sabato 4 maggio 2013

BIANCOFIORE, LETTA E LA NORMALITA'

Nel comunicato ufficiale del Governo si riporta solo il cambio di "compiti" per Micaela Biancofiore, senza indicarne le motivazioni. Le solite fonti "di Palazzo Chigi" citate dall'Ansa parlano di "rottura delle regole di ingaggio", ovvero si è trattato di una caduta di stile fuori dal recinto della sobrietà indicato da Letta. Comunque nemmeno le indiscrezioni citano mai le affermazioni pregresse della signora in questione, bensì l'aver rilasciato una intervista a Repubblica a commento delle polemiche sulle stesse dichiarazioni. Stiamo quindi parlando di motivi formali, non della sostanza delle cose che, a dispetto di quello che molti pensano, secondo me non sta nelle cose dette (dalla Biancofiore intendo) ma nella evidente incompatibilità tra persona prescelta e "compiti" da svolgere. Comunque la scelta di Letta chiude il gioco. Anche se: 1. è probabile che entro le prossime 24 ore si levino i corifei della leggenda metropolitana sul potere della lobby gay, con tanto di richiamo alla libertà di espressione. I maggiori indizi ci fanno guardare dalle parti dei tre spadaccini della conservazione, i soliti Roccella-Ferrara-Galli della Loggia. Ma anche i più volgarotti Gasparri e Giovanardi hanno le competenze giuste per intervenire sulla materia. Spero di non avere ragione. 2. E' altrettanto evidente che la velocità dell'intervento di Letta è anche dovuta (anche, non solo) al fatto che in questo momento storico (direi gli ultimi cinque/sei anni) tutto quello che ha a che fare con le polemiche sui gay, lesbiche e transessuali (non su di loro ma sulle polemiche su loro) ha una evidenza mediatica molto molto alta. E che sia a livello nazionale che a livello internazionale (soprattutto direi) il Governo sarebbe stato costretto a rincorrere l'ultima delle gaffes della sottosegretaria per mesi. 2. Sarebbe mai stato possibile un caso "Biancofiore" per il ministero dell'economia, della giustizia, degli esteri? Perchè il criterio dell'esperienza e della competenza deve valere solo sulle questioni "serie" e per le altre va tutto bene madama la marchesa? 3. Mara Carfagna è stata una felice eccezione: gaffes e impreparazione non mancavano ma ha lavorato, ascoltato e studiato, e poi ha fatto le sue scelte. Un Governo così fragile (secondo me tutti i Governi ... ) non dovrebbero giocare mai d'azzardo sulla scelta di ministri e sottosegretari. Non solo per le brutte figure possibili, ma anche per il blocco dell'attività amministrativa, ed in certi casi anche lo stravolgimento immotuivato di sceklte strategiche e programmi, che dalla loro elezione può scaturire. 4. La scelta di Letta sarebbe come un "donna avvisata mezzo salvata". Ma ha senso come metodo di governo del governo? E soprattutto che senso ha dare come punizione il cambiamento dei compiti? Bohhh. 5. Nessuno ha notato che, in buona sostanza sulla questione generale Micaela Biancofiore ripropone esattamente quello che Berlusconi, Bersani, Monti, Carfagna, Finocchiaro, perfino Giovanardi e Rutelli han sempre affermato: niente matrimonio si ai diritti. Questa similitudine mi sembra molto più significativa della "diversità" di stile e dei comportamenti. In queste cose sono imperdonabilmente materialista, e le frasi ad effetto (negativo o positivo che siano) sono solo il trucco e parrucco dello spettacolo che va in scena. In buona sostanza nel caso Biancofiore mi colpisce molto di più l'assuefazione generale all'anormalità di fare nomine in questo modo che la normalità del gesto di riparazione di Letta. Ora sarebbe utile cominciare a discutere seriamente di pari opportunità, di diritti e doveri, di lotta alle discriminazioni in questo Paese. A partire dalla sostanza, ovvero dalla fragilità giuridica degli interventi (l'assenza di norme) e dal rischio implosione che le strutture organizzative preposte rischiano. UNAR in primis. Enzo Cucco Associazione radicale certi diritti 4 maggio 2013

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