13:00:00.000+01:002015-07-11T13:00:51.532+01:00LA CEI DICE OK ALLE UNIONI CIVILI? A DENTI STRETTISSIMI E TENTANDO DI STRAVOLGERLE (AGGIUNGO IO). ATTENTI SEMBRA UNA BUONA NOTIZIA .....
<a href="http://www.lastampa.it/2015/07/11/italia/cronache/la-svolta-storica-della-cei-unioni-civili-come-male-minore-gDdpdmcDR7o6sHZWh7iRkI/pagina.html"></a>
Il retroscena raccontano da Fabio Martini su La Stampa di sabato 11 luglio 2015 ( e solo su di essa mi pare …… ) è importante per capire cosa stia realmente accadendo in parlamento sulle unioni civili.
Lo avevamo detto e pronosticato tanto tempo fa, e finalmente viene alla luce: la chiesa ha impedito in tutti i modi e con tutte le forze qualsiasi legge di riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso. Ora che l’aria è davvero cambiata applicano il principio del male minore e stanno cercando di depotenziare al massimo il testo all’esame del Senato perchè passi un istituto che non somigli neanche lontanamente al matrimonio, tenendo lontanissima la possibilità di adottare.
Lo disse Ruini tanti anni fa e siamo ancora qui a discuterne. In termini nuovi ma la sostanza è la stessa. E in larga parte ci sono già riusciti visto che il testo oggi in discussione al Senato (a proposito: quando verrà discusso dall’aula visto che siamo ancora alla discussione in commissione) è già largamente deficitario ed ha ceduto su parti importanti della sia pur incompleta impostazione originaria.
E non c’è nulla di nuovo in questa strategia, se non la forma: la applicarono papale papale quando si discuteva di divorzio, aborto, scuole e ora di religione, tasse sui beni eclesiastici e via enumerando.
E chi sta svolgendo il “lavoro sporco”? Non le macchiette buone a riempire le cronache dei nostri quotidiani, alla Giovanardi, Roccella, Meloni, e tutta NCD cantando. Il lavoro sporco lo sta compiendo l’ala cattolico-fondamentalista del PD, e si chiamano Fioroni, Lepri, Bobba, Patriarca….. NCD si è chiamata fuori e cerca di capitalizzare il NO assoluto, certo una minoranza nel Paese ma una minoranza molto allettante per il loro modesto peso elettorale: NCD infatti viaggia intorno al 2,5 / 3% mentre la somma di coloro che sono contrari anche alle unioni civili si aggira di sicuro sopra il 30%. Un buon pascolo dove cercare adepti no?
FI non è in grado di intendere e di volere e farà quello che Ruini e Bagnasco gli dirà di fare. Mentre, ripeto, chi sta minando la discussione ed il risultato ottenibile sono deputati e senatori interni al PD. E su di loro che si devono concentrare i nostri sforzi (non so come ma quella è la strada) ed è da loro che ci dobbiamo attendere gli ultimi colpi di coda in commissione e in aula, perchè non molleranno di sicuro. Il problema è quindi interno al PD, altro che sciopero della fame contro l’ostruzionismo di NCD.
Rimane l’incognita M5S loro ripetono che voteranno la proposta che arriva in aula se il movimento lgbti darà il suo ok. E cercare di intervenire prima per evitare che facciano a pezzi la legge? E se poi noi diciamo che non va bene e loro votano no chi glielo racconta al PD che il loro gioco non ha funzionato?
Enzo Cucco
Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-59305905793004265762015-06-29T19:32:00.000+01:002015-06-29T19:33:47.356+01:00LE COSE CAMBIANO DAVVERO
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2LK-Hz0aOt45QGEd7xmvb3Oon_fTHfg4eYEolE4GcjTUXDMkYM3rKaZW3bHwqzCJk6uHvU4OcM9Bjn0E3cZE8doFwKKn-yofkdAyonslVba21M0uLpdtZ6zNFZMceQsoZTx_5kJ-ndp-w/s1600/chiamparino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2LK-Hz0aOt45QGEd7xmvb3Oon_fTHfg4eYEolE4GcjTUXDMkYM3rKaZW3bHwqzCJk6uHvU4OcM9Bjn0E3cZE8doFwKKn-yofkdAyonslVba21M0uLpdtZ6zNFZMceQsoZTx_5kJ-ndp-w/s320/chiamparino.jpg" /></a></div>
Non so se ve ne siete accorti ma oggi La Stampa (lunedì 29 giugno 2015, cronaca di Torino, p. 49) riporta una dichiarazione di Sergio Chiamparino che, nel suo piccolo, ha dello storico. Il presidente della Regione Piemonte dichiara che: " è necessario che il Parlamento superi ogni indugio e legiferi per riconoscere l'istituto giuridico del matrimonio anche per persone dello stesso sesso". E poi "Soluzioni intermedie possono essere utili ma non sufficienti a collocare il nostro Paese nel gruppo di coloro che accompagnano, e non subiscono, la vera e propria rivoluzione civile che è sotto i nostri occhi e che interroga la coscienza di ciascuno di noi".Beh, son soddisfazioni! Chi a Torino ha seguito il percorso del Presidente sa che questo passaggio era possibile, ma niente affatto scontato. Ricordo benissimo le posizioni caute, al limite della timidezza istituzionale che accompagnarono la sua posizione quando, lui Sindaco, si svolse il grande Pride nazionale del 2006. E la tanta acqua passata sotto i ponti, dal matrimonio simbolico di Deborah e Antonella attraverso Barak Obama, gli USA e la Francia, per chiudere con la splendida vittoria del referendum irlansede e la storica sentenza della Corte suprema degli USA.Le dichiarzioni di Chiamparino sono tanto più importanti perchè sono in bocca ad un poltiico abile e molto sensibile. Il primo che nel PD costruì e governò con una coalizione che si appoggiava ai Moderati (che in fatto di diritti ....). Un renziano ante litteram, di sicuro lontano dalla sinistra di quel partito e portavoce dell'anima liberal (nel senso USA del termine) del PD.Son soddisfazioni, certo, per chi ha creduto nella crescita culturale della classe politica italiana, e le dichiarazioni di Chiamparino ne sono un esempio. Ma sono un buon viatico per la discussione in Parlamento della proposta di legge Cirinnà. E sono una indicazione chiara di merito rispetto all'impegno di tutti e tutte noi: puntare sui tanti Chiamparino che anche nel PD ci sono è la carta vincente. Non so se per portare a casa il matrimonio egualitario, di sicuro per evitare che il testio della Cirinnà ulteriormente stravolto.Grazie Sergio Chiamparino, e benarrivato!
Enzo Cucco
http://gayindependent.blogspot.it/
29 giugno 2015
PS:brave e bravi ai compagni ed amici del Coordinamento Torino Pride lgbt. Non solo per il grande successo anche di quest'anno, ma per la costanza con la quale il dialogo è stato coltivato in questi anni. Sono orgoglioso di essere parte di questa storia!Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-48970194794219452022014-10-24T15:21:00.000+01:002014-10-24T15:21:50.394+01:00CONTRO LA DISSIMULAZIONE<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdIQZiMix5kk8-C9GdSRLoCzNI3f3L1TpYCWLWmpiS77aiQyq9onB4RaiZxXjgJbyuuy3-zxFd97h45clQm9bswjDIDYwIOZmZ8rFGFUZ0eBwRTKykPm-Im_UrGynGAkZkvxFSSsjurXHe/s1600/foto.jpg" imageanchor="1" ><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdIQZiMix5kk8-C9GdSRLoCzNI3f3L1TpYCWLWmpiS77aiQyq9onB4RaiZxXjgJbyuuy3-zxFd97h45clQm9bswjDIDYwIOZmZ8rFGFUZ0eBwRTKykPm-Im_UrGynGAkZkvxFSSsjurXHe/s320/foto.jpg" /></a>
Non so se Renzi (e i renziani) conoscano il volumetto "Della dissimulazione onesta" di Torquato Accetto, e se ne stiano applicando i principi alla politica di questi mesi. La strategia renziana, in realtà, sembra tanto una macedonia di machiavellismo da wikipedia, gustoso senso comune, grande abilità comunicativa e un continuo tatticismo che costringe il suo leader ai soliti zig zag (forse poco percepibili a chi non fa politica) per raggiungere obiettivi per il momento al di sotto delle aspettative. Il tono usato nel discorso pubblico è quello di chi se ne infischia delle critiche, pronto invece a trattare la sostanza delle riforme che vuole far passare (questo è il suo grande merito in realtà, la determinazione e la caparbietà con cui persegue i suoi obiettivi) con l'unico vero potere che oggi lo può condizionare. Che è il voto parlamentare. Giocando con abilità e coraggio su tutti i tavoli possibili, ma di fatto, almeno fino ad oggi, governado con FI.
Lo sapevamo dalla sua elezione che così sarebbe andata: di volta in volta tentare un forno diverso in cui cuocere il pane ed anche un pò di companatico. Ma se da una parte la sirena sedutrice di Berlusconi non vedeva l'ora che questo si avverasse (e si sta puntualmente avverando) dall'altra Polifemo 5 Stelle con un occhio solo e pure accecato, preferisce sottrarsi alla mediazione e aspettare, invano, che il cadavere passi lungo il fiume.
Esco dal gioco dei riferimenti e cerco di spiegarmi facendo l'esempio di quanto sta accadendo sul tema del riconoscimento dei diritti e dei doveri delle coppie formate da persone dello stesso sesso (mi ostino a usare la definizione più lunga ma anche più corrretta delle sbrodolature su unioni civili che si leggono sulla stampa) dicendo subito che in questo caso (come in molti altri) il gioco della dissimulazione mostra tutti i suoi limiti.
Il tema è chiarissimo ormai a tutti coloro che vogliono comprendere cosa stia accadendo: se da una parte l'ostacolo a qualsiasi cosa (ripeto a qualsiasi cosa, se non le sciocchezze sui diritti individuali di ruiniana memoria e rutelliana cronaca) si sta riducendo ai confini della parte più confessionale della politica italiana, dall'altra la mossa renziana di ingelosire (e impensierire) Ncd con i contatti con Berlusconi sta producendo i risultati che abbiamo sotto gli occhi: annunci di grandi riforme. Ma solo annunci.
Se proprio non vogliamo fare il processo alle dichiarazioni e andiamo alla sostanza dissimulativa appare chiaro il rischio altissimo che stiamo correndo. Non è difficile interpretare le parole dei due leader, che non perdono occasione per definirsi distinti e distanti ma, di fatto, si accordano su tutto. O perlomeno fanno intendere che sia così. E questo produce (sempre) uno slittamento dell'obiettivo da quello virtuale (riconoscimento delle unioni) a quello reale (nuova legge elettorale). Non nego che qualcuno da qualche parte si stia accordando su cosa realmente si intenda per unione cvile alla tedesca, ed ora più che mai dobbiamo attendere il testo scritto annunciato dal Governo senza farci imbambolare dai twitter. Scalfarotto da una parte ( che dissimulando dissimulando è diventato il rappresentante del Governo italiano sulle tematiche lgbti ormai quasi ufficialmente, manca solo il decreto di delega) e la Carfagna dall'altra di cosa avranno mai parlato nel loro incontro (sempre che ci sia stato ....)?. Ovviamente noi sappiamo tutto di cosa è accaduto e di cosa si è parlato nella cena ad Arcore ..........
Ma il problema sta tutto qua: entrambi i leader sono molto più interessati alla strategia politica piuttosto che all'obiettivo. Almeno sul tema delle unioni civili. E lo stesso tema è diventato merce di scambio nel balletto di cortesie e dispetti di PD, NCD e FI, dove l'obietivo vero è la sopravvivenza politica, sia di questo parlamento che dei singoli partiti. E non spenderanno nemmeno un minuto (Renzi compreso) a ritardare il sacrificio di una qualche buona legge in cambio di un qualche interesse particolare. La dissimulazione, in altre parole, non è lo strumento per raggiungere obietivi difficili, ma quello per imporre la propria leadership su uno schieramento o un altro.
Non mi stupisce che sia così. Ma mi preoccupa molto perchè potrebbe sortirne una legge più che orribile, inutile.
Ecco perchè continuo a pensare testardamente che di cose concrete dobbiamo parlare: il testo del disegno di legge del Governo dove sta? Perchè non lo tirano fuori anche se si discuterà ala fine delle riforme? Tempi certi per la sua approvazione? Differenze con il testo Cirinnà? E non inseguire le quotidiane e narcisistiche dichiarazioni , da una parte all'altra.
Enzo Cucco
24 ottobre 2014
PS: Non mi stupisce, anzi sono lieto che le posizioni di Berlusconi stiano cambiando, ma certo un pò di preoccupazione ce l'ho di fronte a tanta sicumera nell'affermare addirittura che FI è sempre stata per le unioni civili e lo ius soli: è stato presidente del Consiglio per anni, a capo di una maggioranza che quando voleva essere tetragona lo è stata. Perchè non ci ha pensato prima?
Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-32989272834587564162014-09-16T17:31:00.001+01:002014-09-16T17:45:39.393+01:00DICIAMOCI LA VERITA'<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7O6bPtdCc8uNA39BgLLnXYAGQCGjD-lkrVFLpI-NnXiSVH7CoLc7bjnE-oh-UrYzWKz3BMctFJ_FO1NORhhtnFoXSWjci8dvLbWt8ECMKdcKbo2UQjww6HPyKwfTcX1u1VE0wt7cFHRxE/s1600/merola.jpg" imageanchor="1" ><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7O6bPtdCc8uNA39BgLLnXYAGQCGjD-lkrVFLpI-NnXiSVH7CoLc7bjnE-oh-UrYzWKz3BMctFJ_FO1NORhhtnFoXSWjci8dvLbWt8ECMKdcKbo2UQjww6HPyKwfTcX1u1VE0wt7cFHRxE/s320/merola.jpg" /></a>
E' necessario spendere qualche parola sulle notizie che dilagano sui media in merito alla trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero. Mi riferisco alle iniziative assunte dal Comune di Bologna perchè sono le più documentate e commentate in questo periodo. Intanto per non ingenerare false aspettative tra le tante coppie sposate. In secondo luogo per non copiare quel fastidiosissimo (ed in alcuni casi colpevole) metodo tipico del fronte del NO (fondamentalisti vari) che sulle false informazioni costruiscono vere e proprie campagne. La menzogna della libertà di espressione o quella della lobby vincente son lì a dimostrarlo. Se vinceremo sul matrimonio egualitario bisogna farlo in verità.
Ovviamente non mi riferisco ai comunicati del Sindaco di Bologna e delle coppie interessate che hanno mantenuto abbastanza il senso dell'iniziativa, ma soprattotto ai media nazionali che senza andare fino in fondo (poche eccezioni ....) hanno fatto passare questo atto come una vera e propria trascrizione.
Non è così, e lo dice lo stesso Sindaco nelle sue Disposizioni molto chiaramente ( http://www.comune.bologna.it/sites/default/files/documenti/Disposizioni%20del%20Sindaco%20su%20trascrizione%20matrimoni%20omosessuali.pdf ): in quarta pagina, prima del dispositivo, si dice esplicitamente " Precisato che la trascrizione negli archivi informatici dello stato civile non ha effetto costitutivo di diritti e obblighi giuridici soggettivi, limitandosi ad avere, invece, efficacia meramente dichiarativa, idonea a rendere pubblica l'esistenza di un atto già di per se valido, secondo la legge dello Stato in cui è stato posto in essere ....".
Questo significa che dalla trascrizione non scaturirà alcun diritto o dovere equiparabile a quello che capita con la trascrizione dei matrimoni tra persone di sesso opposto. Per il semplice motivo che in Italia non esiste alcun status giuridico equivalente, ne matrimonio ne unione civile. Io non so se il Comune ha approvato un atto che riconosca a questi matrimoni la natura di famiglia ed applicchi anche a queste i diritti e i doveri che prevede come Comune nell'ambito delle sue competenze. Perchè è tutto quello che può fare di concreto.
In più il Comune di Bologna può, così come tutti gli altri Comuni d'Italia, costituire tutti gli elenchi ed i registri che ritiene (che è il motivo fondamentale per cui i Registri delle Unioni sono stati ritenuti legittimi) ma la ricaduta del riconoscimento di questi atti è competenza eclusiva dello Stato, perchè così funziona in Italia lo stato civile. Ridicolo quindi che il Prefetto di Bologna si opponga a questo gesto, che rientra tra le iniziative ad altissimo valore politico, ma non viola alcunchè.
Chiarito quindi che il valore giuridico di queste cosidette trascrizioni è paragonabile a quello della Istituzione del Registro, rimane la questione politica, che invece è notevole.
E' la prima volta che i Sindaci di grandi cità si muovono su questo tema. Parlo di Napoli, Bologna e di alcuni altri Comuni medi e grandi. E purtroppo spiccano il silenzio delle azioni, non quello delle dichiarazioni, di Milano, Roma, Palermo, Bari e soprattutto Torino il cui Sindaco, come sapete è anche Presidente dell'ANCI ed il Comune svolge le funzioni di segretariato della Rete READY.
Forse ricorderete l'importanza che la campagna lanciata negli USA proprio dai Sindaci delle grandi città sul matrimonio egualitario ha avuto per l'avanzamento di questa battaglia in quel paese ( http://www.freedomtomarry.org/pages/mayors-for-the-freedom-to-marry ) e la mia associazione si è ispirata proprio a questa iniziativa proponendo ad alcuni Sindaci il lancio di un manifesto appello in favore del matrimonio egualitario. Ma a parte De Magistris nessuno ha colto l'iniziativa.
Ora sembra che le cose si muovano un poco. Ed è la vera notizia positiva, perchè è una ottima notizia che Sindaci di grandi città italiane prendano posizione esplicita su questo tema. A condizioe che ci sia una maggiore chiarezza su quale è l'obiettivo di queste iniziative dimostrative, cioè il matrimonio egualitario, senza le ambiguità su generici richiami ad una legge parlamentare che si preannuncia tutto tranne che la semplice estensione del matrimonio.
Niente più ambiguità, che le parti si esplicitino fino in fondo. E la valutazione verrà data (da chi vota così come da chi fa parte di quei partiti) più chiaramente su cosa esattamente stiamo discutendo.
Enzo Cucco
Associzione radicale Certi Diritti
16 settembre 2014Enzo Cuccohttp://www.blogger.com/profile/17671158896959320981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3504738857376052750.post-53583053341895433622014-08-11T16:42:00.005+01:002014-08-11T16:51:58.422+01:00FRITTATE VELENOSE
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLWTgZnAqnOkAZsM3w8nyLF0tAqrGQdLnU38JxxjxigqxAjPd3CUa3nKDwGxwK66ddcTptUsMMPHwnqvZV-0KRlEN0YNpz9DK3PT5tFyYHEIBJR-stxa6vWh8nrgoa9rapiNwQuxyPXRFu/s1600/frittata.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLWTgZnAqnOkAZsM3w8nyLF0tAqrGQdLnU38JxxjxigqxAjPd3CUa3nKDwGxwK66ddcTptUsMMPHwnqvZV-0KRlEN0YNpz9DK3PT5tFyYHEIBJR-stxa6vWh8nrgoa9rapiNwQuxyPXRFu/s320/frittata.jpg" /></a></div>
La riforma della costituzione appena votata al Senato può essere criticata per molti motivi, ma ce ne è uno che mi sta a cuore, e dovrebbe esserlo per tutti e tutte coloro che attendono da anni quelle riforme nel campo del diritto di famiglia di cui il Paese ha bisogno. Parlo di quella vera e propria frittata velenosa servitaci con un emendamento della Lega Nord ( primo firmatario Candiani, sottoscritto da Casson e votato dalla maggioranza dei senatori, con l'apporto del voto di alcuni PD, SEL e M5S). L'emendamento, cioè, che definisce per il nuovo Senato anche la competenza sui cosiddetti temi etici è davvero velenoso. Tanto più perchè non è così evidente come una delle solite stupidaggini alla Giovanardi ( obiettivo privilegiato dell'indignazione sui media) ma più sottile e infititamente più pericoloso.
Mi spiego: leggete con attenzione il testo della riforma costituzionale approvato in prima lettura al Senato ( http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLMESS/800851/index.html?stampa=si&part=ddlmess_ddlmess1-articolato_articolato1&spart=si&parse=si ). Come potete vedere grazie a quell'emendamento l'articolo 55 della costituzione restringe le aree di competenza del nuovo Senato, facendo salve, tra le altre, quelle relative all'articolo 29 (matrimonio) ed all'articolo 32, secondo comma (obbligatorietà dei trattamenti sanitari) della costituzione.
Alcune riflessioni per non abbandonarci alle solite contumelie a vanvera:
La prima, più evidente, è che si tratta di un emendamento mirato, non alle "questioni etiche" in generale, ma a quelle che più stanno a cuore l'ìntegralismo cattolico odierno, ovvero matrimonio egualitario e fine vita. Niente di più falso quindi sostenere che si tratti di un emendamento di salvaguardia, ma un estemporaneo tentativo di zeppare i processi di riforma possibili con un intoppo in più, che è l'unica strategia che si legge dietro questo emendamento.
Il richiamo al secondo comma dell'art. 32 è francamente incomprensibile, limitando il diritto di intervento del Senato non a tutto il tema della salute, bensì' solo a quello relativo all'obbligatorietà di certi trattamnenti sanitari (come per esempio il TSO o i trattamenti sanitari per epidemie). Va da se che una definizine dell'ambito specifico di ricaduta di questo principio non è affatto limitata alla sfera della normativa sanitaria, bensì anche di quella ambientale e dell'agricoltura: c'è qualcuno, infatti, che si sognerebbe di escludere la ricaduta sulla salute delle persone di eventuali trattamenti sanitari obbligatori in questi ambiti? E non è evidente anche ai bambini che l'obiettivo è quello di salvaguardare le competenze del Senato proprio a quegli atti che, al fine vita come all'inizio vita, fanno riferimento? Non certo al TSO....
La seconda: ancora più amnbiguo è il richiamo all'articolo 29 della costituzione: anche qui, qualncuno sano di mente, potrebbe escludere con certezza che buona parte del diritto civile (regime fiscale, tributario e patrimoniale) non abbia ricadute sulla famiglia? Non è chiaro forse che l'intento dei presentatori è quello di mettere una zeppa nel processo di interpretazione che l'articolo 29 deve necessariamente prevedere per la riforma del diritto di famiglia stante le attuali, anacronistiche e discutibilissime posizioni della corte costituzionale?
Come vedete il bicameralismo è rientrato dalla finestra dopo essere uscito dalla porta. E tanti auguri per gli anni di interpretazioni e sentenze di legittimità costituzionale.
Non c'è bisogno di ripescare il vecchio adagio che il diavolo si nasconde nei particolari (ed i cattolici hanno ottima esperienza dei diavoli) perchè da sempre la strategia dell'integralismo cattolico (oggi condito alla celtica grazie l'attivismo leghista, ancora più conformista del dovuto grazie al complesso di colpa nei confronti della chiesa catolica sulle proprie posizioni anti-immigrati) ha fatto perno sulla famosa "strategia della zeppa". Riassumibile in poche parole: rendere difficile, irto di difficoltà, tortuoso ogni percorso riformatore, con il solo obiettivo di ritardare e diluire l'effetto delle stesse. Prove: basta guardare a tutta la storia recente dell'Italia per capire come si tratta di una vera e propria strategia, raffinata nella sua semplicità, ed a suo modo efficace. Che passa dalla natura "punitiva" della legge sul divorzio (quanti anni ci vorranno per il divorzio breve?), alle piccole false riforme sui cosiddetti figli naturali. E il doppio cognome? E, cambiando ambito, la mega questione del pagamento delle tasse (tutte) per gli istituti religiosi e le loro opere? E la questione delle scuole paritarie, compresa la scleta delìgl insegnanti? E tutta la melina fatta pe ril posizionamento dell'ora di religione nell'orario delle scuole statali? Ultimo: la vergognosa posizione del Governo, non solo del Ministro NCD alla salute, sulla necessità di un dibattito parlamentare per emanare un Regolamento sulla fecondazione eterologa, dopo le sentenze delle corti, insieme al blocco "cautelativo" di ogni libera e legittima iniziativa.
Tutto sempre con lo stesso obiettivo: traccheggiare, prendere tempo, studiare ulteriori zeppe in nome della libertà di espressione, uno dei diritti fondamentali di gran moda nel mondo della maggioranza cattolica quando esso può tornare utile per agire in modo coercitivo contro una parte della popolazione, maggioranza o minoranza che sia.
Ma, come ripeto da anni, la cosa più incomprensibile per me, è la posizione di chi a sinistra fa finta di non capire. Anzi magari capisce e condivide ma ti guarda con la supponenza di chi la sa più lunga di te e ti risponde: si certo pero....
I primi sono quelli che sono contrari alla riforma costituzionale. Posizione legittima, e visto il risultato della prima votazione, non affatto priva di pezze giusitificative. Ma perchè, di grazia, farsi ancora più male con l'emendamento approvato? Perchè sostenerlo e con esso la strategia del fronte del NO? Non è forse questo un atto di masochismo politico pernicioso a cui la sinistra ci ha abituato da anni ed a cui non riesco ad assuefarmi?
Poi ci sono quelli che ci credono, e rispondono che va bene così perchè un secondo livello di approfondimento è necessario per materie di così grande rilievo etico. Ora, di grazia, ci spiegate perchè sarebbero di grande rilievo etico le due questioni citate e non tante e tante altre? Ed in base a quale ragionamento davvero perverso (nel senso etimologico del termine) voi potete credere che un Senato di 100 persone selezionate con quei criteri che la legge ha individuato (prive cioè sia di competenze specifiche e della legittimazione che arriva dal voto popolare) dovrebbe essere garantista? Non abbiamo forse di fronte agli occhi una storia di bicameralismo che, almeno dagli anni '80 (per quanto ci riguarda dall'approvazione della Legge 164) ha dimostrato che in realtà le uniche due funzioni dello stesso sono nel ritardare anche sine die ogni riforma, od agire affinchè il compromesso sia al massimo ribasso possibile?
La posizione di chi mi guarda paterno e mi fa pat pat sulla spalla dicendomi "stai tranquillo tanto il nuov senato sarà sempre a maggioranza di sinistra visto che è espressione dele autonomi locali" mi indigna ancor di più, se possibile.
Siamo di fronte alla stessa posizione di sempre: quello che davvero interessa è far dispetto alla propria moglie attraverso la ben nota pratica castratoria.
Che cosa succederà adesso?
Abbiamo di fronte due strade, tanto per semplificare: la prima è che la maggioranza PD, FI ed NCD vada avanti col suo compromesso, blocchi ogni ulteriore aggiustamento e tiri dritto per le tre votazioni che rimangono. E non me lo auguro.
La seconda è che abbiano ragione i tanti soloni che sorridendo in questi giorni dicevano sottovoce "tranquilli, tanto alla Camera si aggiusta tutto". E allora spero che qualcuno si ricordi di questo obbrobrio di emendamento, che abbia il coraggio di cancellarlo e sappia smascherare la sceneggiata sulla libertà di espressione e la rilevanza dei temi etici che ad esso sono collegati.
Sta a tutti e tutte noi, alla nostra capacità di iniziativa politica, far si che il detto "La speranza è 'ultima a morire" non sia solo consolatorio. Ma impegno.
Enzo Cucco
presidente Associazione radicale certi diritti
11 agosto 2014
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