sabato 15 febbraio 2014

UNA GUERRA INCOMPRENSIBILE E PERICOLOSA

L'ex Vice Ministro alle pari opportunità Cecilia Guerra ha comunicato il 14 febbraio scorso di aver censurato il direttore dell'UNAR perchè avrebbe distribuito, senza un preventivo assenso del Ministero, tre opuscoli prodotti dall'Istituto Beck in base ad un contratto sottoscritto nel 2012, intitolati "Educare alle diversità a scuola". L'atto ha dell'incredibile perchè raramente un provvedimento discilinare viene comunicato attraverso un comunicato stampa, per di più l'ultimo giorno di Governo. Sconfessando, inoltre, una attività già ampiamente approvata dall'UNAR stesso. Che cosa è accaduto ? Nella prima parte del comunicato il viceministro dichiara che il materiale è stato distribuito nelle scuole senza il suo assenso. Non so se sia vero (non mi pare infatti che il materiale sia stato ancora distribuito), e soprattutto non so se sia necessario che il Vice Ministro debba autorizzare tale distribuzione. Chi ha un pò di dimestichezza con la pubblica amministrazione sa che l'autorizzazione all'uso di loghi, soprattutto quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri, prevede procedure precise, e controlli a tanti livelli. Il livello politico non ha e nemmeno potrebbe avere un controllo specifico di tutto il materiale prodotto dai vari Dipartimenti: i vari uffici passerebbero giorni a far questo lavoro. ma soprattutto la legge italiana prevede una differenza, ed una autonomia, del livello amministrativo da quello politico molto netta. Il controllo deve essere fatto dal Dipartimento e dagli Uffici della Presidenza del Consiglio che hanno autorizzato all'uso dei loghi, ed ancora prima hanno sottoscritto il contratto. Se qualcuno ha sbagliato è sicuramente anche a quel livello. In più la distinzione tra livello amministrativo e livello politico (che non vuol dire assenza di controlli, sia chiaro) è tanto più dovuta essendo innanzi ad una struttura, l'UNAR, nata da una Direttiva comunitaria che ne chiede esplicitamente indipendenza ed autonomia. Anche solo ipotizzare controlli del ivello politico sui prodotti dell'UNAR è una chiara sconfessione dell'autonomia e della indipendenza di cui UNAR si è sempre vantata. La seconda parte del comunicato illumina, senza spiegare, il vero motivio che si intravvede dietro ad una decisione tanto discutibile. Parlo delle affermazioni che l'ex Vice Ministro esprime: "Sono convinta che l’educazione alle diversità sia cruciale nel percorso educativo dei nostri ragazzi. La finalità non deve mai essere quella di imporre un punto di vista o una visione unilaterale del mondo, quanto piuttosto sollecitare nei giovani, attraverso i loro educatori, senso critico, consapevolezza,fratellanza, rispetto di ogni specificità e identità a partire da quelleche coinvolgono l’ambito affettivo e valoriale." Pericolose queste parole della Vice Ministra, perchè non esplicitano puntuali riserve sul testo, magari contestandone passi precisi, ma riprendono pari pari la critica che da più di un mese sulle colonne di Avvenire e su una infinità di siti e blog del cattolicesimo integralista viene sostenuta, ovvero che tutta la lotta all'omofobia condotta da UNAR sia ideologica e volta a censurare le legittime credenze cattoliche sull'omosessualità. Negli anni passati gli attacchi all'UNAR erano esclusiva della Lega, che lo considerava troppo esposto a difesa degli immigrati e dei ROM. Oggi l'UNAR è nel mirino del cattolicesimo integralista che, attraverso la contestazione delle iniziative contro l'omofobia e della Strategia nazionale individuata su impulso del Consiglio d'Europa, ha finalmente aperto (sia pur con pochissimi mezzi e qualche timidezza) anche questo fronte antirazzista. Ed i materiali dell'Istituto Beck sarebbero colpevoli di aver assegnato anche alle religioni (tutte) un atteggiamento sessuofobo e omofobo. Quella che dovrebbe essere considerata uan affermazione di semplice constatazione della realtà (basta leggere i documenti ufficiali e i quotidiani degli ultimi 20 anni) viene vissuta come attacco alla libertà religiosa. Continuando nella menzogna che censurare l'omofobia significhi censurare la libertà di espressione. Impressionanti le energie spese dal fronte fondamentalista, sostenuto ovviamente dai soliti quattro deputati capitanati dalla coppia di fatto Giovanardi-Roccella, che seguono passo dopo passo non solo le iniziative dell'UNAR ma dello stesso Ministero dell'Istruzione da sempre considerato "cosa nostra" dal cattolicesimo retrivo. L'obiettivo, anche esplicito, è quello di evitare che nemmeno un euro dei 10 milioni previsti da una recente legge sulla scuola a favore di iniziative contro il bullismo sia spesa sui temi del genere e del bullismo onofobico. Questo fronte tutto italiano che dal Family Day ed il caso Eluana ad oggi ha costruito sull'ideologia e sulla menzogna un vero e proprio centro di potere, che spesso infastidisce la stessa gerarchia cattolica, e comunque ne realizza il "lavoro sporco" che questa non vuole o può fare, deve esseer studiato e monitorato esattamente come loro fanno con UNAR e Dipartimento Pari Opportunità. E nemmeno si comprende quanto il Vice Ministro sia consapevole del significato delle sue dichiarazioni, così attente ad imbonire un sottosegretario del Ministero dell'Istruzione (guarda caso) che già protestava contro l'invasione di campo dell'UNAR. Come se non esistesse una Convenzione tra i due soggetti (firmata in epoca Berlusconi) e come se il ruolo del Ministero (di tutti i Ministeri) possa essere confuso con quello di un censore. In attesa che l'ex Vice Ministro spieghi le sue dichiarazioni rimane da capire cosa accadrà ai materiali dell'Istituto Beck ed alla indipendenza ed autonomia dell'UNAR. Di certo oggi il fronte di chi vuole l'UNAR normalizzato (a destra e a sinistra) segna un punto a suo favore. Enzo Cucco Associazione radicale certi diritti 15 febbraio 2014

Nessun commento: