venerdì 20 gennaio 2017

LA STRASPARENZA, VI PREGO, SUL TGLFF

E’ un richiamo (facilotto, non lo nego…) al volume di poesie di Auden che qualche anno fa Adelphi pubblicò, ma che ben calza per l’attuale situazione del TGLFF. Abbiate la compiacenza di leggere il post qui sotto e capirete (spero). Come sapete oggi è apparsa su un autorevole e spesso informato sito dedicato alla cultura torinese, l’anticipazione delle dimissioni di Giovanni Minerba dalla direzione del TGLFF. Il Festival del cinema lgbti più longevo ed apprezzato in Italia e in Europa. Giovanni ha confermato la notizia dicendo semplicemente che le dimissioni gli sono state chieste e lui le ha presentate. Dal Comune o dal Museo del Cinema ad oggi nulla, e non dispero domani arrivino delle notizie maggiori, anche se le solite mezze bocche ci dicono che sapremo qualcosa di certo solo nei primi giorni di febbraio quando chi dovrebbe prendere il suo posto avrà firmato il contratto e le questioni connesse saranno risolte (per esempio il nuovo ruolo di Minerba, i soldi che il Comune darà al Museo del Cinema direttamente per il TGLFF, le date della edizione del 2017, ecc. ecc.). Ora: potete anche pensare che tutti i lettori dei media (carta compresa) siano dei creduloni, ma le domande, diceva quello là, sorgono spontanee: È vero che Giovanni Minerba è stato “indotto” alle dimissioni da direttore? Da chi? Perché? Come? Quale sarà il suo nuovo ruolo, se ci sarà? E tutte le voci che corrono circa un accordo bipartisan per farlo fuori son vere? Chi del PD ha voluto la sua testa? Intendiamoci: il futuro di Giovanni mi interessa perché è un amico, e conobbi lui e Ottavio ben prima che questa avventura cominciasse. E so perfettamente che Giovanni, maggiorenne e vaccinato, sa benissimo che dopo quasi 32 anni di direzione il tempo del cambiamento potesse arrivare, ed è giusto che sia così. Ma a quali condizioni è lecito sapere? Più importante del futuro di Giovanni (lui mi perdonerà, e capirà se lo dico) è il futuro del Festival: ripeto, una delle poche iniziative torinesi che cominciata quasi come un gioco, in un tempo ove il cinema aveva una forza ed una rilevanza anche sulla nostra vita di comunità, è diventato anche un appuntamento di cultura, anche di avanguardia, ove tutti e tutte, senza eccezione alcuna, possono godersi o criticare alcuni degli esperimenti cinematografici più interessanti della realtà contemporanea. Di tutto questo che sarà? Pensate davvero che basti cambiare un direttore (giusto o sbagliato che sia) per dare nuove prospettive e nuove dimensioni ad un Festival che ne ha bisogno, proprio perché di successo? E, domanda delle domande, perché dobbiamo attendere i comodi di chi fa la politica torinese per avere risposte? Il solito gossip (questo maledetto) sta già dicendo di avere pazienza, che tra qualche giorno tutto sarà chiaro, che il Festival sarà rilanciato, ecc. ecc. Uno dei perché Appendino ha vinto (perché ha vinto, ricordatevelo opposizione di destra e di sinistra) è che ha detto basta con le camarille (ve lo ricordate il sistema Torino?) con i non detto, con i sotterfugi, al suono di “TRASPARENZA” su tutto e per ciascuno. Ho detto in tempi non sospetti che al di là degli slogan, questa città ha bisogno si di cambiamento, ma anche di proposte, prospettive, visioni: in una parola di un altro sistema Torino e non solo, demagogicamente parlando, di chiuderli i sistemi e buona notte. Ora, vi chiedo una semplice cosa: applicatela la trasparenza che tanto avete richiamato. Strafottetevene delle “opportunità politiche “ e dell’attesa. E diteci cosa sta succedendo. Non lo dico da esponente di un movimento lgbti torinese che ha voluto, sostenuto, promosso un Festival per tutti e tutte. Lo dico da cittadino che paga le tasse e che ha diritto di sapere cosa c’è dietro alle vostre scelte. Sarò lietissimo di essere smentito nel mio serpeggiante umore pessimista. Non sapete come si sta meglio quando le nubi si diradano e si capisce il senso e la direzione di certe scelte. Fosse anche solo per valutarle e prendere posizione, al di là del solito, maledetto gossip. Enzo Cucco 19 gennaio 2017 www.gayindipendet.blogspot.it