sabato 29 giugno 2013

LA DIFFERENZA TRA REALISMO E ARRENDISMO

Fa una certa impressione il numero di commenti "arrendisti" alla sentenza dell'Alta Corte statunitense che ha dichiarato discriminatoria la legge federale che vietava il matrimonio tra persone dello stesso sesso. E' successa la stessa cosa all'approvazione della legge francese per il matrimonio egualitario e, ci posso scommettere, accadrà anche quando la Gran Bretagna farà altrettanto: si comincia con l'inneggiare al coraggio ed alla lungimiranza democratica di questi Paesi, si spargono lacrime e contumelie sul conservatorismo italiano e sul blocco, imbelle e sordo, del nostro Parlamento e si chiude, invariabilmente, con "dateci una legge per le unioni civili". Perchè? L'orientamento prevalente delle corti e dei parlamenti dei paesi a democrazia occidentale è quello della piena applicazione del principio di uguaglianza che, proprio perchè tale, prevede eccezioni solo in casi specifici, e ben argomentati. La questione irrisolta è sempre la stessa: perchè le persone omosessuali devono essere escluse dal matrimonio civile? Sulla base di quale argomentazione? Il fronte del Si (un si minimalista) usa sbandierare tre tipi di argomenti che giustificherebbero un no al matrimonio e un si alle unioni civili: 1 "gli italiani non sono preparati" (Carlo Rimini su la Stampa del 27 giugno, e tanti altri). E chi lo dice? Se si fa riferimento alle indagini realizzate ultimamente anche per il matrimonio egualtario esisterebbe se non una vera e propria maggioranza una sostanziale eguaglianza tra favorevoli e contrari. Segno del fatto che se con gli italiani si ragiona e non li si terrorizza con falsi argomenti shock sempre infondati, il consenso generale aumenta. Come è sempre stato su questioni di grande rilievo sociale: basterebbe ricordarsi le polemiche pretestuose di quelli che dicevano che su aborto e divorzio gli italiani erano contrari.... 2. "la richiesta del matrimonio egualitario è ideologica, abbandoniamola" (Cecilia Guerra alle agenzie sempre il 27 giugno, e tanti altri ancora). Facciamo finta che non esista una questione di uguaglianza sostanziale dietro questa affermazione. Ma andiamo alla sostanza logica di questa affermazione: chi la sostiene, infatti, afferma che l'importante sono i diritti (ed i doveri aggiungo io, di cui nessuno parla mai) che si riconoscono alle copie formate da persone dello stesso sesso, che dovrebbero essere identici a quelli per le coppie di sesso opposto. Bene, ma secondo voi siamo tutti così infantili, ovvero il fronte dle NO è così infantile da accontentarsi di una mera battaglia ideologica, appunto? Non è forse contro i singoli diritti che il fronte del NO si batte? Non parlo di quello di andare ad assistere il proprio congiunto in ospedale. Parlo di eredità, di regime patimoniale e fiscale, parlo di capacità genitoriale. Sbaglio o su tutte queste questioni il fronte del NO è più aguerrito che mai? Ed allora chi parla di unioni che estendano i diritti (magari lanciandosi anche con l'espressione "tutti i diritti" ) non ci sta prendendo un pò per i fondelli? Non sta facendo retorica semplicemente per nascondere il fatto che è sui diritti che il fronte del Si avrà la sua più cocente delle sconfitte, che potrebbe anche essere la non approvazione di alcunchè visto che su questi temi la trattativa sarà infinita, perchè infinita deve essere la strategia trattativista, visto che è l'ultima spiaggia dle fronte del NO? In più: il retro pensiero di molti di costoro che sembrano dirci "basta con i massimalismi, puntiamo su obiettivi concreti" è che si pensi ad una unione civile (con alcuni diritti riconosciuti, e una paccata di doveri in parte già applicati peraltro) per le sole coppie formate da persone dello stesso sesso. Spacciandola come grande risultato di uguaglianza. Sia ben chiaro da subito: ogni provvedimento di riconoscimento di particolari diritti o doveri che si basi su una differenza di orientamento sessuale è DISCRIMINATORIO in se, e chi lavora su scelte di questo tipo sa perfettamente che condanna la comunità lgbti italiana a una decina di anni almeno di altre cause pilota per ottenere dalle corti quanto il Parlamento non vuole riconoscere. 3. "nel Parlamento non c'è una maggioranza favorevole" (argomento utilizzato dalla stragrande maggioranza dei deputati e senatori, anche quelli del fronte del SI). Questo è un argomento realista, ovvero che parte da un dato di fatto sul quale le interpretazioni non possono essere alternative. Ma diventa immediatamente arrendista quando si passa alla soluzione: non è mai stata avviata una seria azione di promozione e diffusione, soprattutto tra i parlamentari, degli argomenti a favore del SI. Mai nessuno ha tentato di fare una azione seria, continuativa, dialogante con tutti e tutte, senza escludere nessuno a priori e lavorando soprattutto nei confronti di quell'area grigia (molto vasta a mio avviso) che non è pregiudizialmente a favore del NO. Questo è il lavoro da iniziare, questa l'urgenza da organizzare. Non più tempo di "testimonianze" (utili solo a dare un pò di visibilità ai singoli) ma di lavoro concreto e per molta parte oscuro, di convincimento e cotruzione di una maggioranza. Il lavoro di lobby, appunto. Anche perchè solo rimanendo fermi sulla richiesta del matrimonio egualitario si "rischia" di avere una legge sulle unioni meno discriminatoria possibile. Può sembrare un paradosso, invece è l'unico realismo che non si arrende alla minoranza antimodernista e conservatrice di questo paese: la nostra storia è tutta lì a dimostrarlo. Enzo Cucco presidente Associazione radicale certi diritti 29 giugno 2013

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