lunedì 17 marzo 2008

Gay incazzati o gay arrapati?

Qualche aspettativa ce l’avevo su questa campagna elettorale: usciamo da quasi tre anni in cui la “questione omosessuale” è stata costantemente sugli altari della cronaca politica, soprattutto grazie alla puntuale, costante e potente opposizione delle gerarchie vaticane ad ogni provvedimento che potesse legalizzare la vita di coppia delle persone omosessuali e, di fatto, legittimare lo stesso comportamento omosessuale. E pensavo che questo fosse il momento per ascoltare parole nuove dai partiti, dopo le prime campagne elettorali (ormai “eroiche”) del Partito Radicale.

Invece al di là delle polemiche sulle candidature, nessuno ha elaborato un messaggio chiaro e diretto alle persone omosessuali. Si certo, ci sono impegni importanti nei programmi della Sinistra Arcobaleno e dei Socialisti, e lo stesso Pd ha almeno fatto lo sforzo di ripetere sostanzialmente le stesse parole del precedente programma dell’Ulivo. Ma solo i socialisti hanno elaborato un vero e proprio messaggio pubblicitario diretto alle persone omosessuali.
Se vi è sfuggito lo potete vedere su www.partitosocialista.it : la campagna ha un titolo che e’ tutto un programma: “siamo incazzati”. Letto il titolo della campagna uno si aspetta immagini incazzate, o no? Invece dei cinque volti scelti per rappresentare i cinque temi d’incazzatura – e quindi immaginiamo a cinque categorie di persone che dovrebbero votare socialista - tre sono di persone perbene e rilassate che dovrebbero raffigurare operai, donne e precari incazzati, uno rappresenta gli anziani – oggettivamente il più incazzato dei cinque - mentre l’ultimo è un gay, che tutto appare tranne che incazzato. Anzi trattasi di un bonazzo con barbetta rossa e rada, occhi azzurri e labbra socchiuse che potrebbe benissimo apparire su una delle tante riviste erotiche che si pubblicano nel mondo.

Che c’è di male, direte voi? Bisogna catturare l’attenzione del target e convincerlo a votare. In fondo c’è chi vende le scarpe alle donne con pubblicità che mostrano femmine scosciate e mutande agli uomini con pubblicità che mostrano fustaccioni in slip gonfi.
Ma, pur sorvolando sul fatto che almeno la metà delle persone omosessuali in Italia sono donne (e forse incazzate anche loro, che ne dite?) rimane la sensazione di una certa superficialità nell’elaborare il messaggio pubblicitario e la strategia di marketing politico che si intravede dietro (sempre che una strategia ci sia).
Io non credo che vendere politica sia come vendere slip, e non per motivi etici intendiamo, ma perché ci vuole coerenza tra messaggio e immagine. Se veramente i socialisti pensano che i gay siano incazzati perché puntano sull’ammiccamento erotico per convincerli al voto? Ci immaginano tutti così arrapati e in preda ai nostri istinti sessuali da non saper resistere al bel visino sulla cartolina elettorale socialista?
Certo il sesso ci piace, ma non mi pare di ricordare alcuna campagna pubblicitaria elettorale veicolata sull’erotismo, per nessuna categoria di elettore. Proprio con noi si doveva cominciare?


Enzo Cucco