domenica 17 giugno 2007

Roma Pride 2007: la matematica non è una opinione

Coerente col sottotitolo di questo blog devo dichiarare che mi sono completamente sbagliato sulle previsioni per il Roma Pride. Non è la prima volta, è accaduto anche col Torino Pride, di cui pure avevo ben altra percezione, ma essendo affetto da una perniciosa forma di pessimismo scaramantico queste cose mi capitano, qualche volta.
Ma veniamo alle cose più importanti: la Questura di Roma dichiara che hanno partecipato 300.000 persone, per il Family Day disse che i partecipanti sono stati 250.000. In un qualsiasi paese dove l'informazione fa il suo mestiere questo sarebbe stato il titolo principale dei quotidiani oggi.
Il Family Day ha avuto l'appoggio, esplicito e poderoso, dell'intera chiesa cattolica, oltre che di tutto lo schieramento di centro destra, ed ha goduto di un'attenzione mediatica che definire totale ancora poco. Eppure il movimento lgbt è riuscito a riempire la piazza come il Family Day o forse più. Certo ora diranno che non bisogna giocar coi numeri, che il valore delle iniziative politiche non sta (solo) nel numero di chi si coinvolge.... tuto vero. ma mi spiegate perché i media nazionali hanno riportato il dato di 1 milione di persone in piazza san giovanni senza battere ciglio e per il pride riportano il dato solo come "dichiarazione degli organizzatori"?
E dove sono tutti coloro che dicevano che il Family Day rappresentava la maggioranza degli italiani?
La matematica non è un'opinione. In questo caso per noi è una straordinaria soddisfazione, ed anche, come sempre, una grande responsabilità.
Dopo il Family Day si annunciano sfraceli nei due opposti poli per la nascita del movimento di Pezzotta, che peraltro secondo me darà fastidio soprattutto al PD. Accadrà altrettanto per noi? saremo all'altezza della situazione?
Insomma, c'è molto da lavorare, e la possibilità di cotruire un forte movimento nazionale (magari su base federativa, con due o tre obiettivi comuni) esplicitamente sganciato dai partiti, forse oggi è una possibilità concreta. Forse ....

Enzo Cucco