lunedì 26 febbraio 2007

Manifesto per l'uguaglianza dei diritti

MANIFESTO
PER L'EGUAGLIANZA
DEI DIRITTI

Appello

Al Presidente della Repubblica, ai Membri del Governo, del Parlamento italiano ed europeo, ai Rappresentanti delle Istituzioni locali, alle Associazioni per la difesa e la promozione dei diritti civili e umani, alle Parti Sociali, ai media, alle cittadine e ai cittadini italiani ed europei

· Noi sottoscritti, consapevoli dell'importanza che i valori e i principi fondamentali di uguaglianza e pari dignità sociale sanciti dalla nostra Costituzione hanno per il libero e pieno sviluppo della persona, riteniamo che il provvedimento del Governo in materia di Unioni Civili non esprima una posizione laica e di respiro europeo e soprattutto non sia compatibile con il nostro dettato costituzionale.
· I diritti di cui è questione sono evocati e rivendicati come palliativi di situazioni limite, in altre parole come meri rimedi giuridici nell’emergenza o come strumenti di pura gestione patrimoniale (assistenza ai detenuti, ai malati e ai morenti; subentro in affitto di case, eredità), rimedi peraltro in parte già esistenti nel nostro ordinamento: al contrario, il diritto a realizzare un Progetto di Vita comune, matrimoniale o familiare, è elemento fondante ed essenziale per il pieno sviluppo della persona e, in quanto tale, é garantito dagli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana.
· Il provvedimento governativo prevede invece il riconoscimento di alcuni limitati diritti alle persone che abbiano deciso di costituire un'unione di fatto, ma non esaurisce la discriminazione in atto nel nostro Paese in ragione del sesso e dell’orientamento sessuale dei componenti la coppia, restando in ogni caso precluso l’accesso all’istituto del matrimonio civile per la coppia omosessuale e disponendo di conseguenza una sostanziale e inammissibile diversità di accesso al diritto legata alla condizione della persona, cosa che costituisce un vulnus inammissibile verso i Principi Fondamentali della nostra Costituzione.
· Noi invece siamo profondamente convinti che a tutti i cittadini e a tutte le cittadine deve essere garantita parità e uguaglianza e pertanto anche il diritto di registrare a tutti gli effetti le loro unioni, indipendentemente dal loro sesso e dal loro orientamento sessuale.
· Occorre affermare che il matrimonio civile è un istituto giuridico non sostituibile, né vicariabile da altri, e che solo con l’accesso anche delle coppie dello stesso sesso a tale istituto è rispettato e pienamente applicato il principio fondamentale di eguaglianza e pari dignità sociale di tutti i cittadini sancito dalla nostra Costituzione.
· Il riconoscimento della coppia di fatto, il diritto al matrimonio civile indipendentemente dal sesso dei coniugi e senza alcuna compressione dei diritti di genitorialità e adozione, può e deve essere garantito da una legislazione analoga a quelle della Spagna, del Belgio, dei Paesi Bassi e del Canada. La disciplina normativa dovrà riferirsi ai componenti del nucleo familiare con il termine «coniugi», assicurare parità di trattamento a tutte le coppie indipendentemente dal sesso dei coniugi e riformare le leggi laddove esistono esplicite forme discriminatorie (ad esempio la legge 40/2004 sulla fecondazione assistita), così come previsto dalla Proposta di Legge n. 1244 (XV Legislatura: primo firmatario Daniele Capezzone).
· Facciamo appello per una affermazione comune di libertà a tutti coloro che condividono aspirazioni inclusive, laiche, fondate sulla parità dei diritti, proprie dell'Europa che vogliamo e che già esiste, di un'Europa in cui il diritto costituisce l'orizzonte di civiltà dei singoli, delle comunità e delle Istituzioni che li rappresentano, contro il pregiudizio, l'esclusione e contro la discriminazione, che l'art. II 81 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea vieta in qualsiasi forma, compresa quella fondata sull'orientamento sessuale.


Per aderire

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info@matrimoniodirittogay.it

venerdì 9 febbraio 2007

Lettera a Berlusconi

Egregio Cavaliere, e così sembra che anche lei, che di politica ha dimostrato di intendersene mica male, si sia accorto di una verità semplice semplice, e cioè che a furia di prendere a pedate e male parole qualche milione (almeno)
di elettori oomosessuali, si corre il rischio di perderne poi il voto. Era forse convinto del contrario ? Sentire un Calderoli definire gli omosessuali “culattoni”, crede sia una carta vincente per ottenerne il voto per la Casa della libertà ? Fa bene a preoccuparsi, ma farebbe ancora meglio a riflettere sulla politica della sua coalizione per quanto riguarda i diritti civili. Non voglio insegnarle nulla, per carità, la invito soltanto ad andarsi a leggere il programma politico di Giuliani, l’amatissimo sindaco di New York durante l’ 11 settembre, e prossimo candidato alla presidenza degli Stati uniti per il partito repubblicano. Ci troverà l’esatto opposto della sua politica per quanto riguarda i diritti civili. In America gli omosessuali sceglieranno per chi votare in base ai programmi di politica economica, politica estera, non essendoci grosse differenze per quanto concerne la sfera del privato. Bush ha fatto gli auguri al suo vice Cheney quando ha saputo che sua figlia, da molti anni in coppia con un’altra donna, aspetta un bambino, ottenuto con l’inseminazione artificiale. Mi ha capito bene, caro Cavaliere, la figlia del vice presidente degli Stati uniti è lesbica, non nubile, non single, non culattona, come forse la chiamerebbe Calderoli, ma una lesbica, riconosciuta, rispettata, che vive in un società che ha capito i valori della modernità. Cosa che non si può del nostro paese, nel quale, non ci fossero stati i radicali ad imporre aborto e divorzio, saremmo ancora qui a sentire destra,centro e sinistra, a discutere di aria fritta, esattamente cone sta avvenendo oggi sul mancato riconoscimento agli omosessuali dei loro diritti. E lei, che ha rappresentato tante speranze con il suo arivo in politica, si sta comportando come il classico democristiano di sempre. Certo, è in buona compagnia. Da questo governo infatti verrà fuori una bruttissma legge, che scontenterà tutti, omosessuali e non. Vincerà l’ossequio a quella parte della Chiesa che non perde occasione di dimostrare tutte la sua crudeltà verso esseri umani che hanno il solo torto di voler vedere riconosciuta una unione, che non solo non mette in discussione la famiglia tradizionale, ma che invece la rispetta e la riconosce. Se ne aggiungerebbe un’altra, valida sul piano civile, e quindi attenta a non entrare nel modo più assoluto nel campo religioso. Lei dice no a tutto questo, mentre
la sinistra, ingannando gli omosessuali, tirerà fuori un pateracchio ancora peggiore. Vincerà l’ipocrisia del trio Bindi-Binetti-Rutelli, mentre lei, caro Cavaliere, si troverà a braccetto con chi non si è ancora accorto che siamo nel ventunesimo secolo. Di voti ne perderà, questo è certo, gli omosessuali sono persone dotate di un normale cervello come tutti, e che, quando è ora di votare, lo useranno, ricordandosi che vivono in un paese che, a differenza di altri, molto più liberi e democratici del nostro, non è stato capace di legiferare a tutela dei loro interessi. Ci sarà chi non voterà più Cdl, come ci saranno quelli che, in base al altre considerazioni, la voteranno turandosi il naso. Ma quaesto capiterà anche a sinistra, dove non basta far eleggere qualche culattone (come direbbe Calderoli) per far digerire rospi indigeribili come l’essere contro l’Occidente, l’America, Israele, e riproporre la ricetta comunista come credibile. Gli specchietti per le allodole non funzionano più. Sono convinto che crescerà di molto l’astensione, in antrambi gli schieramenti. Ripensi a quando respinse i radicali per le proteste dei suoi cari Dc. Se quel risultato non l’ha soddisfatto, si prepari a una sua replica. Si tenga la Mussolini e i suoi fedeli (!) Dc, e continui a tirarci pedate. Contento lei....
Angelo Pezzana

pubblicato su Libero il 7 febbraio 2007

Cantalamessa e gli omosessuali

Padre Raniero Cantalamessa è uno dei frati cappuccini più famosid'Italia. Commenta il Vangelo su RAI 1 ogni sabato pomeriggio alle17,30, e sabato 30 dicembre scorso (tema: la famiglia) ha ospitatonella sua trasmissione un ex omosessuale e la sua nuova famigliaeterosessuale.Nessun impatto veramente significativo in verità: basti confrontarel'audience di trasmissioni come questa con quella di programmi moltopiù popolari dove l'omosessualià è stata trattata di recente (Banfiin prima serata su RAI 1, per esempio). Il caso, però, è degno di notasoprattutto perché credo che si tratti del primo esempio diomosessuale convertito all'eterosessualità trasmesso dalla televisionepubblica italiana. E soprattutto perchè il "taglio" comunicativoscelto è un vero e proprio format (scusate il tecnicismo) moltodiffuso in quella parte di chiesa cattolica cosiddetta dialogante, oche perlomeno vuole apparire tale.Padre Cantalamessa ha introdotto il tema della famiglia, ed i pericoliche essa affronta nel mondo moderno. Si è soffermato molto brevementesulle unioni tra persone dello stesso sesso (e credo di ricordare chenon ci fosse alcuna condanna particolarmente dura delle stesse),mentre molto più a lungo ha stigmatizzato la possibilità di adozionida parte di coppie omosessuali. E su questo tema ha presentatol'intervista. Non ricordo il nome della persona intervistata, un uomodi circa 30 anni, visibilmente emozionato ma molto chiaro nella suaesposizione, che ha raccontato di essere stato omosessuale, di aversofferto moltissimo per questo, e di aver ritrovato una vita vera (nonricordo se ha usato questo termine ma il senso era questo) grazie allapreghiera ed all'aiuto di un gruppo di amici. Poi la scena cambia edappare sua moglie e il loro bambino. Altre parole sulla bellezza dellaloro relazione e sul dono ricevuto. Lacrime di entrambi.Sia Cantalamessa che l'intervistato hanno sottolineato che il caso nonera generalizzabile, che si trattava di una storia singola. Ma ilfrate ha poi concluso dicendo che si trattata di una testimonianzasignificativa su come sia possibile cambiare.Ripeto, le parole usate potrebbero essere altre (cercherò direcuperarle …) ma il tono generale, il montaggio dell'intervista,l'atteggiamento tutto sommato accogliente del cappuccino nei confrontidelle persone omosessuali, l'ampio uso di emozioni (commozione,speranza, vittoria sul dolore, futuro…) costruiscono un cocktailcomunicativamente molto efficace e sicuramente confezionato per igrandi pubblici televisivi, non certo per la nicchia di ascoltatoridel programma del sabato pomeriggio (tra cui c'era il sottoscritto checucinava…).Che dire? Certo con un paio di battute possiamo archiviare il casocontinuando con le nostre contumelie contro la chiesa matrigna eviolenta, o contro l'uso strumentale e manipolatorio di singoli casi(che nessuno mette in dubbio, sia ben chiaro, anche perché benconosciamo le migliaia e migliaia di "conversioni" nell'altro sensoche ogni giorno avvengono in tutto il mondo…).Ma la sostanza è un'altra: la gerachia cattolica "dialogante" (padreCantalamessa è senza dubbio la voce più conosciuta di questagerarchia) indicando una "via d'uscita gentile" dall'omosessualità
,una via favorita dalla "preghiera e con l'aiuto di un gruppo diamici", continua a ritenere il comportamento omosessuale innaturale einaccettabile, in linea con alcune retroguardie della scienzacontemporanea. Infatti nel caso dell'omosessualità, ma anche inaltri, la Chiesa ha sempre goduto di una sponda scientifica, ancorchèminoritaria, per sostenere le proprie tesi di tipo morale: il caso delpreservativo nelle campagne di prevenzione dell'Aids è uno degliesempi più eclatanti..In altre parole il comportamento omosessuale è una patologia, a voltecurabile a volte no, per la quale è necessaria comprensione,accoglienza, ma nessun riconoscimento di particolari diritti che nepossano legittimare l'esistenza ed il valore, sia individuale chesociale. La stessa visibilità è sommamente perniciosa, perché ognitipo di visibilità porta con se, nel breve o nel lungo periodo,conoscenza, quindi superamento dei pregiudizi ed accettazioneautentica della diversità.Tutto questo è noto, ed è comune a molte chiese protestanti diffusenel mondo occidentale, mancava l'elemento nuovo, di tipo comunicativo,che la trasmissione condotta da Cantalamessa rappresenta. Non so sesarà uan strategia vincente (la Chiesa è maestra anche in strategiecomunicative, non bisogna dimenticarlo), certamente è una novità, chebisogna segnalare e seguire da vicino, magari anche per cambiare ilmodo di comunicare che il movimento italiano ha avuto in questi ultimianni.Come ho detto la sostanza del messaggio di Cantalamessa non è unanovità: il 15 aprile del 1971 su La Stampa apparve un articolo firmatodal neurologo Romero che fu la miccia che diede fuoco al Fuori!Nell'articolo si citava il libro uscito da Feltrinelli di GiacomoDacquino, "Diario di un omosessuale", in cui si narra proprio di unomosessuale che diventa eterosessuale. L'autore del libro, ancoravivo, è un noto psichiatra e terapeuta, che ha pubblicato numersissimitesti anche di grande successo, esercita a Torino ed ha insegnatoall'Università di Pavia e alla Pontificia Università Salesiana: maguarda le coincidenze!
Enzo Cucco

Pride's Mirabilia

Elenco delle cose notevoli che il Torino Pride 2006 ha reso possibili
(chi fa l’elenco delle cose orribili?…)

· La più grande partecipazione di massa a un Pride italiano (fatta eccezione per il World Pride del 2000): almeno 100.000 persone alla manifestazione del 17 giugno (ma il numero esatto è sicuramente più alto, e si colloca ragionevolmente tra 130 e 150mila);

· la più grande manifestazione di piazza che si sia vista a Torino da almeno 10 anni (fatta eccezione per i festeggiamenti in occasione dei Giochi Olimpici Invernali);

· il più alto numero di adesioni ufficiali da parte di associazioni e gruppi (oltre 200 quelle da noi registrate) e il più alto numero di carri musicali partecipanti (32);

· Il primo Pride che è durato veramente tutto l’anno;

· Tutte le organizzazioni glbt piemontesi sono riuscite a collaborare contenendo conflitti e competizione, dando la giusta visibilità a tutte le componenti lgtq (c’è carenza di b visibili…);

· Per la prima volta in Italia il Pride ha ottenuto sia patrocinio che contributo economico da Regione, Provincia e Comune;

· Per la prima volta in Italia il Sindaco, il Presidente della Provincia e la Presidente della Regione hanno sottoscritto (con tanto di foto sul depliant) un messaggio di benvenuto ai partecipati al Pride;

· Per la prima volta in Italia le principali istituzioni culturali cittadine hanno sostenuto il Pride inserendo nei loro cartelloni iniziative o sostenendo quelle proposte dal Torino Pride 2006 (Teatro Stabile, Teatro Regio, Fiera del Libro, Settembre Musica, Museo del Cinema);

· Per la prima volta in Italia un Pride ha coinvolto un numero così alto di organizzazioni non lgbt, anche dentro il Direttivo del Comitato organizzatore;

· Per la prima volta in Italia hanno aderito al Pride il Presidente della Camera dei Deputati e tre Ministri della Repubblica, due dei quali hanno partecipato alla manifestazione (insieme a molti deputati, senatori, assessori regionali, provinciali e comunali, consiglieri…);

· Per la prima volta in Italia una manifestazione del Pride viene aperta da tutte le organizzazioni transgender italiane;

· Per la prima volta in Italia tutte le organizzazioni lesbiche hanno sfilato insieme dietro un unico carro musicale;

· Per la prima volta nella sua storia la Mole Antonelliana è stata illuminata di rosa, in onore del Torino Pride 2006;

· Per la prima volta a Torino (e forse in Italia) il Pride è stato promosso dagli uffici comunali sui display stradali e sui materiali di comunicazione ufficiali della Città come uno dei grandi eventi cittadini;

· Per la prima volta in Italia un ufficio di promozione turistica (quello della Città di Torino) ha invitato e ospitato giornalisti stranieri in occasione del Pride;

· Per la prima volta in Italia un quotidiano nazionale ha utilizzato la parola “trionfo” per descrivere il Pride (la Stampa, 18 giugno 2006, 1° pagina, taglio alto a destra)

· Altro da aggiungere? ……..